04 aprile 2019

RECENSIONE: "I TRE GIORNI DI POMPEI" di ALBERTO ANGELA

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Quella che vi mostro oggi è l'ultima lettura fatta nel mese di Marzo 2018 e ancora non mi capacito, nonostante lo dica ogni fine mese, di quanto il mio tempo sembri scorrere in modo super veloce non facendomi rendere conto che i giorni e gli anni passano.
A parte queste divagazioni, quello che voglio dirvi è che con questa lettura ho terminato anche la mia prima tbr dell'anno, di cui farò un recap in un post a parte.
Il libro di oggi è un esempio di NON FICTION come Una stanza piena di gente che ho letto all'inizio del mese, con una tematica altrettanto affascinante.
Vi racconto tutto nel post, BUONA LETTURA!!!




TRAMA: Mancano tre giorni all'eruzione del Vesuvius. I cittadini di Pompei e delle città delle zone circostanti avvertono solamente delle piccole scosse cui non danno peso. La vita della frenetica città continua come al solito, ignara di quello che sta per succedere.


Titolo:I tre giorni di Pompei
Autore: Alberto Angela
Casa editrice: Rizzoli
Anno: 2014
Pag: 491
Prezzo:  14.00 euro






Cosa ne penso...


Ho letto questo libro a scatola chiusa, nel senso che di Alberto Angela ho letto già altri libri dedicati al mondo romano e mi sono piaciuti moltissimo, quindi anche in questo caso non mi aspettavo che l'esito sarebbe stato differente.
Ne I tre giorni di Pompei Alberto Angela ci racconta la vita di una città che sarà letteralmente sotterrata dal magma del Vesuvius.
Una città che nel giro di pochissimo tempo verrà distrutta e i suoi abitanti decimati da un assassino incontrollabile e ingestibile. Ma andiamo con calma.

Attraverso la lettura del libro possiamo tracciare una divisione immaginaria che ci porta a vivere due momenti diversi della vita di questa città, quello delle attività commerciali, mercantili, sociali e politiche attraverso le quali Angela riesce a raccontarci le curiosità e gli usi e costumi di quella che era una colonia romana lungo la costa campana.
Conosciamo tutte le caratteristiche di un popolo che ha sue tradizioni e suoi modi di vivere.
le di abitudini commerciali, di come venivano stipulati i contratti bancari, di come venivano trattati gli schiavi di casa, o delle abitudini sessuali dei pompeiani e non solo.
Pompei era una città fiorente, ricca, piena di vita e piena di attività commerciali che permettano anche una strutturazione cittadina particolarmente organizzata.
Scopriamo che a Pompei c'era una palestra per gladiatori, un foro e un porto nel quale era attraccata la nave di uno dei personaggi più famosi del periodo Plinio il Vecchio, testimone e vittima lui stesso della catastrofe.

Nella seconda parte, invece, il tono cambia notevolmente per giungere al racconto dell'esperienza naturale più spaventosa che i pompeiani abbiano vissuto sulla loro pelle.
Tutte le fasi dell'eruzione e le sue conseguenze ci vengono raccontate passo passo e in modo dettagliato e scientifico da un Alberto Angela che ci trasmette magistralmente la sua passione. Una eruzione che non colpisce solamente Pompei, ma anche molte zone e città circostanti come Ercolano, Oplontis, Boscoreale, Stabia, Nocera, Terzigno.
Per ognuna di loro c'è una parte del racconto dedicata alla distruzione e alle sue conseguenza.

Il racconto della tragedia prosegue, quindi, per gradi e per gradi voi sarete completamente immersi in una lettura che diventa, a volte, estremamente coinvolgente soprattutto nei momenti in cui la fuga diventa la prima necessità di fronte al vulcano.
Il magma e i vari materiali che fuoriescono violentemente dal Vesuvius in continuo tumulto diventano elementi di soffocamento anche per chi legge cosa che rende questo libro diverso da un saggio storico.

Attraverso le parole di Alberto Angela è ben palpabile sia la sensazione di tranquillità della città, nella prima parte del libro, sia quella di soffocamento nel momento in cui viene ricoperta dalla ceneri e dalle polveri così fini da essere state in grado di restituirci le fattezze dettagliate delle sue vittime.
Un viaggio straordinario nella realtà di una città che ha tanti protagonisti e testimoni di un fenomeno naturale che è tanto affascinante quanto pauroso.
Sono palpabili le sensazioni di paura dei poveri cittadini rimasti uccisi dalle varie ondate di fango e lo schock di chi, pur sopravvivendo, non dimentica i moneti di terrore.

I ritrovamenti delle persone sono commoventi soprattutto nei casi in cui si riesce a percepire l'ultimo istante di vita e le posizioni di protezione assunte all'ultimo momento nei confronti di mogli e figli.
Tutto viene sostenuto dalla presenza di inserti fotografici che ci raccontano di cosa è successo ma anche dello splendore di una città come Pompei nei suoi anni d'oro.

Una lettura che mi ha arricchito, sicuramente, ma ha anche lasciato una sensazione di tristezza e di impotenza al pensiero che la natura in alcuni momenti non può essere domata nella sua bellezza e nel volerci ricordare della sua potenza.

Un libro scritto magistralmente da un uomo che ci racconta in modo semplice anche delle realtà scomode e tristi. Una descrizione dettagliata che non annoia mai e che riesce a favorire la comprensione di fenomeni scientificamente complicati da spiegare al grande pubblico.
Un libro per imparare e conoscere qualcosa che, forse oggi, si da per scontato e banale, un libro che vuole dare dignità a quei morti di cui si ricorda solo la fattezza di statue senza rendersi conto che sotto tutto quel fango ci sono delle persone e non semplici blocchi di pietra.
Un libro che vi lascia l'amaro in bocca e la fascinazione della conoscenza.


VOTAZIONE:



Purtroppo non ho messo una votazione piena solamente per una piccola pecca nella narrazione che mi ha reso tutto un po' snervante nei momenti precedenti alla eruzione, il fatto che ogni volta che ci viene raccontato un episodio o un evento ci sia subito la vocina che ci ricorda che tanto tutto questo a breve non ci sarà più.
Bhè, anche se questo elemento sarà stato utilizzato sicuramente per accrescere il pathos di lettura, è stato un po' fastidioso leggerlo ogni dieci righe. 
Voglio dire, se fin dalla prima pagina ci dici che ci stai raccontando degli ultimi giorni di vita di una città, non credo sia necessario ricordarci la sua distruzione ogni tre secondi, ecco.
Quindi piccolo neo che mi fa togliere mezzo punticino alla votazione piena, ma potete anche fare finta che siano 5 farfalline.

Spero che le mie parole vi portino a recuperare questa lettura se non l'avete ancora fatta.
Fatemi sapere, invece, se lo avete letto e cosa ne avete pensato.
Io vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare bellissime letture! A presto!!!

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