31 dicembre 2020

WWW... RECAP DEL MESE DI DICEMBRE 2020... SIAMO FINALMENTE GIUNTI ALLA FINE DI QUESTO TERRIBILE ANNO!!!

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Finalmente questo anno è terminato, ci siamo portati dietro tanta frustrazione, tanto nervosismo, tanta rabbia e allo stesso tempo abbiamo ritrovato anche la gioia della famiglia, dello stare insieme in modo più pregno rispetto a quanto gli impegni della vita ci permettono di fare. Per quanto mi riguarda è stato un anno fatto di nervosismo e delusioni nonostante io abbia avuto anche dei momenti di felicità, pochi, ma ce li facciamo andare bene lo stesso.

Per il prossimo anno devo trovare la forza di ricominciare, di nuovo, per l'ennesima volta, di fare le valigie, forse, e di trovare una nuova strada per la mia vita traballante, ma sono sicura che la mia certezza e la mia unica presenza costante, a parte la mia famiglia ovviamente, saranno nuovamente i libri, che già in passato mi hanno aiutata tantissimo.

Com questo post si conclude per sempre il mio anno 2020 di letture, purtroppo non ho trovato una lettura fulminante neanche in questo Dicembre, ma spero che il 2021 mi apra nuove frontiere e nuovi mondi letterari che sono curiosissima di affrontare.

Ma vi lascio al post, così vi mostro attraverso le tre solite domande, quali sono stati i libri che mi hanno accompagnato in questo anno... BUONA LETTURA!


Cosa Sto Leggendo?



Ho deciso che questo 2021 sarà l'anno in cui rileggerò la storia della Terra di Mezzo per arrivare almeno a Il Signore degli Anelli, perché si, nonostante io lo abbia letto solo due anni fa sento la necessità di rileggerlo. Questa volta, però, voglio cominciare da IL SILMARILLION di J. R. R. TOLKIEN che sarebbe una raccolta di tutte le storie che raccontano gli eventi della Prima Era, quindi tutto ciò che ha preceduto la storia raccontata nella trilogia più famosa. Sono curiosissima ma so anche che si tratta di una lettura pesante perché ricca di dettagli, per questo motivo ho deciso di leggermelo un po' alla volta per tutto il mese. Devo ancora vedere come è strutturato in modo da fare una suddivisione più precisa.


Cosa Ho Finito di Leggere?


ASPETTANDO I NAUFRAGHI di ORSO TOSCO è un romanzo distopico che mi sono trascinata per tanti giorni nonostante si tratti di un volume di 200 pagine. La motivazione è stata il fatto che si tratta di un romanzo ben scritto ma un po' inconcludente, sempre secondo il mio parere. Ve ne parlerò poi in un articolo a parte così da raccontarvi meglio il tutto. Purtroppo è stata una delusione 





Avevo bisogno di leggere qualcosa che mi risollevasse un po' il morale dalle varie delusioni di lettura e ho deciso di buttarmi su questa duologia di RENEE' AHDIEH che avevo sulla libreria da quando ono usciti i volumi e composta da LA MOGLIE DEL CALIFFO e LA ROSA DEL CALIFFO. La storia è quella ripresa da Le mille e una notte in cui una ragazza diventa moglie del califfo assassino vittima di una maledizione. Devo dire la verità, è stata una lettura che mi ha intrattenuto senza essere noiosa o scontata. Ci sono sicuramente dei cliché ma non posso dire che mi sia risultata insulsa, anzi mi sono appassionata alla vicenda.





DIO DI ILLUSIONI di DONNA TARTT è stata un'altra semi delusione. Un romanzo osannato e adorato ma per quanto mi riguarda ho letto di meglio. Sicuramente mi è piaciuta l'indagine psicologica dei personaggi ma la storia in se non mi è sembrata nulla di particolarmente innovativo. Anche in questo caso vi racconterò tutto in un post dedicato. 




CASA DI FOGLIE di MARK Z. DANIELEWSKI è un libro che mi ha davvero innervosito e annoiato. Una storia che non ha un senso e quando ce l'ha finisce con il rovinarselo talmente tanto da non farti apprezzare nulla. Ho fatto un articolo dedicato proprio qualche giorno fa e ve lo lascio qui così potete andare a leggerlo. 




Altra autrice scoperta in questo 2020 è stata AMELIE NOTHOMB che con il suo ultimo libro SETE mi ha sicuramente incuriosita. In questa storia il protagonista è Gesù Cristo che attraverso un monologo ci racconta la sua visione delle cose nei momenti precedenti alla sua morte. Un racconto che, da atea, mi ha comunque colpito molto e mi spinge a voler recuperare altro dell'autrice. 




Ho terminato la lettura di TRE RACCONTI di TOMMASO LANDOLFI una mini raccolta di tre racconti incentrati sulle ossessioni. Il primo dei tre, LA MUTA è quello che ho amato di più e quello che mi ha inquietato maggiormente. Consiglio la lettura dei romanzi di questo autore anche se la sua produzione è particolarmente incentrata sui racconti. Uno stile aulico e ricercato, ma molto ammaliante. 
 E MEZZA




LA PASSIONE DI FRIDA di CAROLINE BERNARD è parte di un regalo composto da due libri che sono stata molto felice di aver letto perché Frida Kahlo è la mia artista preferita. Un romanzo che, per chi già conosce la sua storia, non aggiunge nulla di nuovo, ma molto carino per chi invece volesse approcciarsi a lei per la prima volta. Sicuramente una bella lettura che scorre tantissimo ed è piacevolissima da leggere.  


Cosa Ho Intenzione di Leggere?




Voglio terminare la lettura della tetralogia dedicata al Cimitero dei libri dimenticati e quindi a Gennaio mi dedicherò a quest'ultimo volume IL LABIRINTO DEGLI SPIRITI di CARLOS RUIZ ZAFON con il quale saluterò l'autore. Devo ammettere che ci sono un po' rimasta male della discesa di questa storia, però, rimane comunque affascinante il modo in cui l'autore ci racconta la Barcellona di quegli anni, tutto il mistero che la avvolge e i suoi vicoli stretti. Insomma sono curiosissima, speriamo di ritrovare un po' del brio del primo volume.

Bene, questo è l'ultimo resoconto del 2020, fatemi sapere se avete letto qualcuno di questi romanzi, se conoscete gli autori di cui vi ho accennato, se avete fatto qualche progetto di lettura per il nuovo anno.
Vi mando un grane abbraccio e vi auguro di trascorrere una bellissima serata con la vostra famiglia...


BUON 2021 VIAGGIALETTORI!!!

29 dicembre 2020

BIG or small... QUESTA VOLTA COSA HO LETTO???

 SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Come stanno andando questi giorni di festa? Avete ricevuto qualche buon libro da affrontare nel prossimo anno? Dalle mie parti stiamo mangiando come se non ci fosse un domani e io cerco di non subire di nuovo un altro blocco totale da parte del mio corpo che quest'anno ha deciso di dimostrare, in maniera eccessiva direi, la sua presenza... MAAAAAA andiamo avanti che tutto si risolve prima o poi!

Con il post di oggi riprendo in mano la rubrica dei libroni o libricini che, anche in questo caso, non "utilizzavo" da un po'. Vi racconto la mia avventura con un libro attesissimo, chiacchieratissimo e letto da tante persone che lo hanno amato o odiato, senza via di mezzo.

