07 aprile 2017

RECENSIONE "TEMPESTA" di LILLI GRUBER

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Buon Venerdì amici, questa mattina risveglio brusco, mia madre si è presentata da me, che ancora dormivo, dicendomi che mancano solo dieci giorni a Pasqua e che vuole organizzare un pranzo "come si deve" dice lei. Mi permetto di dire che in casa si mangia normalmente, quindi sta cosa del "come si deve" la capisce sempre e solo lei, sappiatelo! 
Dovete anche sapere che sono una persona che quando si sveglia ha bisogno di capire chi sia, dove si trova e quale è il suo ruolo nel mondo, e poi comincia a carburare e a capire che, sì, dovrei svegliarmi davvero. Tutto questo per dirvi che, dopo le chiacchiere della mamma, mi sono ricordata di dover scrivere la recensione per oggi e quindi i miei sensi si sono dovuti svegliare più velocemente.

In pratica sto mettendo le mani avanti così, se troverete cose prive di senso, sapete quale motivo c'è dietro... Adesso non mi resta che augurarvi BUONA LETTURA!!!




TRAMA: Hella e Wastle sono a Berlino per trascorrere insieme un'ultima settimana d'amore prima della partenza per la guerra, siamo nel 1941. Sul treno del ritorno, dopo aver salutato il suo fidanzato, Hella incontra un ragazzo, Karl con il quale entra subito in confidenza. Le loro storie si intrecceranno più volte nel corso degli anni fino al 1945, e proprio attraverso le loro vite riusciamo a conoscere la visione della guerra nel Sudtirolo e le conseguenze che questa ha avuto per la popolazione. Nel frattempo la storia del mondo mette in evidenza l'ascesa e il declino di uno dei personaggi più terrificanti della storia mondiale, Adolf Hitler.

Titolo: Tempesta
Autore: Lilli Gruber
Casa Editrice: Rizzoli
Anno: 2015 (Ristampa)
Pag: 385
Prezzo: 13,00 euro




VALUTAZIONE:



Solitamente lascio questo tipo di letture al periodo estivo, non so perché, sono sempre stata una persona che va contro corrente, anche in fatto di letture. Non sono una di quelle lettrici attente a leggere un determinato libro a Natale o in Primavera perché le storie sono più adatte a quei periodi, solitamente leggo quello che mi ispira di più tra le tante storie che la mia libreria custodisce ancora non lette.
Mi sono accorta, però, che in questo periodo è nata una voglia di leggere questo tipo di vicende, nonostante io le conosca ormai, sono anni che ne leggo, ma ogni volta sembra come se mi trovassi a leggere un racconto nuovo e struggente, ed ogni volta il mio cuore si frantuma e si ricostruisce pronto per accoglierne di nuove.
Magari penserete che sono masochista, ma non è così, conoscere la storia del nostro paese e del mondo, in relazione alle tragedie che si sono vissute e superate, anche con ingenti perdite, deve essere sempre un monito per farci andare avanti nei nostri problemi, piccoli o grandi che possano essere.
Forse è perché sto vivendo ancora un periodo duro che mi sento più favorevole a queste storie, chissà, fatto sta che questo periodo tra una lettura più leggera e l'altra, mi cimento anche in questo genere.

"In tempo di guerra ciascuno è sprofondato in un dramma interiore che risucchia ogni pensiero, quelli banali come quelli importanti. Come se si dovesse familiarizzare con la morte, e per farlo ci si distaccasse dalle vite altrui. Persino dalla propria."

