Buon Venerdì amici Viaggialettori oggi si conclude una settimana pienissima di post e recensioni che spero vi abbiano dato qualche spunto di lettura. Anche per oggi la recensione riguarda una sfida di lettura, la THE HUNTING WORD CHALLENGE per la quale ho spuntato la parola PASSATO.
Un libro su cui mi sono fatta tutto un film, a vederne la copertina, diventato delusione, yeah! Ma leggete il post per capirne qualcosa di più, BUONA LETTURA!!!
TRAMA: Benny è un bambino tedesco che viene portato in Inghilterra, con altri bambini, per essere salvato dalla furia nazista. Cresce in una casa molto grande, Fairfleet, accolto dai coniugi Dorner che lo inducono a diventare un vero inglese. Rosamond è un'infermiera quarantenne che assiste Benny nell'ultimo momento della sua vita a causa di un tumore in fase terminale. Rosamond non è nuova a Fairfleet, di cui Benny è diventato, negli anni, proprietario. Anche lei ha vissuto lì, nipote di Harriett Dorner.
Due personaggi che fuggono da storie difficili del loro passato e che trovano in loro la forza per affrontare il dolore.
Titolo: In fuga dal passato
Autore: Eliza Graham
Casa Editrice: Amazon Crossing
Anno: 2016
Pag: 324
Prezzo: 9,99 euro
VALUTAZIONE:
Finire la lettura di questo libro è stata una scommessa con me stessa per il fatto che non capivo quale nesso ci potesse essere con quello che l'autrice ci stesse raccontando.
Poi ho cominciato a pensare che la storia fosse costruita su una sorta di parallelismo, e non è stato propriamente così... Insomma diciamo che si tratta di una storia non ben definita che solamente alla fine può trovare un suo perché, ma il tutto dipende sempre dai punti di vista!
La storia parte con una vicenda legata alla guerra, ad un progetto di accoglienza che vede Benny protagonista nel 1939. Il tutto si svolge all'interno di una grande tenuta, Fairfeet, che diventa il teatro di tutte le storie che ci vengono narrate.
Benny, protagonista del 1939 e della contemporaneità ci fornisce la storia di cornice nella quale si va poi ad inserire quella di Rosamond, divenuta la sua infermiera nonché ex abitante di Fairfeet degli anni 70 più o meno.
L'andamento della narrazione è un po' particolare perché a parte la storia - cornice, la parte centrale si concentra su una alternanza più o meno prolungata, di momenti legati alla storia di Rosamond bambina e adulta.
I due protagonisti rimangono, comunque, Benny e Rosamond che sono accomunati molto di più che da una semplice permanenza a Fairfleet, dimora teatro di tanti avvenimenti e tutti rilevanti nella vita dei protagonisti accomunati da un grande senso di colpa che li ha portati a vivere in un dolore costante la loro vita.
Non starò qui a svelarvi le vicende del'uno e dell'altra, sappiate che io ho trovato queste storie carine ma non propriamente coerenti nell'insieme della narrazione.
La sensazione che ho avuta è quella di una autrice che ha deciso di unire tra loro due storie costituenti due blocchi completamente isolati l'uno dall'altro e che, volendo metterceli per forza tutti e due, ha finito per inserire un elemento che potesse unirli, la figura di Harriett.
Per più della metà del romanzo non ho capito dove l'autrice volesse portarmi e non ho apprezzato molto questa cosa di trovarmi a leggere una storia che, si avrei potuto comunque apprezzare come storia vera, ma che non c'entrava nulla con quanto si stava raccontando. Fino alla fine, in effetti, non ci ho trovato nulla di coerente nelle due storie ed è stato un peccato proprio perché i due filoni narrativi rimangono separati.
Ci sono molti personaggi che fanno delle semplici comparsate e che vengono trattati da protagonisti e poi alcuni che vengono inseriti e non hanno un perché.
Insomma, mi aspettavo una lettura più decente e purtroppo non è stato così, quindi giudizio negativo ma non troppo perché i filoni narrativi non sono stati proprio malaccio.
Le storie non portano niente di nuovo e sicuramente l'autrice poteva concentrarsi maggiormente sulla storia di Benny del 1939 per parlare di qualcosa di poco noto riguardo la guerra.
Penso, inoltre, che i personaggi siano stati poco considerati dall'autrice e che nonostante avrebbero dovuto essere le voci principali delle narrazioni, siano poi diventati solo dei personaggi di contorno a storie che riguardano altri. Come ho detto l'elemento che li accomuna è questo senso di colpa per azioni compiute nel loro passato e che non vi starò a raccontare, ovviamente, ma pure in questo caso, non risultano particolarmente rilevanti.
Insomma una delusione di storia!
Non credo di avere altro da dire su questa vicenda quindi lascio a voi la parola, fatemi sapere se avete letto questo libro e cosa ne avete pensato.
Io nel frattempo vi mando un abbraccio e vi auguro di passare un buon weekend!!!
Dalla tua recensione mi sembra proprio che si possa passare oltre ;-)
RispondiEliminaPurtroppo è una storia costruita male perché le premesse non sembravano proprio malaccio :-/
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