Vi lascio al post così scoprite di che libro io stia parlando... BUONA LETTURA!!!


CASA DI FOGLIE

di

 MARK Z. DANIELEWSKI




Trama: Un manoscritto viene trovato nel baule di un uomo morto in casa sua. Il manoscritto racconta, a sua volta, di una casa misteriosa e di un famoso regista che ci ha costruito sopra un cortometraggio che viene analizzato proprio all'interno di questo manoscritto. 

Titolo: Casa di Foglie
Autore: Mark Z. Danielewski
Casa Editrice: 66th and2nd
Anno: 2019
Pag: 723
Prezzo: 29.00 euro


Cosa Ne Penso...


Ho comprato questo libro per la sua stranezza e per il fatto che lo presentavano come un grande romanzo ingarbugliato e da fuori di testa. Io ho scoperto, invece, che di grande romanzo non ha molto e che sicuramente è un romanzo fuori di testa.
Ho fatto anche un'altra scoperta, in questo 2020 di letture piuttosto innovative nel mio background di lettrice: non sono fatta per le storie raccontate con eccessive intromissioni e in questo libro ci sono troppe, troppe, TROPPE intromissioni, ma mi spiego meglio.

Altra doverosa premessa è che ho letto questo libro per la #READINGTHEDARKCHALLENGE ideata su Instagram che per il mese di Dicembre richiedeva di leggere un romanzo in cui ci fosse una casa infestata e direi che ci siamo.

Passiamo adesso alla ciccia di questo post...

CASA DI FOGLIE è un romanzo che fa parte di un genere definito letteratura ergodica cioè quella letteratura per la quale i libri diventano un oggetto "vivo", nel senso che per leggerli c'è la necessita di girare sottosopra il libro, leggere solo una colonna della pagina per tot pagine e poi dover tornare indietro, leggere due righe di testo per pagina, insomma è tutto un gioco di impaginazioni strane.
In aggiunta a questo tipo di struttura, in questo romanzo ci sono anche una grande quantità di note a piè pagina e di appendici e reperti cui veniamo rimandati nel corso della lettura.

Potete quindi ben capire che la curiosità di leggere una storia così raccontata c'è, ma è una curiosità che mi è rimasta solamente fino a quando non ho cominciato a leggerlo perché per come sono io ho veramente faticato a portare a termine questa lettura.

Tutto comincia con il ritrovamento di un manoscritto da parte di Jonny Truant nel quale il suo autore , Zampanò, analizza un cortometraggio "La versione di Navidson" riguardante la vita di Will Navidson (famoso regista) e della sua famiglia presso Ash Tree Lane, una grande casa altrettanto misteriosa.
Questo potrebbe essere il riassunto di tutta la faccenda che Danielewski ci racconta. Quindi quando inizierete a leggere il libro, oltre ad essere palesemente avvertiti della difficile comprensione del romanzo, ci ritroviamo a leggere una sorta di saggio/racconto/analisi psicologica/racconto di avventure di sesso e droga e successiva discesa negli abissi di tutti i vari protagonisti delle vicende narrate.

Credo che per raccontarvi questo libro io debba fare una distinzione tra le sue componenti, scusatemi se il post verrà lungo, ma non posso fare altrimenti per farmi capire.

  1. LA VERSIONE DI NAVIDSON
E' la parte migliore di questo testo, a mio avviso. Ci troviamo a leggere dell'impresa "lavorativa" di Will Navidson che decide di riprendere la vita della sua famiglia all'interno della loro nuova casa. Veniamo a conoscenza di alcuni particolari della vita coniugale di Navy e di sua moglie Karen e di come la casa dovesse rappresentare per loro una sorta di rinascita familiare. Tutto viene messo in discussione quando la casa comincia a prendere vita propria e una serie di problematiche si scagliano come frecce sulla famiglia. I vari componenti e alcuni altri personaggi che entrano sulla scena diventano si, coprotagonisti della storia, ma anche testimoni di quello che succede alla famiglia di Navidson.
Noi seguiamo tutto attraverso una rete di telecamere che viene istallata all'interno della casa, quindi tutto quello che è fuori non lo conosciamo a meno che non venga descritto in un momento successivo.


    2. CASA DI FOGLIE di ZAMPANO'

E' il manoscritto ricostruito con tanta difficoltà da Johnny Truant, di cui parlerò dopo. Di Zampanò conosciamo il suo cadavere, il cui ritrovamento è il motore dell'intero romanzo e poi una serie di elementi che desumiamo dal manoscritto. E' sicuramente un personaggio molto acculturato, cosa che si capisce dalla grande presenza di testi in varie lingue ma anche dalla natura stessa dei testi inseriti nella storia. Zampanò costruisce una sua storia su un'altra storia inserendo commenti, citazioni, articoli testimoniali, pareri professionali che vanno ad analizzare ogni elemento del cortometraggio sia esso relativo alla casa, sia ai comportamenti dell'intera famiglia, i comportamenti di Karen e Navy, quelli relativi agli altri personaggi che intervengono nella vicenda, insomma tutto viene messo sotto microscopio e tutto è reso opinabile.


    3. COMMENTO JOHNNY TRUANT

Johnny Truant è il commentatore del manoscritto, nonché colui che ne ricostruisce la storia e fa i commenti su quanto scritto da Zampanò. Ai suoi interventi migliorativi per la comprensione del testo originale, si aggiungono anche i racconti legati alla sua esperienza di vita a seguito del ritrovamento del manoscritto. Episodi che ci vengono raccontati sempre in note a piè di pagina sul testo lunghissime nelle quali ogni sua avventura più o meno lecita ci viene raccontata come se fosse una sorta di diario.

Bene, queste sono le componenti di questo libro, adesso vi racconto quello che ha comportato per me leggerlo, un'impresa davvero difficile, se pensate che ho voluto iniziarlo il primo Dicembre e l'ho terminato solamente ieri, 26 iniziandolo e abbandonandolo varie volte nel frattempo.

Come è già successo con S. (LA NAVE DI TESEO) anche in questo caso non mi sono sentita affatto coinvolta nella storia che c'è stata raccontata. Se ho apprezzato abbastanza la trama della narrazione più lineare, quella de La versione di Navidson, non mi ha convinto per niente tutto il resto.

Mi sono enormemente annoiata più e più volte nel leggere tutte le elucubrazioni svolte da Zampanò sull'analisi del labirinto, del rapporto tra marito e moglie, del tema della casa. Voglio dire, nel caso in cui io stessi leggendo un saggio in cui questi elementi vengono analizzati, sarei ben contenta di conoscere tutti i vari riferimenti, ma in un libro che si prospetta come un romanzo e con il quale si dovrebbe intrattenere il lettore io non capisco cosa ci porti a conoscere ai fini della narrazione.
La stessa cosa vale per le varie storielle di sesso e droga di Johnny Truant che inserisce nelle note e che per me non hanno alcun significato.

Credo che sia una storia molto fatiscente, un libro piuttosto presuntuoso con il quale si vuole stupire il lettore ma l'unica cosa che ho trovato di "stupefacente" è il lavoraccio di impaginazione che è stato fatto e basta.
Un libro vomitatoio nel quale viene raccolto ogni pensiero o elemento che contenga le stesse parole della frase detta in precedenza e che ai fini di una storia non aggiunge nulla e toglie solo tempo per la lettura di cose più interessanti.