La storia che vi racconto oggi è la continuazione di quella che la Gruber ci aveva regalato in EREDITA'. Si tratta della storia di una parte della sua famiglia la quale, in realtà, diventa un tramite per raccontare la storia del Sudtirolo e della sua popolazione negli anni della Seconda Guerra mondiale, in questo secondo libro.
La protagonista principale è Hella, ultima figlia di Jakob e Rosa, la figlia ribelle e idealista che con l'arrivo dei tedeschi ha deciso di prendere parte attiva al cambiamento per la costruzione del Reich. Accanto alle vicende di Hella c'è quella di Karl, un ragazzo in fuga da Berlino che incontra per caso alla stazione della città. Le loro vite si intrecceranno più volte nel corso del romanzo, ed ogni volta sono costretti a farlo in modo poco evidente.
Ovviamente un elemento determinante di tutto l'andamento del romanzo è la Seconda Guerra mondiale e in particolare l'OPZIONE. 
L'OPZIONE è una legge creata nel 1939 da Hitler e Mussolini con la quale davano la possibilità a tutti i sudtirolesi di lingua tedesca di "scegliere" il posto in cui vivere. Se le persone avessero optato per la Germania, avrebbero ricevuto delle garanzie in fatto di case, terreni, e tutele economiche, altrimenti sarebbero rimasti nella loro terra natia ma senza alcun tipo di privilegi (dableiber).
Buona parte del libro si concentra su questa scelta perché Hella lavora nell'ufficio in cui si organizzano i documenti per la partenza degli optanti.

La situazione generale è piuttosto ricca di vicende se considerate che, proprio in questa guerra, ci sono molti eventi che hanno portato alla creazione dell'Europa moderna. Vi faccio un punto su tutte le cose principali che succedono. 
La guerra imperversa in ogni parte d'Europa, Berlino è bersagliata dai bombardamenti degli alleati che la radono al suolo, questo porta il Reich a spostare la sua sede operativa a Bolzano e Merano, cuore del Sud Tirolo. Nel frattempo Hitler cerca di mantenere in alto il suo potere provando a conquistare la Russia, punto nevralgico dell'economia mondiale e fornitore prezioso di petrolio e gas. In Italia le cose non vanno meglio, Mussolini è ormai diventato una marionetta nelle mani di Hitler, gli alleati sbarcano in Sicilia e da lì cercano di risalire per fermare i tedeschi che, nel frattempo si sono sostituiti ai fascisti. La presenza dei nazisti porta l'Italia a spaccarsi perché i tedeschi cercano di fermare l'avanzata degli alleati ma portano con loro morte e distruzione. Cominciano i rastrellamenti degli ebrei in tutte le città che attraversano, a Roma il ghetto ebraico viene razziato totalmente e le notizie della presenza di campi di concentramento in Polonia si fa sempre più insistente.
In tutto questo quadro piuttosto disastroso, Bolzano rimane una sorta di isola felice, colpita da qualche bombardamento, ma sempre meno rispetto ad altre persone. E' a Bolzano che si trova il bunker indistruttibile del Fuhrer ed anche il primo modello di campo di concentramento in cui vengono internati ebrei, comunisti, disertori e oppositori del regime per fabbricare armi, mattoni e falsificare banconote.

Ho dovuto fare questa premessa piuttosto lunga per darvi un'idea generale, ovviamente, delle condizioni in cui la Gruber ambienta la sua storia. In una nota iniziale viene spiegato che la storia di Hella è reale e continua le vicende del primo volume. Per quanto riguarda Karl e la sua vicenda, credo sia una storia inventata per dare spazio a tutto quello che effettivamente è successo nel mondo, ma non ci sono informazioni sicure su questa cosa, è un pensiero che ho avuto dopo aver finito la lettura.

" "Lo so cosa stai pensando, Hella. E hai ragione. Ma i cimiteri sono pieni di coraggiosi..." Tobias si interrompe e Hella scorge nei suoi occhi sempre ironici un'ombra di profonda tristezza. "A fare la storia sono sempre i coraggiosi, che muoiono al comando degli ambiziosi. Non ti sembra un enorme spreco? Non ne hai passate abbastanza? La guerra degli eroi è una favola, sei troppo grande per credere alle favole." "

