Sono qui oggi a raccontarvi le mie impressioni su un libro che mi è stato gentilmente inviato, in formato digitale, dall'autore che ringrazio per la fiducia che ha avuto nei miei confronti.
Un libro storico che mi ha colpito e di cui vi parlerò qui molto volentieri sperando di fare cosa gradita all'autore, ma vi lascio alla lettura del post!
TRAMA: Balzarino, garzone del boia Mastro Titta, ci racconta di come fosse la vita di un boia nell'Italia dell'8oo tra crimini efferati e strade poco consone ai viandanti solitari.
Titolo: Il garzone del boia
Autore: Simone Censi
Casa Editrice: Elison publishing
Anno: 2018
Pag: 181 (ebook)
Prezzo: 3.99 euro
Cosa Ne Penso...
In un'Italia ottocentesca dominata da una giustizia divina incarnata dallo Stato Pontificio e dai suoi strumenti, ci ritroviamo a leggere della vita di Mastro Titta, al secolo Giovan Battista Bugatti, Boia dello Stato Pontificio.
Simone Censi nel suo IL GARZONE DEL BOIA ci pone davanti ad un libro che non si può definire semplicemente un romanzo storico, ma è anche una cronaca del tempo che ci permette di conoscere alcuni dei segreti di quella che era una professione temuta non solo umanamente ma anche spiritualmente.
Narratore di questa storia è Balzarino, di cui conosciamo il nome solamente per una caso narrativo in quanto lui è il garzone che nessuno ricorda più di Mastro Titta, surclassato da chi, in maniera ufficiale, si trova tra le pagine della storia al suo posto.
Le polverose strade di un'Italia attraversata dai moti carbonari del 1848 diventano teatro di furti, omicidi efferati e brigantaggio che hanno reso il nostro protagonista il boia più famoso e autoritario dell'epoca.
Attraverso il racconto di Balzarino veniamo a conoscenza di come si svolgeva l'attività del boia a quei tempi, e soprattutto della figura di un uomo che ha fatto realmente parte della storia d'Italia.
L'autore attraverso uno stile scorrevolissimo e piacevole da leggere anche grazie alla presenza di alcune parti in dialetto romano che rendono il tutto più coinvolgente, è riuscito a trasportarmi in quel periodo facendomi sentire, durante la lettura, il rumore dei cavalli e del carro, il rumore della folla in attesa delle esecuzioni, la paura dei condannati a morte che nonostante fossero consapevoli dei loro misfatti, diventano paurosi davanti al destino che li attende.
Sono riuscita a vivere in quel periodo immergendomi completamente nella lettura di episodi anche molto crudi a volte, una crudeltà che, probabilmente, era molto frequente in quegli anni e che andava a colpire indistintamente le varie classi sociali.
Altro elemento che mi è piaciuto è il fatto che attraverso le parti romanzate sono venuta a conoscenza di un personaggio di cui avevo solamente sentito parlare nei testi di storia e che proprio grazie alle cronache e al diario di Balzarino emerge come un uomo e non come semplice esecutore dello stato.
Mastro Titta è un uomo solitario e temuto, cosa che va ad influenzare la sua vita sociale anche per il lavoro che svolge. Il suo arrivo in città comporta sempre scompiglio sia esso negativo che positivo. In ogni esecuzione si avverte un senso di liberazione da parte del popolo che, partecipandovi, si vede libero dalla paura.
Le parti romanzate del libro ci offrono anche la possibilità di conoscere Balzarino, il narratore della storia, completamente diverso da colui che lo ha cresciuto e meno convinto della sua scelta lavorativa. Balzarino, infatti, è un godereccio che vuole aiutare il boia ma ne è lui stesso impressionato.
Alle parti romanzate si affiancano quelle dedicate alle testimonianze dell'epoca che vengono inserite nel testo come appendici. Attraverso queste testimonianze conosciamo i crimini efferati che venivano commessi: tradimento, furto, uxoricidi, parricidi commessi per gelosia, vendetta, ambizione, voglia di libertà e ricchezza.
Ne viene fuori, come ho detto in precedenza, un quadro di violenza che ha caratterizzato e reso più reale la narrazione.
All'autore va il plauso per le ricerche effettuate e la capacità di aver reso ai giorni nostri un romanzo che ha il sapore di passato, sia attraverso l'uso di uno stile che rimanda chiaramente a quello dell'epoca grazie alla all'introduzione di termini dialettali, sia attraverso le descrizioni che nella loro crudezza rendono vivido il paesaggio in cui ci troviamo.
Sicuramente un libro interessante che, però, avrei provato a rendere meno episodico e più fluido, un modo diverso di vedere la storia, ma non per questo meno valido nella lettura di un libro che è, a tutti gli effetti, un libro storico ben riuscito.
VOTAZIONE:
Conoscevate la figura di Mastro Titta? Avete letto questo libro? Se si, cosa ne avete pensato?
Nel ringraziare ancora l'autore vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare bellissime letture... A presto!!!
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