Purtroppo è stata davvero un'esperienza negativissima, credo che al pari di S. siano stati i libri peggiori di questo 2020, cosa che viene in un certo senso amplificata dal fatto che per la loro struttura avrebbero dovuto fornire anche una storia valida, cosa che invece non c'è. Ovviamente tutto questo è solo il mio pensiero, poi magari ci sono chissà quali segreti e retro pensieri filosofeggianti o nascosti che il mio neurone non comprende, ma sinceramente non credo che per fare un romanzo con un significato si debbano creare queste cose.

Sicuramente il mio parere negativo è legato anche al fatto che questo tipo di letture continuamente interrotte mi annoiano tantissimo. Posso capire che metti una nota per spiegare un determinato elemento, ma che quasi ad ogni fine periodo mi metti una nota per rimandare ad un saggio che poi non si capisce da dove li prenda, oppure mi inserisci 5 pagine di nota di Johnny Truant che ci deve raccontare una delle sue avventurelle e poi riprendere il discorso, magari su un momento cruciale della narrazione, mi ha dato enormemente fastidio quindi per me è decisamente un libro NO!


VOTAZIONE:



Credo che non ci sia bisogno di spiegare ulteriormente la mia posizione nei confronti di questo libro, avrei dato una sola farfalla se fosse stato un romanzo "normale" ma ho apprezzato comunque la sua struttura interna. 
Credo che seppure io sicuramente sia una lettrice da narrazione lineare, il modo in cui vengono inseriti elementi inutili all'interno di una narrazione che è già di per sé piuttosto distraente non aiuti a seguirne il filo. Credo che per realizzare un libro di questo tipo si debba avere molta attenzione anche alla storia che si va a raccontare e in questo caso, se andiamo ad eliminare tutte le parti dei commenti inutili e delle note di Truant sulla sua vita sessuale, rimarrebbe davvero molto poco da leggere. Peccato!

Fatemi sapere se avete letto questo libro, se vi è piaciuto e cosa pensate di questi romanzi costruiti come se fossero un oggetto vivente.
Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare delle bellissime letture! A PRESTO!!!

24 dicembre 2020

#MIKLAMAS 2020... RECAP DEI GIORNI dal 21-12 al 24-12-2020

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Siamo arrivati al 24 Dicembre, ultimo recap dei consigli di Natale e conto alla rovescia per "La grande abbuffata" e l'apertura dei regali. Devo dire la verità, quest'anno lo sento ancora meno del solito che siamo arrivati al periodo di feste, non perché ci siano stati cambiamenti nel mio modo di festeggiarlo, sono circa una decina di anni che, abitando lontano dai parenti, non partecipo più a cenoni con tante persone, ma proprio perché non ho molta voglia di festeggiare.
Sicuramente è una sensazione che accomuna tante persone quest'anno, ma volevo fare qualcosa che mi avrebbe fatto sentire un minimo contenta e devo dire che il mio calendario personale mi ha davvero resa felice, anche se nel mio piccolo.
Sto parlando troppo quindi vi lascio agli ultimi quattro consigli per non rovinare le feste ad un lettore cui regalerete un libro (ovviamente secondo me!) 



21 DICEMBRE 2020: COME IL VENTO TRA I MANDORLI di MICHELLE COHEN CORASANTI

Una storia familiare che inizia nella Palestina degli anni 50 per arrivare ai giorni nostri. La storia è quella di un ragazzino che deve sobbarcarsi il peso della sua intera famiglia a seguito dell'arresto del padre per terrorismo. Ichamd, questo è il nome del nostro protagonista, non solo ci racconta la sua vita e la sua rinascita in America, ma anche quello che contemporaneamente alle sue vicissitudini personali succede con l'evoluzione della guerra israelo-palestinese nel corso del tempo. Una storia di coraggio e di forza nel non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita.




22DICEMBRE 2020: IMMAGINA I CORVI di LUIGI SORRENTI

Un piccolo paese della provincia pugliese diventa centro di una storia che è inquietante e spaventosa. Dopo l'arrivo di un grande stormo di corvi, portatori di cattivi presagi, nel paese cominciano a verificarsi una serie di brutali omicidi. Tutto il paese è convolto tra sospetti e misteri e la risoluzione del caso non è così ovvia come sembra.



22 DICEMBRE 2020: FOSCHIA di ANNA LUISA PIGNATELLI

Un romanzo dalle tinte fosche e torbide nel quale una donna in fin di vita ci racconta la sua storia familiare e il rapporto con il padre. Un rapporto che diventa morboso ed estremamente ossessionato. Una storia che vi lascerà molto infastiditi ma la scrittura della Pignatelli ha davvero la capacità di catturarvi e di farvi venire la curiosità di continuare a leggere per conoscerla tutta.



24 DICEMBRE 2020: VARDO DOPO LA TEMPESTA di KIRAN MILWOOD HARGRAVE


Romanzo che racconta di come una comunità di donne cerca di sopravvivere alla morte di tutti gli uomini del villaggio a seguito della tempesta che si è abbattuta lungo la loro costa. Una storia che nella rappresentazione della forza di comunione finisce con il raccontare l'animo di chi viene coinvolto in qualcosa di molto più pericoloso e grande di lui. Siamo nel 1617 e la caccia alle streghe è aperta.


Bene amici lettori, questi sono gli ultimi consigli che ho pensato di dare per questo calendario libroso. Spero di aver accontentato la maggior parte dei gusti letterari considerando anche il fatto che alcuni generi non mi appartengono e quindi non avrei saputo cosa suggerirvi.

Fatemi sapere se avete letto questi libri, se li conoscete e se avete qualche consiglio voi da dare a me così da alimentare la mia lista desideri per il prossimo anno. 
Vi mando un abbraccio grande, vi auguro di passare un bellissimo Natale e di scaldarvi il cuore godendo della compagnia che avrete, poca o tanta che sia, in questi giorni di festa. Ci rileggiamo presto!

22 dicembre 2020

RECENSIONE: "GLI ULTIMI GIORNI DEI NOSTRI PADRI" di JOEL DICKER

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Mancano tre giorni a Natale e, devo dire la verità, non vedo l'ora che passino queste feste. Non sono tipa da riunioni e cerimonie o almeno non lo sono più da un po', quindi non ho sentito il trauma dello stare a casa con i propri conviventi visto che ci sto anche tutti gli altri giorni dell'anno ma mi dispiace se tra voi ci sono persone che non potranno avere il loro solito Natale in famiglia... ma andiamo avanti.

Oggi vi parlo della mia esperienza con la lettura di un libro che, pur essendo scritto da un autore famosissimo degli ultimi anni non è stato poi così tanto considerato. Ma vi racconto tutto nel post, BUONA LETTURA!!!




Trama: Siamo nel 1940, Inghilterra, Wiston Churchill sta cercando di evitare che l'esercito inglese venga completamente annientato a Dunkerque attraverso la formazione di un gruppo di agenti speciali addestrati per raggiungere questo scopo. La storia è quella di un gruppo di giovani francesi che verranno addestrati in Inghilterra e grazie alla loro storia viene messa in luce la natura dei rapporti dell'Inghilterra con la Resistenza francese.

Titolo: Gli ultimi giorni dei nostri padri
Autore: Joel Dicker
Casa Editrice: Bompiani
Anno: 2017
Pag: 462
Prezzo: 9.90 euro


Cosa Ne penso...