Quando ho deciso di leggere di nuovo la storia di Hella ed ho aperto il libro ho avuto subito l'impressione di essere tornata a casa, non so se è capitato anche a voi qualche volta con i libri che avete letto. E' una cosa strana da dire, soprattutto se consideriamo il periodo in cui la storia è ambientata, ma è stato così. Ritrovare Hella, la sua caparbietà nel portare avanti i suoi ideali, nel vivere una vita che sia la sua rappresentazione, mi ha fatto sentire di conoscerla da sempre. 
La storia di Hella è ciò che manda avanti il romanzo, Hella è innamorata follemente di un soldato che deve obbedire agli ordini e partire per una guerra già persa in partenza. L'attacco alla Russia, economicamente e numericamente più potente, come era ovvio, aveva spazzato via l'esercito tedesco in tutti i suoi tentativi di conquista. Tra le numerose vittime mietute dal freddo, dalla fatica e dalle avverse condizioni atmosferiche, nei confronti delle quali i tedeschi sono partiti sprovveduti, c'è anche Wastl, cosa che porta Hella a subire un profondo squarcio, ma allo stesso tempo anche un risveglio coscienzioso, diciamo, che la porta a capire che forse anche la politica che ha sostenuto fino a quel momento non era tutta così positiva.
Il suo ruolo nella regolazione dell'Opzione la porta a contatto con persone che, forse, prima di lei, si sono rese conto dell'inganno che si nascondeva dietro quella legge. E la sua stessa famiglia si ritrova a indugiare sulla esecuzione della stessa. La presa di coscienza di qualcosa che si è creduto falsamente giusto è pesante per chi, come Hella aveva sempre sostenuto con forza la sua forza innovativa.
Se in Eredità, infatti, Hella ci veniva presentata come una ragazza intraprendente, fedele, impavida e incosciente nei confronti del Reich, in Tempesta, progressivamente troviamo una donna rassegnata ad una verità incontrastata: il Reich ha perso, e i suoi stessi fedelissimi cominciano a non sostenerlo più.

La figura di Karl è emblematica in questo senso, grazie a lui veniamo a conoscenza di ciò che avvenne nelle file dirigenziali dei Reich nel momento in cui si fa sempre più evidente la difficoltà, per Hitler, di sopravvivere.
Karl è un abile falsario e il suo compito è quello di realizzare cento documenti falsi da distribuire ad una lista di uomini che avrebbero dovuto fuggire facilmente dall'Italia e dalla Germania. Quello che la Gruber ci presenta attraverso Karl, non è altro che la vigliaccheria di questo gruppo di uomini che si sono sentiti forti nel momento di grande splendore e che poi non esitano ad abbandonare la nave che affonda.
Parlandovi di tutte queste cose non sto certamente facendo delle anticipazioni, è storia reale e quindi, chi più, chi meno, anche per una infarinatura generale conosce già questi eventi.

Quello che, però, credo debba spingere a leggere questa duologia, è il fatto che in tutte le pagine si respira quel profondo senso di appartenenza ad un territorio e ad una patria che è tipico di una popolazione che, pur facendolo in modo sbagliato a mio avviso(denigrando gli italiani), non vuole altro che vedere riconosciuta la propria patria.
Ancora una volta ci troviamo a leggere la storia di persone che, nonostante fossero state costrette e illuse a lasciare la loro terra natia, ci sono tornate da clandestine, di persone che pur avendo optato hanno cercato in ogni modo di prolungare la partenza pur di non abbandonare la loro casa e la loro terra. Leggiamo la storia di un popolo che ha partecipato ad una guerra sanguinaria pensando di essere dalla parte dei vincitori, quegli stessi vincitori che non hanno esitato un secondo a sacrificarli per i loro scopi personali o palesemente irrealizzabili.

"L'ho incontrata in Sudtirolo, questa disperazione negli occhi dei vecchi combattenti. E ogni volta mi ha fatto male al cuore. Sento che hanno così tanto da dire, tanto dolore da esprimere, tante immagini di orrore a incrostare la memoria. Ma le parole rimangono bloccate in gola. La confessione che potrebbe liberarli si spegne in un sospiro faticoso. E' vergogna? Sono stati sacrificati a un'ideologia di odio e sono finiti nel campo dei vinti. Per poi scoprire che milioni di persone erano annientate dalla macchina di cui loro erano un ingranaggio. Minuscolo, ma comunque un ingranaggio."

