Reduce da due svenimenti per strada mi ritrovo a recuperare le forze e le energie cercando di parlarvi di un libro che mi è piaciuto ma con qualche riserva, sebbene la cosa potessi aspettarmela essendo un secondo volume di una trilogia.
Nonostante ciò, non posso dire che non mi sia piaciuto, ma ve ne parlo meglio nel post, BUONA LETTURA!!!
TRAMA: Haxen e Hania cercano di salvare Dartred imprigionato nel castello delle Sette Cime. L'oscuro Signore tesse ancora le fila di un disegno di conquista inaspettato e le due donne devono trovare il modo di sconfiggerlo.
Un viaggio per la libertà e la sconfitta del male attraverso una crescita personale dolorosa e difficile.
Titolo: Hania la strega muta
Autore: Silvana de Mari
Casa Editrice: Giunti
Anno: 2016
Pag:342
Prezzo: 8,90 euro
Cosa ne penso...
Mi ritrovo a scrivere, di nuovo, una recensione mini, con l'intento di non rivelare troppo di una storia che ha ancora molte cosa da farci conoscere. L'impresa è difficile essenzialmente perché sono cose troppo legate al passato non svelato e troppo rivelatrici di cose che, quantomeno mi auguro, succederanno.
Ma cercherò di parlare in modo chiaro, nonostante il mio neurone sia un po' affaticato... Iniziamo!
Secondo volume di una trilogia che si presenta con elementi del fantasy classico, principesse, cavalieri, streghe, nani, e magia soffusa e mai estremamente esagerata.
HANIA LA STREGA MUTA è un libro chiaramente di passaggio tra un primo che ci mostra il mondo in cui l'autrice vuole rappresentare la sua storia e un terzo in cui ci svelerà ogni dubbio, anche se questo ve lo saprò dire solamente a lettura ultimata.
Ma passo subito alla nota dolente di questo volume, buona parte del romanzo è fatta di ripetitivi giri di parole per dire sempre le stesse cose che, tra l'altro, non sono neanche di così grande importanza ai fini della storia.
La de Mari ci racconta di come la vita di Haxen e Hania sia normale nonostante tutto quello che nel primo volume rimane sospeso e indefinito. Ci troviamo così a leggere della loro sopravvivenza in un territorio nuovo senza particolari avversità o elementi che rendano la narrazione un po' meno monotona e poco interessante.
Tutto cambia, però, quando da un certo momento in poi inizia l'azione e ritroviamo i personaggi combattivi che ci avevano accompagnato nel primo volume. Da quel momento in poi una serie di avvenimenti rendono tutto più coinvolgente e la storia mi ha preso moltissimo al punto che la fine mi ha lasciato con la voglia di scoprire altro.
Ecco, questo dicotomia nella narrazione un po' mi ha infastidito, anche perché la sensazione è stata quasi quella di DOVER fare di questa storia una trilogia e non perché si avessero effettivamente delle cose da dire. Sarebbe stato possibile creare due romanzi da tre, ecco, e la storia sarebbe stata bella lo stesso.
Ma passiamo alla parte positiva di quello che il romanzo mi ha dato.
In questo secondo volume il personaggio di Hania acquisisce maggiore consapevolezza di se e della sua appartenenza al mondo oscuro. Appartenenza che la lascia dubbiosa sul suo modo d'agire e che la rende molto più consapevole del fatto che il suo non parlare le è di ostacolo.
C'è una crescita del personaggio che si è notata indipendentemente dall'andamento della storia che, in un certo senso ne ha anche fatto una necessità.
Ho trovato che l'articolare la storia attorno a personaggi già conosciuti nel primo volume sia di grande sostegno al recupero dei dati narrativi che qui servono per procedere, nonostante l'autrice sia riuscita comunque ad inserire degli accenni al passato.
Troviamo inoltre un nuovo punto di vista che non è più solo quello di Hania ma di un nuovo personaggio di cui viene raccontata la storia ma il suo ruolo non è ancora ben definito e la cosa mi incuriosisce e mi ha portato a fare delle teorie, quindi non è negativo.
Pur ritrovando uno stile descrittivo che mi piace, purtroppo, la ripetitività delle frasi, come pure delle azioni compiute dai personaggi in alcuni punti mi ha disturbato ma non tanto da rendermi la lettura spiacevole.
Credo che il terzo volume darà una degna conclusione alla storia, la De Mari non mi sembra tipa di lasciare le cose in sospeso, ma fino a quando non avrò letto anche il terzo e ultimo volume non lo affermo con certezza.
VALUTAZIONE:
Essendo un romanzo di passaggio, cosa che si è sentita in modo eccessivo in questo libro, non posso dare che la sufficienza ad un romanzo che ha le sue potenzialità per arrivare ad un finale che stravolge il mio giudizio.
Adesso credo che la recensione si possa fermare qui, altrimenti dirò troppo e non mi sembra il caso.
Fatemi sapere se per caso avete letto questa trilogia, cosa ne avete pensato o se avete letto altro dell'autrice.
Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare bellissime letture!!!
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