Non so dirvi se effettivamente avessi delle aspettative nei confronti di questo libro, non me lo ricordo, mi ricordo, però, che sull'autore c'è un hype pazzesco anche se non per questo romanzo. Joel Dicker è molto conosciuto per la scrittura di Thriller ma in questo caso ci troviamo davanti ad un romanzo storico che di thriller ha solamente un vago sentore in lontananza.

GLI ULTIMI GIORNI DEI NOSTRI PADRI è una storia familiare sui generis, nel senso che non si parla di una famiglia composta da madre, padre e figli, ma da un gruppo di amici che si comportano come tali.  
Il protagonista di questa storia è Paul Emile un giovane francese che allo scoppiare della guerra decide di arruolarsi con la Resistenza francese. In realtà viene poi intercettato da un gruppo speciale dell'esercito Inglese che, assieme ad altri suoi concittadini, lo addestrerà per diventare una sorta di agente segreto.
In tutta la prima parte del romanzo, quindi, seguiamo la formazione di Paul Emile che non è solamente una formazione militare, ma anche umana. E' durante questo periodo che conosce quelle che diventeranno le persone più importanti per la sua vita, la sua Famiglia e non vi dirò di più altrimenti andrei a raccontarvi tutto il romanzo.


Quando ho iniziato questo romanzo non mi sembrava che mi stesse prendendo molto, pensavo di aver sbagliato il momento o che, per l'ennesima volta, un autore così tanto acclamato con me non facesse presa. Con lo scorrere delle pagine, invece, le cose sono migliorate, la guerra è sempre un tema che mi piace molto affrontare, mi fa l'effetto della copertina di Linus per intenderci, al punto che cominciai a comprendere quale fosse la storia che Dicker voleva raccontarmi.

Pur ambientando il libro in un contesto storico ben preciso e determinato l'autore sceglie di dare spazio ai suoi personaggi relegando la Storia a mero sfondo narrativo. Questo elemento mi ha colpito molto perché comunque non me lo sarei aspettata da un romanzo le cui premesse dichiaravano palesemente il suo essere un romanzo storico.

La storia che Dicker ci racconta è quella di un gruppo di persone che vengono indotte a vivere insieme per raggiungere uno scopo, fare qualcosa per la propria nazione. Ci troviamo così a conoscere un medico, un religioso, una studentessa, insomma persone normali che si ritrovano a dover fare gli eroi. Ma quello che mi è piaciuto di questa storia è che i personaggi non vengono utilizzati per portare avanti la narrazione, ma sono essi stessi la narrazione. Per tutte le 400 pagine noi conosciamo i protagonisti e il loro modo di affrontare questo onere che si ritrovano a portare sulle spalle.
Ne conosciamo i punti deboli, ne conosciamo la famiglia, ne conosciamo il carattere, le paure, i sentimenti e mano a mano che si va avanti non si può fare a meno di affezionarci a loro.

In base a quanto vi sto raccontando vi starete certo domandando cosa c'entra il titolo, bhè dovete leggere il romanzo perché qui non vi dico nulla, ovvio!

Quello che posso dirvi è che Dicker ha saputo raccontare una storia piena di umanità in modo gentile e con tatto, sia quando racconta della storia di Paul Emile sia quelle che si creano nel corso della narrazione. 
Dicker realizza una storia ordinata nel senso che il procedere della lettura è estremamente lineare e comprensibile al punto da non sentirsi mai fuori da quel mondo.

Un personaggio mi ha colpito particolarmente per il modo in cui l'autore ce lo racconta, Gros è un uomo grande e grosso, una sorta di gigante buono, e buono lo è davvero. Ad un certo punto della narrazione vediamo che si innamora follemente e perdutamente di una ragazza che neanche sa del suo sentimento ma tutti i suoi amici lo aiutano nei suoi folli tentativi di eludere i controlli e andarla a vedere. Ecco, in un solo accenno vi potete già immaginare il livello dei sentimenti che in questo romanzo vengono descritti.
Mi sono trovata davanti ad una narrazione così pregna di sentimenti diversi ma vivi che mi sono letteralmente lasciata trasportare dal loro entusiasmo e dal dolore che inevitabilmente si prova in determinate situazioni. 

Dicker riesce a rendere vivi i personaggi al punto da avermi fatto vivere con loro l'addestramento e l'emozione di trovarsi in prima linea. Un romanzo che è il racconto di una amicizia profonda e sincera nonostante ci si potesse aspettare rivalità tra di loro. Mi è piaciuto molto proprio il modo in cui Dicker li caratterizza mostrandoci la possibile varietà dei caratteri umani e di come questi riescano a interagire tra loro.



VOTAZIONE:



Mi rendo conto che parlare di questo romanzo sia stato un po' difficile da mettere per iscritto, il fatto è che di trama c'è poco nel senso che se vi raccontassi troppo non vi darei lo sprono per affrontarlo. Quello che mi ha colpito molto è come l'autore abbia voluto raccontarci delle persone che hanno vissuto quegli eventi in una narrazione che per quanto di finzione si risultata veritiera e sincera.
I personaggi di Dicker sono reali e vividi nella nostra mente e alla fine del romanzo vi restano nel cuore ognuno per una caratteristica differente. 
Insomma credevo che non mi avrebbe convinto abbastanza e invece devo ammettere che sono molto curiosa di affrontare nei prossimo mesi il suo più famoso romanzo LA VERITA' SUL CASO HARRY QUEBERT per vedere se anche in quel tipo di storia riesco a trovare le stesse caratteristiche di questo.

Fatemi sapere se avete letto questo romanzo e se avete letto qualcosa di questo autore.

Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare tante bellissime letture. A PRESTO!

20 dicembre 2020

#MIKLAMAS2020... Recap della settimana dal- 14-12 al 20-12-2020

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Siamo giunti alla terza settimana di Miklamas e non mi sembra neanche vero. In questa settimana ho avuto un po' di pubblicazioni ballerine, lo so, ma ho avuto delle cose da risolvere e non sono riuscita a stare dietro agli orari come avrei voluto. Nonostante tutto, però, sono comunque riuscita a pubblicare una storia con un consiglio al giorno e sono contenta di questo.

Vi faccio vedere tutti i libri di questa settimana e, come sempre, vi metto il link all'articolo che ho scritto così per rinfrescare la memoria o conoscere la mia opinione nel caso in cui non lo aveste letto.
Parto subito con la carrellatina, BUONA LETTURA!!!




14 DICEMBRE 2020: CASE VUOTE di BRENDA NAVARRO


Un romanzo breve che ho avuto difficoltà inizialmente a comprendere. Si tratta della storia di due donne e della loro maternità. Da una parte abbiamo una donna a cui viene rapito il figlio sotto i suoi occhi, in un momento di distrazione. Dall'altra una donna che vuole avere a tutti i costi un bambino ma non può averlo. Vi starete chiedendo dove sia la particolarità di questo romanzo? Bhé nel racconto della vita e del pensiero più intimo e profondo di queste due donne che sono così totalmente distanti l'una dall'altra e allo stesso tempo simili per certi versi. Una storia difficile e complicata da digerire ma da conoscere per cercare di limitare un po' la scontatezza di certe convinzioni.



