Ebbene si, dopo giorni di latitanza, signore e signori, RRRRRRRULLO DI TAMBURIIIIIII...
Sono qui, di nuovo, con una recensione su cui ho meditato a lungo senza arrivare a modificare le idee iniziali che mi sono fatta.
Lettura che, con molta lentezza, ho fatto per la THE HUNTING WORD CHALLENGE per la quale ho spuntato la parola SABBIA, la prima dopo un mese dall'inizio della nuova tappa, CE LA POSSO FARE!!!.
Ma torniamo alle cose serie, vi lascio al post e vi auguro una buona lettura!
TRAMA: Lila e Lenù sono due ragazzine molto diverse tra loro. Vivono in un Rione della Napoli degli anni 50, quando la storia inizia hanno intorno ai sei/sette anni. Il Rione è casa, per loro, ma è anche teatro di violenza, malavita, giovani che sono fermi nelle posizioni prestabilite dalle generazioni che li hanno preceduti.
Lila e Lenù cercano, però, di cambiare la loro vita, anche in questo caso lo fanno in modo diverso, lo studio e la famiglia.
Un romanzo che racconta di due vite e di una amicizia, ambientato in un quartiere che rappresenta uno spaccato dell'Italia del Sud.
Titolo: L'amica geniale
Autore: Elena Ferrante
Anno: 2015 (Ristampa)
Casa Editrice: E/O
Pag: 327
Prezzo: 18,00 euro
VALUTAZIONE:
Dopo averne sentito parlare per mari e per monti, dopo averne visto copie in ogni dove, dopo che la curiosità iniziale ha lasciato il posto ad una pacata voglia di capire il perché di tanto successo, eccomi avvicinata al mondo di Elena Ferrate e delle sue due protagoniste!
La recensione è stata molto sofferta, non tanto perché non sapessi cosa scrivere, quanto per il fatto che ho letto il libro molto, ma moooolto lentamente, cercando di capire se le mie idee iniziali potessero essere valide anche per quando sarei arrivata alla conclusione del libro, eee, bhé non so se la recensione che ne uscirà sarà molto positiva, ecco.
Se guardate la votazione sicuramente avete già un primo accenno, ma ora cercherò di spiegarvi in maniera comprensibile le mie ragioni.
Non so se la mia misura di giudizio sia estremamente severa o sono proprio io a non riuscire ad apprezzare pienamente i libri che tutti amano. Una domanda che mi sono posta tantissime volte, ma alla fine io non riesco a fare finta che un libro mi sia piaciuto se poi alla fine non è stato così, quindi beccatevi un commento fuori dalle righe ;-)
Partiamo dalle cose che ho apprezzato del romanzo, Sì, qualcosa la salvo, non tutto, ma una cosa si dai, la descrizione della vita del Rione nella Napoli di quegli anni mi è piaciuta molto, e la differenza che si nota nel momento in cui si esce dal rione è palpabile anche se poi ci sono degli elementi, anche piccoli, che ricordano al lettore da dove si origina il racconto. Quasi come a voler sottolineare il fatto che pur allontanandosi dal Rione, quella scia così caratteristica di violenza, più o meno velata, rimane attaccata addosso alle nostre due protagoniste.
A questo proposito, parlando dei personaggi, devo dire che non ne ho trovato nessuno particolarmente simpatico.
Lenù mi sembra una stalker ossessionata dal Lila, dal suo modo di essere, dalla sua sfacciataggine, dal suo coraggio e dal suo cacciare la testa quando necessario. Non mi è piaciuto affatto il suo comportamento, mi ha irritato abbastanza e devo dire che non ne ho trovato il senso. Una amicizia che si basa essenzialmente su una continua gara a senso unico, perché poi Lila non si accorge del comportamento di Lenù nei suoi confronti. Non ho capito come possa essere considerato positivamente, dai lettori, l'ossessivo confronto tra la sua vita, di Lena, e quella di Lila, confronto che viene fatto per ogni cosa da Lenù, a scuola, con le amicizie, con i fidanzati e con la vita in generale. Insomma un atteggiamento che non ho apprezzato e mi ha dato fastidio, sinceramente.
Lila è meno ossessiva, ma solamente perché pure lei ha le sue belle gatte da pelare. Una famiglia violenta che le tarpa le ali per qualunque cosa lei voglia fare. Un padre e un fratello che non fanno altro che guardare quale sia il partito migliore cui poter assoggettare Lila, non considerando affatto la sua capacità di giudizio.
Insomma, posso capire che la mentalità dell'epoca sia molto diversa dalla libertà di oggi, ma certi comportamenti li ho trovati veramente assurdi e asfissianti.
Anche l'incapacità di vedere un futuro migliore non ha fatto altro che intristirmi e irritarmi.
Purtroppo non mi ha molto colpito questo primo volume, sicuramente continuerò a leggere la storia perché voglio pensare che questo sia stato un volume introduttivo a un qualcosa di più accattivante, ma non so.
Ho trovato la prima parte del libro molto lenta e pesante, mentre l'interesse è cominciato ad arrivare solamente con la crescita delle due protagoniste. Insomma, forse partire da una età così piccola non mi ha convinto molto, per questo vorrei provare a leggere anche gli altri volumi.
Anche per questa lettura, amata da tutti, il mio giudizio non è stato del tutto positivo, vi assicuro che non voglio essere il bastian contrario per forza, dico quello che penso e se questo non corrisponde a quello che gli altri dicono... e me ne farò una ragione, pazienza :-)
Voi avete letto la tetralogia? Cosa ne avete pensato? Se lo avete letto, i volumi successivi sono migliori del primo o si tratta di una serie che va a calare?? Insomma se ne avete, datemi informazioni SENZA ANTICIPARMI NULLA, mi raccomando!
Nel frattempo vi auguro di fare buone letture e vi mando un abbraccio, a presto, spero!!!
Ciao Mikla! Questa autrice mi ha sempre incuriosito, forse perché anche io l'ho sentita nominare in ogni dove e prima o poi avevo intenzione di iniziare proprio questa tetralogia. Ma credo che aspetterò le tue prossime recensioni per farmi un'idea più chiara, per ora questo primo volume non mi ispira parecchio :)
RispondiEliminaCiao Maria :-) Sono sempre stata una di quelle persone che non apprezza mai a pieno i libri troppo acclamati. Non è per partito preso, anche perché poi li leggo (con i miei tempi) ma proprio che non riesco a leggerla come fanno tutti questa storia. Magari con gli altri volumi le cose migliorano, non so, per adesso un giudizio tiepido tiepido.
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