01 aprile 2017

RECENSIONE "IL PALAZZO DEGLI INCONTRI" di JOHN BOYNE

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Buon sabato lettori :-) Stamattina, contrariamente a quello che faccio di solito, vi scrivo subito le mie impressioni sul secondo libro dell'ottavo giro di ruota che ho terminato ieri sera. Della serie COTTO E MANGIATO ecco cosa ne ho pensato, BUONA LETTURA!!!


TRAMA: Georgji ha 15 anni e vive in un piccolo paese contadino della Russia, quando il vice dello zar Nicola II si trova a passare di lì durante una delle sue campagne di controllo sul territorio. Durante la visita il migliore amico di Georgji cerca di uccidere il vice dello zar e Georgji riesce a sventare l'attentato a scapito della vita del suo amico. Inizia così una nuova vita per Georgji che viene portato al Palazzo d'inverno per diventare la guardia del corpo del figlio dello zar. Ma il palazzo non gli riserverà solamente questa sorpresa, è lì che incontra l'amore della sua vita, un amore proibito e per questo ancora più prezioso. Sullo sfondo, la storia della Russia nel 1918, la Rivoluzione in atto e la Guerra che vede impegnato lo zar. e coinvolta la sua famiglia, i Romanov, che vede proprio in quegli anni la fine della loro dinastia.

Titolo: Il palazzo degli incontri
Autore: John Boyne
Casa Editrice: Rizzoli
Anno: 2013
Pag: 414
                                                               Prezzo: 14,90 euro



VALUTAZIONE:



Questa volta pensavo davvero di non riuscire a portare a termine questo secondo obiettivo, pur avendo fatto l'ordine poco tempo dopo aver saputo gli obiettivi da portare a termine per questo giro, il corriere non si decideva a portarmi il pacco, ma CE L'HO FATTA, Yeah!!!
Tornando a fare le persone serie devo dire che il libro è stato letto per LA RUOTA DELLE LETTURE ed in particolare per l'obiettivo che mi chiedeva di LEGGERE UN LIBRO SUGGERITO DALLA PROPRIETARIA DEL BANNER, in questo caso de LA BIBLIOTECA DI ELIZA.

John Boyne è conosciuto principalmente per aver scritto Il bambino con il pigiama a righe, che io personalmente non ho letto ma ne ho visto il film, tristissimamente triste!
Non sapevo cosa aspettarmi da questo autore, voglio dire, guardando la trama mi sembrava una lettura interessante, e per certi versi lo è stata, ma nel complesso non è stata una lettura indimenticabile, diciamo così.
Ma andiamo con calma e vi racconto tutto...

Georgji è figlio di un contadino di un piccolo paese della Russia, Kasin, un giorno passa di lì il vice dello zar Nikolaevic. Ci troviamo nel 1918, un periodo difficile per la Russia e per i contadini, scontenti e impoveriti dalla rivoluzione e dalla guerra imminente che li avrebbe inevitabilmente coinvolti. Il popolo era diviso a metà, tra chi amava lo zar e la sua famiglia e poi i bolscevichi, coloro che invece erano a favore della loro deposizione.
Una situazione difficile che, proprio a Kasin, aveva un rappresentante, il padre di Kalek, migliore amico di Georgji il quale, per far colpo su suo padre, faceva ogni cosa gli venisse ordinata, anche l'uccisione di Nikolaevic. L'attentato non andò a segno grazie all'intervento di Georgji che, seppur con l'intenzione di non far mettere nei guai il suo amico, riesce a coprire il vice prendendosi lui la pallottola. Questo garantisce a Georgji un futuro, sebbene contrario alla sua volontà, il padre accetta di lasciarlo andare via, prendendo un lauto compenso per far si che Georgji divenisse la guardia del corpo del figlio dello zar.
Arrivato al Palazzo d'inverno, Georgji entra in stretto contatto con la famiglia dello zar e lo zar stesso, tanto da diventarne un uomo di fiducia, presente in ogni momento della famiglia. Lì incontra Anastasja, la figlia più piccola dello zar Nicola II e suo grande amore.
Nel 1981 Georgji deve assistere sua moglie, Zoya, malata terminale di un cancro alle ovaie, da qui prende inizio il racconto della loro storia matrimoniale e delle difficoltà di vivere in un paese diverso da quello di nascita. 

Questa la trama, un pochino lunga ma non vi ho comunque raccontato nulla di compromettente, state tranquilli.
Adesso vi racconto quello che ne ho pensato io di questo libro...