 15 DICEMBRE 2020: GARGOYLE di ANDREW DAVIDSON

Questa è una storia davvero particolare. Appena ho iniziato a leggerla mi sono subito chiesta, con un po' di scetticismo, dove sarebbe andato a parare l'autore. Con il progredire delle pagine e della storia vi posso dire che sono rimasta incantata sia dal tipo di narrazione, che si rifà un pochino alle scatole cinesi, sia ai personaggi che ci vengono tratteggiati. L'autore ci fa conoscere una storia che è si, d'amore, ma anche di devozione e fedeltà incredibile. Una narrazione che davvero vi porta a fare dei salti temporali impensati e un coinvolgimento davvero inaspettato. Da leggere per credere!





16 DICEMBRE 2020: L'ALTRA LUNA di IRENE GIUFFRIDA


Questa è davvero una storia particolare in cui ad uno stile molto ricercato si contrappone una storia che moralmente non ha proprio nulla in tal senso. Si tratta della storia di una ragazza affetta dalla sindrome di bipolarismo e che si trova davanti ad una corte per difendersi da una accusa piuttosto grave di cui non vi racconto altro. Ci troviamo a leggere della storia di Luna e del rapporto con la madre e di come il suo bipolarismo abbia influenzato la sua vita e i rapporti con gli altri. Rimarrete a bocca aperta dal finale!





17 DICEMBRE 2020: IL SENTIMENTO DEL FERRO di GIAIME ALONGE


Qui mi trovo un po' nella mia comfort zone. Una storia legata al periodo della Seconda Guerra Mondiale e del rastrellamento degli ebrei. In questo caso c'è di mezzo la ricerca scientifica per la quale molti uomini e donne ebrei venivano selezionati per diventare cavie da laboratorio delle SS. Oltre la Storia, però, c'è anche la vicenda di uno di coloro che ha garantito questi studi e di cui seguiamo la vita e di alcuni sopravvissuti a quelle ricerche. Una storia che ci viene raccontata attraverso dei salti temporali del qui e dell'allora e che vi farà vivere non solo la tensione di un noir/thriller ma anche quella di una tragedia che ha colpito moltissime persone. 




18 DICEMBRE 2020: GIDEON LA NONA di TAMSYN MUIR


Il fantasy che ho atteso più di tutto quest'anno è stato lui. Ne ho sentito parlare benissimo fin da quando era uscito in patria e, seppure non sempre mi fidi molto delle opinioni degli altri sui fantasy, essenzialmente perché non essendo una frequentatrice del genere non credo sia possibile che possano essere tutti bellissimi, cerco di selezionare tantissimo quelli che leggo andando anche un po' a sentimento. Devo dire che in questo caso tutto l'hype che c'è stato dietro può essere giustificato anche se, devo dire la verità, non ho prestato molta attenzione alle tre parole con cui lo definivano. Ma ne ho parlato nel post che potete leggere cliccando sul titolo!




19 DICEMBRE 2020: TRA LORO di RICHARD FORD


Un memoire in cui l'autore ci racconta dei suoi genitori, del loro rapporto speciale e di come il suo arrivo ha cambiato un po' le loro dinamiche pur riuscendo a mantenere sempre una loro dimensione di coppia. Il libro si suddivide in due parti una dedicata al rapporto dei suoi genitori e una dedicata al rapporto tra lui e sua madre. E' stato un libro che ho comprato per caso, per conoscere l'autore, e mi sono ritrovata con una piccola chicca nella quale ho ritrovato un po' me stessa e i miei genitori. Mi è piaciuto moltissimo!

 


20 DICEMBRE 2020: TRILOGIA DELLA CITTA' DI K di AGOTA KRISTOFF


Questo è stato uno dei primi libri che ho letto seguendo un "consiglio" da internet e devo dire che mi ha davvero stupito. La storia è molto particolare, ci troviamo in una zona non precisata dell'Europa dell'est durante la Seconda Guerra Mondiale e due gemelli vengono lasciati dalla loro madre a casa della nonna con cui non avevano avuto rapporti da molti anni. Una convivenza forzata, quindi, che mi ha lasciato a bocca aperta per la violenza e l'asprezza delle figure di cui l'autrice ci racconta, quasi grottesche e surreali. E' un libro stranissimo ma merita davvero di essere letto!


Eccoci giunti alla fine della seconda carrellata di consigli/caselline dell'avvento di questo 2020. Fatemi sapere se conoscevate già questi titoli e se li avete letti. Spero che vi sia stata d'aiuto per qualche pensierino per altri o per voi.
Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare tante e bellissime letture, A PRESTO!

18 dicembre 2020

PARLIAMO DI... GUERRE BALCANICHE

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Anche con il post di oggi ho deciso di riprendere in mano una rubrica che avevo abbandonato da tempo e che sono molto contenta di riproporvi. 

Negli ultimi mesi, all'interno dei vari post di letture mensili, vi ho fatto vedere che mi sono dedicata spesso alla lettura di saggi riguardanti le guerre scoppiate nella penisola balcanica dagli anni 90. Ho letto il primo di questi saggi quasi per caso e poi ne sono rimasta talmente coinvolta da comprare in breve altri saggi e romanzi che riguardano proprio questo tema.

Vi lascio al post che, mi scuso fin da ora, sarà un po' lungo perché vi parlerò di 5 saggi, spero che vogliate comunque leggerlo perché ci tengo particolarmente. BUONA LETTURA!


LE GUERRE BALCANICHE

1991-2001




Avevo circa 6 anni quando poco distante da noi ha avuto inizio una delle guerre più strazianti e sanguinose dai tempi delle guerre mondiali. Una guerra scatenata dalla voglia di indipendenza di chi aveva sperato di trovare il modo di riprendere in mano la propria economia e la propria sopravvivenza nel mondo.

Siamo alla fine degli anni Ottanta quando la morte di Tito porta con sé le prime tracce di quello che porterà alla disgregazione della Repubblica Jugoslava da parte dei sei stati che la componevano: SERBIA - CROAZIA - BOSNIA - SLOVENIA - MACEDONIA - MONTENEGRO alle quali si aggiungono due province autonome la VOJVODINA e il KOSOVO.

Tutto ha inizio quando la Slovenia, in serie difficoltà economiche, decide di sottrarsi ad un territorio gestito da altri comportando fin da subito una reazione a catena ed estremamente violenta in tutti gli altri stati, soprattutto in Serbia e Croazia i cui abitanti vivendo nella maggior parte dei territori cominciarono a pretendere di avere più potere rispetto agli altri. In poco meno di 10 anni tutti gli stati della penisola hanno affrontato una lunghissima, estenuante, violenta, distruttiva guerra al massacro che, tristemente, non venne evitata o limitata da nessuno stato, membro o mondiale che sia.

Un tratto comune a tutti i saggi che vi mostrerò oggi nel post ha messo in evidenza le due caratteristiche principali di queste guerre: L'INDIFFERENZA MONDIALE e LA VIOLENTA BRUTALITA' delle reazioni dei popoli coinvolti. Se l'indifferenza viene "giustificata" dicendo che i Balcani non erano un territorio particolarmente rilevante per gli affari esteri e mondiali, la BRUTALITA' esercitata sul popolo dal popolo stesso trova la sua radice in un odio religioso originatosi addirittura nel 1300 contro i musulmani.

