Come stanno procedendo i vostri giorni di quarantena? Spero stiate tutti bene in compagnia di qualche buon libro, di un film da vedere sul divano e di qualche dolce a tirarvi su il morale, se siete un po' giù.
Con il post di oggi voglio raccontarvi una lettura che in realtà ho fatto gli ultimi giorni di Dicembre dello scorso anno, ho comprato il volume alla fiera PIU' LIBRI PIU' LIBERI e per la prima volta mi sono avvicinata ad una casa editrice che non conoscevo affatto.
Il mio obiettivo in quest'anno di partecipazione alla fiera è stato quello di comprare dei libri che stuzzicavano la mia curiosità senza essere derivati da consigli recuperati qua e là ma solo da quello che il mio istinto mi avrebbe suggerito.
E questo volume è stato uno di quei suggerimenti, ma vediamo insieme di cosa vi parlerò...
CASE VUOTE
di
BRENDA NAVARRO
Titolo: Case Vuote
Autrice: Brenda Navarro
Casa Editrice: Giulio Perrone Editore
Anno: 2019
Pag: 173
Prezzo: 15,00
VOTAZIONE:
VOTAZIONE:
Nell'ottica di una realtà in cui essere madri significa vedere la realizzazione di una donna, questo libro finisce con il rompere gli schemi precostituiti andando a scavare nella mente di due donne che ci mostrano il loro modo di essere madre, anche se questo non corrisponde al canone più diffuso.
Tema principale di questo romanzo è quindi la MATERNITA' che non viene sempre vissuta in maniera convenzionale. Due voci femminili che si alternano vengono messe a confronto continuamente attraverso la storia della loro vita che è così diversa da rimanere affascinati da entrambe.
La donna che apre il romanzo è una madre a cui rapiscono il figlio, improvvisamente nel parco non lo vede più. Come è potuto succedere? Il telefonino tenuto in mano per leggere un messaggio è più importante che controllare il proprio figlio di 3 anni che gioca? E' colpa della sua distrazione ad aver comportato tutto questo?
La donna inizia quindi con il porsi le domande che ci si aspetta di farsi in una situazione del genere, il dolore del non sapere più nulla del proprio figlio, il senso di vuoto, di angoscia che la attanagliano sono ben palpabili nella narrazione. Ma ci sono anche altre cose che la narrazione lascia intravedere.
Questa donna non vuole essere madre, non accetta questa condizione e le responsabilità che la cosa comporta nonostante l'idea della perdita di suo figlio sia straziante per lei.
C'è una lotta continua nel suo animo, se da una parte ci troviamo a conoscere la sua reazione alla perdita, dall'altro sembra come se sentisse dentro di se una sensazione di liberazione nel non doversi più occupare del bambino.
Una donna che diventa madre prima in modo "imposto", il marito accoglie in casa loro la figlia avuta da una precedente relazione, quindi la nostra protagonista finisce con il doverla accettare. Poi diventa madre in modo naturale ma nonostante tutto non lo accetta appieno.
La voce di questa donna controversa, complicata, sicuramente insoddisfatta, ci permette di conoscere il suo mondo, la sua storia di moglie e di amante, di donna lasciata e di donna che non riesce a reagire alle conseguenze delle sue azioni. Vediamo progressivamente che si lascia andare, trascura tutto e tutti attorno a lei al punto che la contingente perdita del figlio e dell'amante mi hanno portato spesso a chiedermi quale sia stata effettivamente la perdita maggiore per lei.
"Non si scompare tutti allo stesso modo e ognuno prende la forma della scomparsa che gli è toccata: Daniel è scomparso, Fran inizia a scomparire, io scomparirò. Eravamo quelli che non c'erano, quelli che sfumano, che sono sfumati, che sfumeranno. Scomparsi: distanti, svaniti, evaporati, assenti, senza nessuna voglia di comparire davanti alla nostra esistenza."
L'altra voce che parla in questo romanzo è quella di una ragazza che vive nei quartieri malfamati del Messico, una voce che fin da subito ci accorgiamo essere piena di dolore e sofferenza.
Una ragazza abbandonata dalla famiglia, con il grande sogno di diventare madre e di farlo con il ragazzo che ama, nonostante tutto.
Questa seconda voce è quella di una donna che subisce molte ingiustizie nella sua giovane vita e ce le racconta tutte. Dall'abbandono del padre, alla scarsa importanza che la madre le ha attribuito,alla morte del fratello, al tradimento del compagno con il quale vuole avere un figlio e dal quale subisce violenze fisiche e psicologiche.
