01 agosto 2019

LIBERAMENTE LIBRI... IPERBOREA

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Dopo tanto tempo sono tornata a leggere un libro di una casa editrice indipendente e ogni volta che lo faccio le storie che affronto sono sempre legate ad una riflessione più profonda che mi nasce solo in un secondo momento rispetto alla lettura e alla sua considerazione a caldo.

Le storie dell'Iperborea, la casa editrice di cui ho letto il libro di oggi, è una di quelle che mi attira per le storie che racconta, sarà che sono legate a personaggi con una cultura molto diversa dalla nostra, sarà che sono curiosa di conoscere un mondo nuovo, non lo so, fatto sta che senza rendermene conto mi ritrovo tanti libri di questa casa editrice e non vedo l'ora di affrontarli e comprarne degli altri... HO UN PROBLEMA?!

Ma torniamo alla lettura di cui vi parlerò oggi. Un libro molto breve che mi ha colpito molto e che ho ricevuto, a gratis, dalla ragazza dello stand quando sono andata a PIU' LIBRI PIU' LIBERI 2018, non in veste di blogger ma di acquirente del brand, chiariamo! Ovviamente la ringrazio ora come allora :-)


LA MORTE DI MURAT IDRISSI

TOMMY WIERINGA





Titolo: La morte di Murat Idrissi
Autore: Tommy Wieringa
Casa Editrice: Iperborea
Anno: 2018
Pag: 124
Prezzo: 15.00 euro


Trama: Ilham e Thouraya fanno un viaggio in Marocco partendo dall'Olanda per conoscere la loro terra d'origine. Due ragazze amiche che si trovano inaspettatamente ad affrontare una scelta che le porta a diventare complici di una morte, trasportare clandestinamente nel bagagliaio della loro macchina Murat Idrissi al di fuori del Marocco. Un viaggio della speranza e allo stesso tempo del ripensamento.



Cosa ne penso...


Un libro che mi è capitato tra le mani e di cui non sapevo nulla, solamente che si trattava di una lettura che, la ragazza dello stand iperborea mi avvertiva, ha avuto difficoltà nell'affermarsi e trovare il suo posto sul mercato.
Devo dire la verità, la curiosità di conoscerne la storia non mi è venuta subito, nonostante il fatto che abbia avuto poco seguito fosse una motivazione perfetta per farmelo leggere.
Ho ripensato a questo piccolo volume solamente quando, in un giorno di malattia a casa, avevo voglia di leggere qualcosa che avrei finito in breve tempo e così ho cominciato a leggerlo senza fermarmi più.

Un volume di 124 pagine con il formato Iperborea non è molto lungo, soprattutto se si pensa che il font non è piccolo, ma vi posso assicurare che comunque è una lettura che si prende molto più tempo di quello che si pensa.

Ma che cos'è LA MORTE DI MURAT IDRISSI?
Un romanzo attuale che tratta di una tematica di cui sentiamo parlare tutti i giorni, quella dell'immigrazione, che, però, viene raccontata attraverso una visione diversa, quella di due ragazze figlie dell'immigrazione e che non ne conoscono il pericolo.

La storia in se è tutta spiegata nel titolo, Murat Idrissi è un giovane clandestino che cerca di raggiungere la speranza di una vita diversa e più remunerativa di quella che ha, e cerca di farlo raggiungendo l'Europa, che vede un po' come l'America del dopoguerra.
La sua morte, nel bagagliaio di una macchina, permette al lettore di conoscere i pensieri profondi di chi cerca di aiutarlo e si trova ad essere dall'altra parte della speranza, dalla parte, cioè, di chi vive nella riuscita di questa stessa impresa.

Il tema è quello dell'immigrazione clandestina che si racconta in due modi differenti, quella di Murat che è una testimonianza delle tante morti senza nome che avvengono e di cui non sa nulla neanche la famiglia di partenza e quella di Ilham e Thouraya figlie di una generazione di immigrati che lasciando il loro paese d'origine sono riusciti a raggiungere una condizione di vita migliore.

Nello scorrere delle pagine ci troviamo davanti ad una serie di punti di vista che si alternano anche senza avvertimento, a volte c'è un narratore che ci racconta come procede il viaggio delle due ragazze con il cadavere, a volte è il pensiero di Ilham che prende la parola e che ci racconta della loro vita.

La visione di Ilham ci permette di capire la sua condizione, quella di una persona che non sente di appartenere né al Marocco, terra d'origine, né all'Olanda, patria che li ha accolti benevolmente. Una sensazione nella quale fa da padrone il padre e la sua visione di un mondo ancora legato alle tradizioni e alla mentalità del Marocco. Una mentalità che Ilham si aspettava di non trovare o quantomeno che evolvesse a favore di una maggiore libertà.

"Ilham guarda fuori da finestrino. Gli alberi sfrecciano via. E' il mondo di sua madre, un  mondo che lei non riesce ad accettare. La deprimono le formule mormorate in fretta ogni volta che si parla di morte, davanti a certi presagi. Le cose che non puoi dire, non puoi pensare, non puoi fare. Sua madre è una contadina, è andata all'aeroporto a dorso di mulo. come dice Thouraya; padroneggia in parte la nuova lingua, in una certa misura è indipendente, ma è inutile combattere contro la sua mentalità primitiva - risponderà sempre che sua figlia è una sfacciata e che le ragazze sfacciate finiscono male."

Il messaggio che ci arriva è quello di chi non sempre cambiando paese riesce a cambiare veramente adottando delle nuove abitudini e non sempre chi nasce nel nuovo territorio riesce ad accettare o quantomeno a tollerare la tradizione o la mentalità differente.

Mi è piaciuto molto il modo in cui l'autore ha deciso di raccontare un tema che è difficile da costruire e narrare in maniera moderna, diretta, facile da capire e che riesce a dare il giusto peso a ciò che racconta.
Il tema dell'immigrazione è sicuramente quello principale ma ci sono tante altre sotto trame in queste poche pagine che è difficile parlarne senza dire troppo.
Sicuramente la lettura del pensiero di Ilham e della visione molto meno problematica di Thouraya mettono a confronto anche due mentalità diverse pur stando a contatto, la leggerezza di Thoruaya nel vivere liberamente la sua vita senza condizionamenti familiari si scontra nettamente con i pensieri di Ilham anche nell'affrontare il viaggio di Murat e soprattutto del liberarsi del suo cadavere.
Un viaggio lungo e pieno di eventi che leggerete arrivando in fondo senza neanche rendervene conto.

Una lettura che coinvolge e fa riflettere su cosa significhi trovarsi in un paese straniero pur essendoci nati e sulla necessità di trovare una patria anche quando non si hanno elementi per farlo.
Io credo che ci sia bisogno, a volte, di affrontare tematiche di questo genere , ma non tanto per suscitare del pietismo, quanto proprio per conoscere anche un'alta parte della storia, soprattutto quando ci troviamo continuamente bombardati dalla stessa notizia.

Una lettura che consiglio a tutti proprio per il suo essere leggera nella forma e intensa nei contenuti.


VOTAZIONE:

 E MEZZO


Fatemi sapere se avete letto questo romanzo, se ne avevate sentito parlare, se avete dei consigli di lettura per i libri di questa casa editrice e se, per caso , avete letto qualcuno dei libri della collana Passenger, sempre dell'Iperborea che sono curiosa di conoscere la vostra opinione.

Spero di non aver sproloquiato e che la mia opinione vi abbia interessato.
Vi mando una grande abbraccio e vi auguro di fare bellissimi viaggi tra le pagine dei vostri libri!!!

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