Il mio viaggio è iniziato leggendo un reportage di PIERFRANCESCO CURZI intitolato "IN BOSNIA. Viaggio sui resti della guerra, della pace e della vergogna" che, se volessimo tracciare una linea temporale, sarebbe il penultimo libro da leggere. Curzio infatti ci racconta di cosa la guerra ha lasciato in quei territori e lo fa raccontandoci il viaggio che lui stesso ha fatto per cercare di trovare il senso di ciò che è stato. Dalle parole di Curzi emerge il profilo di una terra tutt'oggi martoriata e profondamente segnata da una guerra fondamentalmente fratricida nella quale le persone coinvolte e sopravvissute vivono ancora in un senso di paura e sospetto nei confronti di chi cerca di aiutarli o anche solo di chi fa domande. E' stato difficile, per lui, trovare persone disposte a raccontare la propria esperienza e ancora più difficile trovare chi da quella guerra vuole allontanarsene e distaccarsene. La sensazione che mi hanno trasmesso le sue parole e i suoi racconti è stata quasi quella di un popolo che, pur avendo sofferto, sembra anche voler rimanere attaccato alla tragedia che li ha colpiti. Sono rimasta esterrefatta, ad esempio, da come in una sorta di albergo Curzi racconta di aver trovato ancora delle tracce di sangue sulle moquette o sulle pareti, sangue derivato dall'uso torturale che facevano di quegli stabilimenti.


"I fiori appoggiati alle lapidi, o sopra la pancia in terra delle tombe, sono rinsecchiti; morte totale, terrena e ultraterrena. Dal momento del mio arrivo a quando risalgo in auto per  dirigermi a Tuzla, nessuno, a parte il sottoscritto, entra o esce dal memoriale.   Stanco e arrabbiato, depresso piuttosto, capisco che dei morti in Bosnia importa poco; uomini e donne uccisi due volte, a colpi di fucili e di memoria corta, buttati dentro una buca e dimenticati. Mentre torno sui miei passi, uscendo attraverso la porta fittizia, un brivido corre lungo la schiena: le cose in Bosnia non cambieranno mai" - IN BOSNIA, PIERFRANCESCO CURZI

 

Considerato uno dei testi fondamentali per conoscere cosa sia successo veramente all'indomani del conflitto ho deciso di recuperare MASCHERE PER UN MASSACRO di PAOLO RUMIZ scritto nel 1995, un anno dopo gli eventi. Abbiamo, tramite il suo reportage, una riproduzione fedele delle sensazioni provate attraversando quei territori, l'odore della carne bruciata, del sangue, il fumo delle strade e la polvere dei palazzi distrutti. Sappiamo di come i giornalisti rimasero sconvolti dalla scena che si trovavano davanti e la paura di essere colpiti era sempre dietro l'angolo perché spesso presi come bersagli. Rumiz spiega come la stampa venne in un certo senso sfruttata dai signori della guerra, in particolare MILOSEVIC, che manipolarono le scene mandate in onda e le notizie che dovevano essere date da quelle zone così da rendere meno chiara la situazione di quanto non lo fosse.


"Quando i cecchini, come avviene a Sarajevo, sparano non su chi attraversa la strada velocemente e attento a schivare i loro corpi, ma contro chi cammina tranquillamente negando così l'autorità delle loro fucilate proditorie, la realtà è divenuta così grottesca da sfidare l'immaginazione." MASCHERE PER UN MASSACRO, PAOLO RUMIZ

 

Con LA GUERRA DEI DIECI ANNI a cura di ALESSANDRO MARZO MAGNO mi sono trovata davanti ad un saggio più impegnativo soprattutto perché molto dettagliato ma allo stesso tempo scorrevole e comprensibilissimo. Ogni singola nazione della Repubblica Jugoslava viene analizzata nella sua presa di coscienza e rivoluzionaria idea di indipendenza. Tutte le singole guerre che si sono combattute sui vari territori vengono raccontate con piglio scientifico dando spiegazioni logiche ad ogni singolo evento. Sicuramente è il saggio più impegnativo da leggere, ma è stata davvero una lettura interessantissima per quanto meno coinvolta, ovviamente, rispetto ad un reportage sul luogo. Dai momenti scatenanti alle stragi di Vukovar, Sarajevo, Srebrenica, ogni evento ha il suo posto e la sua importanza all'interno di questo saggio globale sull'intero periodo e su quanto abbiano influito i retaggi storici del passato.


"Una guerra, anzi più guerre, mai dichiarate, mai ufficialmente cominciate, in un quadro che non ha ancora raggiunto un punto di stabilità ed equilibrio. La guerra senza fine è anche una guerra senza inizio. La sua indeterminazione è scritta nella natura illusionistica e ambigua di guerra pianificata a tavolino, eppure alimentata dall'irrazionalità di odi antichi; guerra scaturita dalla disperazione e frustrazione delle elites comuniste ansiose di sopravvivere politicamente al crollo del comunismo, ma radicata nel risorgere di nazionalismi refrattari alle vecchie ideologie. [...]. E' una guerra, la "guerra dei dieci anni", che tecnicamente spiazza gli analisti militari, unendo tratti caratteristici di forme tra loro diverse di conflitto (interetnico, civile, resistenza, secessione, imperialismo, nazionale), con una mescolanza di messi convenzionali e di vecchi di temi basati sul terrore e sulla bonifica etnica. E' una guerra che colpisce i civili, le case, le chiese, gli ospedali, e che anche dai civili è condotta, da un esercito popolare che non è la Jna, ma un popolo senza uniforme né gradi, senza dignità militare. Guerra forse inevitabile, sicuramente inutile." LA GUERRA DEI DIECI ANNI, a cura di ALESSANDRO MARZO MAGNO


NOI, CRIMINALI DI GUERRA di GIUSEPPE ZACCARIA è una raccolta di testimonianze di chi ha vissuto quei giorni di terrore e di chi ha subito le torture o le ha viste con i propri occhi essendo lui stesso parte di quel meccanismo perverso. Ci sono testimonianze agghiaccianti di chi ha vissuto la paura dei boschi da cui provenivano i gruppi armati pronti a razziare e sequestrare tutti gli uomini e i ragazzi per eliminare intere generazioni e di come le donne venivano stuprate e malmenate per il semplice gusto di farlo. Ci racconta di come si scoprono tradimenti da parte delle persone che hanno vissuto vicino ai traditi e a volte di come componenti delle stesse famiglie finiscono per uccidersi l'un l'altro.


