17 ottobre 2019

BIG or small... QUESTA VOLTA COSA HO LETTO?

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Questa settimana vi porto le mie impressioni su un libro che ha fatto molto parlare di se nel momento della sua uscita.
Un'autrice sarda che ad oggi fa molto chiacchierare per il suo essere senza peli sulla lingua, le sue recensioni al vetriolo sono molto conosciute e le sue storie, come pure il suo impegno per promuovere la buona letteratura, lo sono altrettanto.

Io di suo avevo letto un romanzo, credo un paio di anni fa, che non aveva riscontrato in me un parere favorevole, non tanto per lo stile, quanto proprio per la storia raccontata.
Per questo ho pensato che leggere il suo esordio avrebbe potuto farmi cambiare idea.
Vi lascio alla lettura del post per scoprire come è andata, oltre a sapere di quale libro si tratta!



ACCABADORA
di
MICHELA MURGIA


TRAMA: "Fillus de anima.   E' così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un'altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell'anima di Bonaria Urai."

Titolo: Accabadora
Casa editrice: Einaudi
Autore: Michela Murgia
Anno: 2014
Pag: 166
Prezzo: 12.00 euro


Cosa ne penso...


ACCABADORA si spiega molto attraverso le parole che leggiamo in prima pagina. E' la storia di una adozione, di un rapporto filiale diverso dal solito ma non per questo meno importante o veritiero.
Maria e Bonaria si incontrano per caso in una bottega e con naturalezza diventano l'una la vita dell'altra, così, semplicemente.

Una storia che nella sua semplicità nasconde comunque dei segreti difficili da raccontare ad una bambina piuttosto sveglia, impenitente e precoce nei suoi pensieri.
L'adozione di  Maria da parte di Bonaria non è assoluta, infatti la bambina continua ad avere dei rapporti con la propria famiglia.

Siamo nella Sardegna degli anni 50, la guerra è passata da poco ma ci sono ancora strascichi di coloro che partiti non sono più tornati lasciando donne sole a volte appena sposate e con dei bambini, anche troppi da riuscire a mantenere.
Quelli che non tornano non sempre lo fanno perché morti, ma anche per scelta, generando così maldicenza soprattutto nei piccoli paesi dove tutti si conoscono e non esitano a fare domande e commenti indiscreti.
Soreni non è diverso dagli altri paesini e nonostante l'adozione fosse stata fatta per far crescere bene dei bambini che nulla hanno scelto della loro esistenza, molte erano le parole inappropriate sulla vita di Tzia Bonaria e Maria Listru.
  
Di questo breve romanzo tutto ha un suo fascino particolare, tradizioni radicate che riscontriamo nel titolo del romanzo stesso e nel suo significato si intrecciano ad una storia che è richiesta di verità. Maria è cresciuta da Bonaria con l'idea che la verità delle cose sia sempre la giusta via da seguire, anche a discapito di chi è l'oggetto della stessa.

Una storia che racconta di come due donne, seppure di età differenti, si incontrano e scontrano più volte cercando di conoscersi e comprendersi a fronte di un carattere completamente diverso.
Bonaria, infatti, è una donna che risponde poco alle mille mila curiosità di Maria e poco parla volentieri di quello che fa nella sua vita. Questo oltre a far crescere la curiosità in Maria diventa anche difficile per Bonaria da gestire.
Insomma, il rapporto tra Maria e Bonaria non ha niente di diverso rispetto a quello che si crea tra una madre e la sua figlia naturale, ecco.
Non deve quindi stupire il fatto che Maria è la prima a combattere contro i pregiudizi di chi la considera nel posto sbagliato.

In uno stile che è insieme evocativo e molto pulito e diretto la Murgia racconta una storia che lascia una sensazione di benessere e affetto per tutti i personaggi di cui parla. 
Un paesino in cui tutti sembrano essersi fermati a molti anni prima, in cui si ritrovano conflitti di confine e tradizioni religiose che superano il credo stesso sfociando quasi nella stregoneria.
Tutto viene raccontato in modo da farci entrare a Soreni e a casa di Maria e Bonaria, una donna molto sensibile nonostante le apparenze.

Bonaria e Maria sono due personaggi che mi è sembrato di conoscere da sempre al punto da riconoscermi in loro in alcuni ragionamenti.
Ho amato lo stile usato dalla Murgia in questa storia, come pure il modo in cui ha parlato delle protagoniste e dei rapporti con gli altri personaggi.
Valori profondi accompagnano le azioni di queste due donne figlie di epoche diverse ma cresciute con valori simili.

Uno di quei romanzi brevi ma intensi che tanto mi piacciono e dove le parole sono ben dosate e giostrate a puntino per permettere alla narrazione di scorrere velocemente incuriosendo e arricchendo.


VALUTAZIONE:



Come vedete a volte è un bene dare una seconda possibilità anche ad autori che nel primo approccio  non ci hanno convinto particolarmente.
Devo ammette che con Chirù la Murgia non mi aveva colpito affatto come con questa storia. Sarà il tipo di ambientazione raccontata e il modo utilizzato per farla, fatto sta che questo è sicuramente un romanzo che consiglio di affrontare a tutti.

Fatemi sapere se avete già letto questa storia, se vi è piaciuta, se avete letto altro di questa autrice e se mi consigliate qualcosa di suo in particolare.
Vi mando come sempre un grande abbraccio e vi auguro di fare delle bellissime letture!!!

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