Questa è una storia di dolore personale che si unisce a quella di un dolore nazionale e mondiale, per la perdita di persone amate, per la delusione nei confronti di ideali fortemente sostenuti, per la presa di coscienza che l'uomo, a volte, si trasforma in un essere immondo che non percepisce realmente la portata del suo progetto di epurazione. E' la storia di persone che tornano da una guerra di decimazione di massa senza avere più lacrime che bagnano le guance, è la storia di persone costrette a scegliere tra la loro vita e quella di chi ha la sfortuna di essere ebreo e doverli trattare in modo disumano. E' la storia di padri di famiglia che tornano a casa e non hanno più voglia di godersi la propria famiglia perché svuotati di tutto.
Una storia d'amore, quella di Hella e di coraggio, quella di Karl, che mi hanno permesso di conoscere un nuovo lato della storia del nostro paese e lo hanno fatto in modo dignitoso per tutti coloro che vi hanno preso parte.

Quello che ho apprezzato di più di tutto il libro è il, fatto che la Gruber dà voce a tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di parlare prima, e lo fa mettendo anche il suo pensiero personale in prima linea. Ovviamente ognuno è poi libero di sostenere o meno ciò che viene detto in questo libro ma le emozioni, ancora così tangibili, sono un grande dono.
Se, come me, avete apprezzato il primo volume, sicuramente apprezzerete anche questo, sebbene la parte romanzata è molto più presente qui. La storia di Hella, è la storia di molte donne che si sono ritrovate a vivere una realtà che non è stata compresa da tutti per intero. 
Si vede come non sempre si avevano informazioni reali su quanto accadesse in realtà e questo andava a favore dei bollettini ufficiali che venivano trasmessi per le radio, a parte radio Londra, la più realistica.

Una lettura che mi ha emozionato molto, che mi piace per il suo essere completa nella sua parte storica e romanzata, parti che si mescolano in maniera perfetta. Lo stile della Gruber non risente affatto del suo essere giornalista, è una scrittura partecipata, complice anche il fatto che la tematica è molto cara all'autrice. 
Insomma una lettura che dovete fare, se siete appassionati del genere e se volete conoscere un'altra parte della storia del nostro paese. 

Io spero di avervi convinto a leggere almeno uno di questi due volumi perché meritano davvero attenzione. Sono dei libri che parlano di storia, certo, ma si leggono molto facilmente e per tutti i termini scritti in tedesco ci sono le spiegazioni alla fine del volume.
Anche per questa lettura vi ho detto tutto o meglio tutto quello che posso dirvi senza anticiparvi nulla di ciò che viene raccontato, quindi spero che vi sia piaciuta, che mi facciate sapere cosa ne pensate. Avete letto questo libro? Come vi è sembrato? Vi piace questo genere di letture? Avete qualche titolo da suggerirmi??
Fatemi sapere con un commento, se vi va, io vi saluto, vi mando un grande abbraccio, vi ringrazio per le visite e vi auguro di fare bellissimi viaggi tra le pagine dei vostri libri!!!

2 commenti:

  1. Ciao Mikla, mi interessano molto questo tipo di libri, che parlano di storia ma che lasciano tantissime emozioni. Della Gruber non ho mai letto nulla e ti confesso che non mi ha mai ispirato come giornalista, ma mi fido del tuo giudizio e sicuramente prima o poi proverò a leggere le sue opere, anche perché la storia è una materia che io amo tantissimo :)
    Mi è piaciuto molto il tuo commento sulla mia recensione di La guerra dei nostri nonni e credo a quello che dici, ho molto apprezzato il tuo ragionamento.
    Buon fine settimana :-*

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    1. Devo dirti la verità, all'inizio neanche io mi fidavo molto della Gruber, una sensazione a pelle, poi per curiosità ho approfittato di una promozione e ho preso EREDITA' e me ne sono innamorata. Se ti piace la storia leggilo, ti piacerà sicuramente :-)
      Per il tuo post, mi ha fatto piacere trovarne un'opinione perché di solito la saggistica non viene recensita, e confesso che anche io mi trovo in difficoltà a farlo, pur leggendo molti saggi. Hai fatto bene a farlo e sicuramente lo leggerò presto, quindi grazie a te per averlo recensito ;-)

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