Come avete visto, il giudizio che ho dato non è stato molto positivo, questo non perché la storia sia proprio brutta, ma lo scrittore, secondo me, non ha sfruttato a pieno la sua potenzialità. 
La storia si divide in due filoni narrativi, anche se molto particolari, quello legato alla storia di Georgji e il suo arrivo al Palazzo d'inverno, da una parte, e quello della sua vita matrimoniale con Zoya, dall'altra. Quindi noi ci troviamo a seguire due storie, con lo stesso protagonista, che non sono altro che il racconto di una serie di episodi legati alla sua vita e che non necessariamente, soprattutto nella parte della vita matrimoniale, sono legati fluentemente tra loro.
Bisogna fare una netta distinzione tra le due narrazioni, soprattutto perché la parte dedicata alla vita nel Palazzo è comunque rappresentata in maniera cronologica, quindi leggiamo la storia dello zar Nicola II e della sua famiglia durante il difficile periodo storico, anche perché una parte del romanzo è stato scritto per raccontarci proprio quella che è stata la fine della famiglia Romanov.
Allo stesso tempo, la nascita della storia d'amore proibita tra Anastasja e Georgji, che comunque è importante ai fini della narrazione.
La seconda storia, di cui ho apprezzato molto il modo in cui si è scelto di narrarla, è quella legata alla vita matrimoniale di Georgji che la racconta partendo dalla malattia di sua moglie, per poi arrivare ai primi anni di matrimonio toccando alcuni dei momenti più importanti della loro vita insieme.
Ecco qui arriviamo alla nota dolente, perché è proprio in questo secondo filone che ho riscontrato maggiori carenze.

Quando, a lettura ultimata, mi sono messa a ripensare alla storia e alla vicende che l'autore ci racconta, sono arrivata alla conclusione che, prima di tutto, molte delle cose che avrebbe dovuto raccontare, non le ha dette, poi che tutto è solo un accenno a momenti di vita di cui, in molti casi non c'è che una parola o due, quindi già dire che si accenna è dire troppo. 
Insomma io adesso vorrei parlare più direttamente altrimenti non riuscite a capire cosa intendo, e mi scuso per chi vorrà leggere questo libro, ma non so fare altrimenti.

Zoya, la moglie di Georgji, è sicuramente una donna che nella sua vita ha avuto molti problemi, soprattutto da un certo momento in poi. Questo si è riversato sulla sua salute mentale e sulla sua stabilità psicologica ma, la cosa che mi chiedo principalmente è: per quale motivo tutto quello che succede attorno a loro dovrebbe essere sempre colpa sua??? E' una cosa totalmente priva di senso e l'autore pure butta lì questa frase, uscita ovviamente dalla bocca di Zoya, senza spiegarne il perché. Oppure ad un certo punto si parla di come Georgji viene ingaggiato dall' NKVD spiegando come avveniva l'incontro con chi di dovere... E quindi? Ai fini della storia questa cosa messa lì a caso come se fosse una cosa normale nella sua vita che senso ha? E pure la moglie che lo vede rientrare a tutte le ore più assurde non gli dice niente ed è tutto normale... MAH! 
Insomma adesso non sto qui a dirvi tante altre cose che sono tutte su questo livello, ma vedete da voi che non c'è molto senso logico in una narrazione di questo tipo.

Insomma c'erano tutte le premesse per realizzare un romanzo che avrebbe potuto essere molto coinvolgente se fosse stato molto più approfondito. 
La cosa che sicuramente ho apprezzato è la tecnica narrativa del raccontare il suo matrimonio negli anni a ritroso, nel senso che partendo dal  1981 si va indietro, l'unica a poter essere apprezzata a pieno.

Il romanzo, come avrete capito, non è che non mi è piaciuto, ma è una storia incompleta, una storia che aveva bisogno di più legami tra le vicende, che fosse un po' più coerente nelle sue parti e che, soprattutto, fosse ripulita di molti elementi superflui.
Ovviamente tutto questo è frutto della mia esperienza di lettura e non deve essere legge.
Una storia che ho letto comunque con piacere, anche perché lo stile è molto scorrevole e il lettore è spinto a voler conoscere le vicende dei protagonisti, per questo ci sono rimasta male del modo in cui le vicende sono trattate.
Nonostante tutto è una lettura che si può fare per staccare, ma senza riporvi altissime aspettative, ecco. 
Una storia che ha delle potenzialità nella rappresentazione di personaggi che si completano a vicenda, Zoya è fragile ma orgogliosa, Georgij è forte, innamorato della sua donna, anche se questo non deve essere visto come una sua debolezza. Ho detto innamorato perché si percepisce il rispetto che ha per lei, la paura di perderla che, però, non lo manda mai fuori dalla ragione, è un personaggio che non ha paura di sacrificarsi per quello che vuole e che ama. Insomma sono due bei personaggi che, però, hanno avuto la sfortuna di essere parte di una storia poco sviluppata, ed è un peccato, secondo me!

Con questo vi ho raccontato le mie impressioni, non sono state pienamente positive ma non dovete neanche pensare che il libro sia da buttare, purtroppo non posso entrare troppo nello specifico altrimenti vi farei degli spoiler assurdi e non mi sembra il caso di rovinarvi la lettura di una storia che è anche abbastanza prevedibile, quindi... 
Vi saluto così, vi auguro di fare un buon week end, di godervi questo inizio di primavera e di fare tantissime e bellissime letture... Buon Viaggio tra le pagine dei vostri libri amici lettori!!!

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