Quello che, però, colpisce di questa donna è la forza che la spinge ad agire non volendo sottostare alla sua vita. Cerca un modo per guadagnare e risollevarsi dalle difficoltà derivanti da un compagno nullafacente che si è unito ad un gruppo di teppisti locali. Una ragazza che nonostante tutto vuole raggiungere il suo sogno.
"Non ti fidare nemmeno di tua madre. Era la frase che mia mamma ripeteva a me e mio fratello ogni volta che poteva. Ma, se non ci si può fidare nemmeno della propria madre, di chi ci si può fidare? E lei diceva di nessuno, di nessuno ti puoi fidare, anche quando stai per morire non pensare che qualcuno verrà ad aiutarti. Questo, per esempio, mio fratello lo ha capito, ma a me sembrava davvero brutto pensare che nel mondo non ci si poteva fidare; in ogni caso, non mi sono mai fidata di nessuno. Segreti? Non è che ne avevo tanti, ma non ero di quelle che andava in giro a raccontare come si sentiva, come andava la vita, per cosa? Poi il rischio è che quello che pensi e quello che ti fa male viene usato contro di te."
Quello che questo romanzo trasmette è sicuramente un dolore profondo che scava nell'animo di queste due donne. Un dolore che sicuramente nasce da un elemento comune, la maternità che riesce a far uscire fuori anche tante altre tematiche legate al mondo femminile.
Una vita infelice è quella della prima donna che, nonostante abbia tutto non vive nulla di quello che ha con serenità e soddisfazione. Una vita sofferta è quella della seconda voce che attraverso la sua produzione di barrette di cioccolata e caramelle riesce a vedere del buono in sé nonostante tutto.
Una lettura che mi ha profondamente colpito per la sua capacità di far apparire le due donne come pari nonostante i loro ruoli nella storia non lo siano, o almeno questo nella logica di una morale comune. Eppure io non riesco a giudicare nessuna delle due per le scelte di vita e per i loro pensieri.
Una donna che non vuole essere madre non per questo è meno donna di chi invece vuole esserlo a tutti i costi. Una relazione normale non è detto che sia più felice di quella in cui la violenza fa da sfondo, nonostante, SIA BEN CHIARO, io non riesca proprio a capacitarmi di come si riesca ad accettare una cosa del genere.
Ma crearsi una vita alternativa di menzogne per un amante, quanto poi è meno violento di uno schiaffo? Perdere un figlio per una disattenzione quanto è diverso dal perderlo perché il proprio corpo non riesce a gestire la gravidanza?
Queste sono solo alcune delle domande che mi sono nate dopo la lettura di questo libro che per quanto sia così breve è stato sicuramente un carro armato di emozioni e sensazioni contrastanti.
Un libro che parla di donne, di quello che pensano attraverso una profonda introspezione che ha reso questi due personaggi come qualcosa di caro e prezioso.
L'analisi che la Navarro fa dei pensieri di queste due figure le rende vivide agli occhi del lettore che nel girare le pagine si trova ogni volta a dover superare un pugno nello stomaco.
Inutile parlare di questo libro nascondendo il fatto che non si tratta di un romanzo dal lieto fine, la sofferenza e le riflessioni che suscita rimangono incollate alla nostra capacità di giudizio che inevitabilmente diventa fallace e incapace di esprimersi.
E' obiettivo, sempre ritornando ad una visione di comune moralità, il pensare che la perdita di un figlio da parte di una madre sia un evento straziante, eppure non riesco a non accettare anche la possibilità che essere madre non sia una scelta obbligatoria.
Credo che con questo post mi sia lasciata andare un po' troppo alle parole, spero di non avervi annoiato e di non aver espresso delle opinioni che possano offendervi perché non era affatto mia intenzione il farlo.
Ho passato molto tempo a scrivere di questo libro cancellando e riscrivendo ma alla fine ho deciso di lasciare libera la mia mente di esprimere tutto quello che la lettura mi ha suscitato.
Spero che con i miei pensieri sia riuscita ad incuriosirvi un po'!
Devo dire che come esordio di lettura non è andata affatto male spero di leggere altro di questa casa editrice di cui ho già adocchiato altri titoli che sicuramente recupererò appena possibile.
Fatemi sapere se avete letto qualcosa della Giulio Perrone Editore, se vi sono piaciuti i miei pensieri e se avete qualche libro da consigliarmi in questo periodo di quarantena.
Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare tante bellissime letture!!! A presto!
Nessun commento:
Posta un commento