"Fra qualche tempo, a chi domanderà ragguagli sul più sterminato massacro dell'Europa di fine millennio qualcuno spiegherà come dopo lunga e inutile parentesi, dall'età della pietra il mondo balcanico si trovò direttamente sbalzato nell'era del silicio. Si trattava di un'era infinitamente più progredita, e proporzionalmente feroce. Un periodo in cui per la prima volta accadde che armi concepite per ammazzare più rapidamente e in maniera più pulita (soprattutto, per non vedere il nemico in faccia mentre l'uccidi) venissero usate invece per aprire la strada al ritorno delle armi preistoriche, del coltello e della clava. Accadde insomma che proprio nell'età che aveva preso il nome del minerale usato nei cervelli elettronici per accrescere l'intelligenza artificiale, l'intelligenza umana manifestò un'improvvisa e profonda regressione." NOI, CRIMINALI DI GUERRA, GIUSEPPE ZACCARIA


L'ultimo saggio di cui vi parlo è TEMPO E SANGUE. TOTALITARISMO, GENOCIDIO E STUPRO IN BOSNIA ERZEGOVINA di MIRZA MEHMEDOVIC che è, in ordine temporale, anche il lavoro più recente. All'interno di questo saggio si prende in considerazione la tipologia di politica utilizzata ,quella del totalitarismo, confrontandola con altre forme simili trovandovi molti punti di contatto. Ma una cosa mi ha colpito particolarmente di questo scritto, ad un certo punto l'autore ci parla di come la necessità da parte dei Serbi e dei Croati, soprattutto di rendere pura la popolazione dei loro territori , affondasse le sue radici in una sorta di teoria eugenetico-filosofica nella quale, leggendola dall'esterno, si costruisce tutta una disciplina che ha trovato terreno fertile nelle menti di chi era già esautorato da pregresse gelosie, invidie e scarse sopportazioni. Anche in questo caso quindi ci troviamo davanti ad una decisa vicinanza con il regime totalitario nazista, principalmente. Per non considerare poi la teoria con la quale giustificavano lo stupro nei confronti delle donne musulmane facendo dei veri e propri lavaggi del cervello che non solo portarono alla sevizia di donne legate agli aguzzini da vincoli parentali o amicali, ma se sopravvissute, anche alla umiliazione di dover subire un processo per la nascita di bambini da quegli stupri, bambini che avrebbero portato alla creazione di una razza pura. Si, perché secondo loro i geni del nascituro provengono solo dall'uomo e la donna è un semplice involucro.


"... i maschi del "popolo santo" arrivavano a soffrire di una patologica idea del proprio "io", che potremmo a ragione chiamare il "complesso di Dio", perché se la loro cultura è quella in cui il corpo è donna e l'uomo l'anima, è per loro facile arrivare alla conclusione (niente affatto illogica o contraddittoria in quel dato sistema di pensiero) per cui il rapporto tra uomo e donna è lo stesso che vi è tra il creatore e il creato. Solo in questo modo si può comprendere l'idea per cui lo stupro (e in generale l'atto sessuale) è un rito che letteralmente cambia (cioè forma) la natura di una donna, finanche il suo "sangue", rendendola estranea ad un gruppo qualora pregna del seme indesiderato di un infedele. E circa il fatto che gli stupri fossero sistematici, bisogna aggiungere che questi erano visti dai Cetnici anche come dovere sacro, essendo molti di loro statu benedetti per condurre questa particolare forma di pulizia etnica in quella che consideravano e considerano ancora oggi la loro terra." TEMPO E SANGUE, MIRZA MEHMEDOVIC


In questi mesi ho affrontato un viaggio lungo e faticoso attraverso le strade dismesse e semideserte dei territori balcanici, ho conosciuto personaggi terrificanti non solo dal punto di vista politico ma materiale, ho conosciuto i carnefici di queste guerre e molte vittime sopravvissute alle umiliazioni, alle torture, alle violenze subite e la dignità con la quale, con le lacrime agli occhi, hanno raccontato le loro sofferenze. Ho avuto la possibilità di leggere tante pagine, tante idee, tante supposizioni che possono portarci a conclusioni diverse, indubbiamente, ma è sicuramente fuori da ogni dubbio che quei territori hanno subito un massacro ingiusto e immotivato e che ancora oggi non riescono a liberarsi da quel pesante fardello perché, ancora oggi, molti di coloro che furono accusati non hanno ancora subito la giusta condanna.

Sono consapevole di non essere stata esaustiva con questo post, il mio intento di oggi, oltre a parlarvi di alcuni libri che mi hanno molto segnata, è quello di farvi conoscere una realtà che forse non conosciamo così affondo. Una storia che mi ha agghiacciato in ogni suo particolare, mi sono arrabbiata davanti all'indifferenza di quanti avrebbero potuto fare qualcosa, ho alzato le mani quando ad ogni accordo preso non sia mai stato rispettato il tempo stabilito per onorarlo, ho sentito il dolore di quelle famiglie che hanno perso i loro cari e la paura delle donne che hanno subito incessanti violenze legate ad un letto putrido. La storia delle guerre balcaniche è una storia che mi ha colpito per la vicinanza di quegli eventi e per il fatto che solo a pochi passi da noi c'erano persone che stavano subendo l'indifferenza del mondo. Sono consapevole che anche oggi ci sono molte altre guerre che vengono ignorate o per le quali le azioni sono poche ma il mio messaggio è proprio quello di informarsi per non farle rimanere nell'indifferenza totale.

Ho scritto un post lunghissimo, lo so, devo cercare di concludere in poche parole. Spero di non avervi annoiato, che apprezziate il mio tentativo di fare qualcosa di diverso dal solito, di aver istillato in voi anche una piccola goccia di curiosità anche per uno solo di questi testi e che magari, un giorno, sarete voi a consigliarmi altri libri da leggere su questo argomento.

Fatemi sapere le vostre impressioni, come avete trovato il post e quali sono le letture che state facendo o le tematiche che vi appassionano di più. Fatemi sapere anche se avete avuto un colpo di fulmine di conoscenza e se lo avete preso a braccetto e lo avete assecondato come ho fatto io.

Vi mando un grande abbraccio, vi ringrazio se siete arrivati fino a qui giù e vi auguro di fare delle bellissime letture,  A PRESTO!!!

16 dicembre 2020

LIBERAMENTE LIBRI... NERI POZZA

SALVE A TUTTI VIGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Come stanno andando le vostre letture in questo periodo prefestivo? Io sto davvero faticando a trovare la lettura ideale. E' già dal mese di Novembre che mi arrabatto tra libri carino e decenti senza avere tra le mani la storia giusta al momento giusto, non sto parlando di Gideon che comunque è stata una eccezione. Parlo dei libri che di solito leggo e che, purtroppo, non mi stanno convincendo a pieno. E' successo anche a voi?

Con il post di oggi, comunque, voglio raccontarvi la mia esperienza di lettura con un altro libro uscito quest'anno e che devo ammettere di aver letto poco tempo dopo la sua uscita e ancora non ve ne avevo parlato. Ci saranno degli spoiler parziali che mi permetteranno di rendere più comprensibile il discorso che sto facendo, vi chiedo scusa in anticipo per questo. Vi lascio al post e alla scoperta del titolo in questione, BUONA LETTURA!


VARDO DOPO LA TEMPESTA

di 

KIRAN MILLWOOD HARGRAVE




Trama: Nel 1617 una violenta tempesta si abbatte su Vardo, paesino della costa Norvegese. Un evento normale, per chi vive nel mare, se non fosse che in quella tempesta tutta la popolazione maschile del villaggio viene decimata lasciando mogli, madri, figlie e sorelle completamente in balia degli eventi.

Titolo: Vardo dopo la tempesta
Autrice: Kiren Millwood Hargrave
Casa Editrice: Neri Pozza
Anno: 2020
Pag: 348
Prezzo: 18.00 euro


Cosa Ne Penso...

Sicuramente leggendo questo post penserete che io abbia le idee un po' confuse, e forse per un certo senso è così. Quando ho letto questo libro, ormai 5 mesi fa, ho scritto di getto tutte le sensazioni che mi aveva suscitato leggerlo. Avevo a mente ogni dettaglio da salvare e tutto quello che non mi era andato giù. Avevo tracciato in maniera logica quello che avevo percepito dal racconto traendone gli elementi  per me importanti da evidenziare. Bene, direte voi, adesso non è più così? 
Solitamente scrivendo al pc non faccio la copia di quanto ho scritto appena terminato la lettura, passando del tempo, nella maggior parte dei casi, mi ritrovo spesso a cambiare idea, ad aggiungere particolari su cui o ripensato in un secondo momento e a creare un articolo che, il più delle volte, mi sembra più vicino alla mia idea del romanzo.
Questa volta, devo ammetterlo, sono rimasta molto vicino alla mia idea iniziale e spero, con questo, di non inimicarmi le persone che invece lo hanno adorato, ma per me non è stato così.

Ci troviamo a Vardo nel 1617 e una tempesta forse provocata da una balena enorme, trascina in un vortice mortale tutti i pescatori del villaggio lasciando le donne orfane e vedove della loro presenza. E' chiaramente una storia tutta la femminile quella che viene delineata attraverso le pagine di questo romanzo.

Per le donne di Vardo la pesca significa sopravvivenza e alla morte degli uomini tutte cadono nel panico e nella paura di non potercela fare. Seguiamo, così, le diverse reazioni di ognuna di loro ma sono soprattutto due le donne che seguiamo più da vicino, Maren e Kirsten. Figlia, sorella e futura sposa la prima, moglie la seconda, le due donna cercano, nonostante il dolore immenso e lo spaesamento, di darsi da fare per cercare di non far cadere il villaggio nella povertà profonda.

Il fatto che un intero villaggio sia gestito da donne non è visto di buon occhio dalla corona inglese, essendo Vardo una sua colonia, la quale decide di inviare lì una sorta di pastore facente funzione di sindaco, gestore delle anime e controllore. Non dimentichiamo il fatto che siamo nel 1600, un secolo di tradimenti, dicerie, false denunce e l'accusa di essere tacciata di stregoneria è dietro l'angolo.

Absalom, il controllore, non arriva da solo a Vardo, porta con se sua moglie, Ursa, una ragazza ingenua, molto attaccata alla sua famiglia d'origine e alla sorella malata, fortemente religiosa e allo stesso tempo "devota" al padre che, per problemi economici non esita a "venderla" al migliore offerente. Ursa in breve tempo diventa la terza importante figura di questo romanzo.

Ma non vorrei parlare più della trama altrimenti vi direi tutto, vorrei adesso soffermarmi su quello che mi ha portato questo romanzo. 
Ci troviamo davanti ad un romanzo storico nel quale, però, la Storia fa da sfondo ad una serie di relazioni più o meno significative che vanno a determinare l'andamento della vicenda.
Attraverso la storie delle protagoniste scopriamo la diversità sociale del villaggio e come le difficoltà e la paura di un controllo dall'alto cambino completamente i comportamenti di tutte. Gli atteggiamenti contrastanti tendono ad acuirsi, le gelosie e le invidie comportano automaticamente l'accusa di stregoneria e i rapporti tra le varie donne finiscono con il modificarsi o evolversi in altre cose che, secondo il mio punto di vista, a volte mi sono risultate inutili, banali e scontate.

Ci troviamo davanti ad una storia che ha delle potenzialità enormi nel raccontare cosa significa essere all'interno di un villaggio in cui il sospetto diventa una presenza quasi fisica talmente diventa pressante. Ci troviamo a leggere pagine e pagine di donne che si autoinfliggono questo dolore e questa rabbia continua pur di farsi vedere ligie al dovere o magari solo per non finire nelle mani dell'Inquisizione religiosa.

Ma allo stesso tempo ci troviamo davanti a due donne che si creano una sorta di mondo parallelo nel quale letteralmente pensano ai fatti loro estraniandosi da tutto il dramma che si trova loro attorno.
Una relazione che, proprio per le parti coinvolte, non porta a nulla di positivo nei confronti di chi viene accusato e neanche nei confronti di tutto l'intero villaggio che può cadere o meno vittima di accuse infamanti per il semplice fatto che sia costituito da sole donne e neanche per loro specifica volontà. 

Nel romanzo c'è anche una figura maschile importante, Absalom, marito di Ursa e colui che ha il compito di indagare sulle donne del villaggio per scoprire se sono streghe oppure no. BENE!
Absalom è tratteggiato come una sorta di diavolo che arriva e sconvolge il villaggio mentre nel suo mondo non è nulla di più di una sorta di briciola. Conseguenza? Cerca di fare il gradasso con sua moglie e da qui ci parte una sorta di nuova linea narrativa ovvero il rapporto tra Absalom e Ursa che prende quasi la metà del romanzo.

La Hargrave attraverso questa storia cerca di metterci davanti ad un mondo in cui vengono sondati gli animi femminili nel loro essere più intimo in relazione ad una catastrofe che non rimane solo legata alla loro realtà, ma si amplia in una storia che è mondiale. La tematica della caccia alle streghe per quanto sia stata indicata come fondamentale nella storia, a mio avviso è stata messa da parte in favore di un sondare maggiormente i rapporti tra le donne e la storia della relazione di Absalom e Ursa.
E poi mi ha dato un po' fastidio il fatto che tutto andasse a ruotare intorno ad una relazione omosessuale che è palese che sia stata messa lì per riempire, sia perché non ne se ne capisce la necessità, sia perché il tutto ha un'evoluzione fulminea che non si ha neanche il tempo di capire cosa stia succedendo e come ci si è arrivati.

In realtà, devo ammettere che mi è piaciuto anche qualcosa di questo libro, l'autrice è riuscita a creare uno stato di tensione crescente attraverso lo sfogliare delle pagine fino ad arrivare ad un punto di tensione massima con l'intervento di Absalom sulla comunità.
Mi è piaciuto anche il modo in cui vengono ricreati gli ambienti e le descrizioni dei personaggi di cui comunque riusciamo a comprendere le sensazioni e le paure.

Insomma, credo che VARDO DOPO LA TEMPESTA sia una lettura bella da fare nonostante io abbia fatto un post in cui vi parlo solo di alcuni dei suoi difetti, dico alcuni perché ce ne sono molti che avrebbero anticipato troppe cose. Trovo che il libro sia scritto bene e che si faccia leggere velocemente, ma non posso dirvi che sia il libro prefetto perché non lo è, a mio avviso, ovviamente.


VOTAZIONE:



Leggere VARDO DOPO LA TEMPESTA per me ha significato fare molte corse sulle montagne russe, ho trovato tanti difetti, ho apprezzato molto le descrizioni che mi hanno permesso di sentire, a volte, l'odore del grasso di renna e delle pelli mal conciate e dell'olio usato per illuminare le stanze. Ho trovato molte cose di cui non ho capito la logica e molte che invece avrei voluto avere delle spiegazioni maggiori e dei riferimenti più incisivi a  livello narrativo.
Nonostante tutto non posso dire che sia un libro brutto, soprattutto perché quando si trovano degli argomenti su cui discutere credo che sia sempre una buona lettura.

Fatemi sapere se avete letto questo romanzo, se vi è piaciuto. Spero di non avervi fatto arrabbiare troppo nel dire i difetti che c'ho trovato, ma fatemi sapere se condividete il mio pensiero o se invece non ho capito nulla.

Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare delle bellissime letture. A PRESTO!!!