16 dicembre 2020

LIBERAMENTE LIBRI... NERI POZZA

SALVE A TUTTI VIGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Come stanno andando le vostre letture in questo periodo prefestivo? Io sto davvero faticando a trovare la lettura ideale. E' già dal mese di Novembre che mi arrabatto tra libri carino e decenti senza avere tra le mani la storia giusta al momento giusto, non sto parlando di Gideon che comunque è stata una eccezione. Parlo dei libri che di solito leggo e che, purtroppo, non mi stanno convincendo a pieno. E' successo anche a voi?

Con il post di oggi, comunque, voglio raccontarvi la mia esperienza di lettura con un altro libro uscito quest'anno e che devo ammettere di aver letto poco tempo dopo la sua uscita e ancora non ve ne avevo parlato. Ci saranno degli spoiler parziali che mi permetteranno di rendere più comprensibile il discorso che sto facendo, vi chiedo scusa in anticipo per questo. Vi lascio al post e alla scoperta del titolo in questione, BUONA LETTURA!


VARDO DOPO LA TEMPESTA

di 

KIRAN MILLWOOD HARGRAVE




Trama: Nel 1617 una violenta tempesta si abbatte su Vardo, paesino della costa Norvegese. Un evento normale, per chi vive nel mare, se non fosse che in quella tempesta tutta la popolazione maschile del villaggio viene decimata lasciando mogli, madri, figlie e sorelle completamente in balia degli eventi.

Titolo: Vardo dopo la tempesta
Autrice: Kiren Millwood Hargrave
Casa Editrice: Neri Pozza
Anno: 2020
Pag: 348
Prezzo: 18.00 euro


Cosa Ne Penso...

Sicuramente leggendo questo post penserete che io abbia le idee un po' confuse, e forse per un certo senso è così. Quando ho letto questo libro, ormai 5 mesi fa, ho scritto di getto tutte le sensazioni che mi aveva suscitato leggerlo. Avevo a mente ogni dettaglio da salvare e tutto quello che non mi era andato giù. Avevo tracciato in maniera logica quello che avevo percepito dal racconto traendone gli elementi  per me importanti da evidenziare. Bene, direte voi, adesso non è più così? 
Solitamente scrivendo al pc non faccio la copia di quanto ho scritto appena terminato la lettura, passando del tempo, nella maggior parte dei casi, mi ritrovo spesso a cambiare idea, ad aggiungere particolari su cui o ripensato in un secondo momento e a creare un articolo che, il più delle volte, mi sembra più vicino alla mia idea del romanzo.
Questa volta, devo ammetterlo, sono rimasta molto vicino alla mia idea iniziale e spero, con questo, di non inimicarmi le persone che invece lo hanno adorato, ma per me non è stato così.

Ci troviamo a Vardo nel 1617 e una tempesta forse provocata da una balena enorme, trascina in un vortice mortale tutti i pescatori del villaggio lasciando le donne orfane e vedove della loro presenza. E' chiaramente una storia tutta la femminile quella che viene delineata attraverso le pagine di questo romanzo.

Per le donne di Vardo la pesca significa sopravvivenza e alla morte degli uomini tutte cadono nel panico e nella paura di non potercela fare. Seguiamo, così, le diverse reazioni di ognuna di loro ma sono soprattutto due le donne che seguiamo più da vicino, Maren e Kirsten. Figlia, sorella e futura sposa la prima, moglie la seconda, le due donna cercano, nonostante il dolore immenso e lo spaesamento, di darsi da fare per cercare di non far cadere il villaggio nella povertà profonda.

Il fatto che un intero villaggio sia gestito da donne non è visto di buon occhio dalla corona inglese, essendo Vardo una sua colonia, la quale decide di inviare lì una sorta di pastore facente funzione di sindaco, gestore delle anime e controllore. Non dimentichiamo il fatto che siamo nel 1600, un secolo di tradimenti, dicerie, false denunce e l'accusa di essere tacciata di stregoneria è dietro l'angolo.

Absalom, il controllore, non arriva da solo a Vardo, porta con se sua moglie, Ursa, una ragazza ingenua, molto attaccata alla sua famiglia d'origine e alla sorella malata, fortemente religiosa e allo stesso tempo "devota" al padre che, per problemi economici non esita a "venderla" al migliore offerente. Ursa in breve tempo diventa la terza importante figura di questo romanzo.

Ma non vorrei parlare più della trama altrimenti vi direi tutto, vorrei adesso soffermarmi su quello che mi ha portato questo romanzo. 
Ci troviamo davanti ad un romanzo storico nel quale, però, la Storia fa da sfondo ad una serie di relazioni più o meno significative che vanno a determinare l'andamento della vicenda.
Attraverso la storie delle protagoniste scopriamo la diversità sociale del villaggio e come le difficoltà e la paura di un controllo dall'alto cambino completamente i comportamenti di tutte. Gli atteggiamenti contrastanti tendono ad acuirsi, le gelosie e le invidie comportano automaticamente l'accusa di stregoneria e i rapporti tra le varie donne finiscono con il modificarsi o evolversi in altre cose che, secondo il mio punto di vista, a volte mi sono risultate inutili, banali e scontate.

Ci troviamo davanti ad una storia che ha delle potenzialità enormi nel raccontare cosa significa essere all'interno di un villaggio in cui il sospetto diventa una presenza quasi fisica talmente diventa pressante. Ci troviamo a leggere pagine e pagine di donne che si autoinfliggono questo dolore e questa rabbia continua pur di farsi vedere ligie al dovere o magari solo per non finire nelle mani dell'Inquisizione religiosa.

Ma allo stesso tempo ci troviamo davanti a due donne che si creano una sorta di mondo parallelo nel quale letteralmente pensano ai fatti loro estraniandosi da tutto il dramma che si trova loro attorno.
Una relazione che, proprio per le parti coinvolte, non porta a nulla di positivo nei confronti di chi viene accusato e neanche nei confronti di tutto l'intero villaggio che può cadere o meno vittima di accuse infamanti per il semplice fatto che sia costituito da sole donne e neanche per loro specifica volontà. 

Nel romanzo c'è anche una figura maschile importante, Absalom, marito di Ursa e colui che ha il compito di indagare sulle donne del villaggio per scoprire se sono streghe oppure no. BENE!
Absalom è tratteggiato come una sorta di diavolo che arriva e sconvolge il villaggio mentre nel suo mondo non è nulla di più di una sorta di briciola. Conseguenza? Cerca di fare il gradasso con sua moglie e da qui ci parte una sorta di nuova linea narrativa ovvero il rapporto tra Absalom e Ursa che prende quasi la metà del romanzo.

La Hargrave attraverso questa storia cerca di metterci davanti ad un mondo in cui vengono sondati gli animi femminili nel loro essere più intimo in relazione ad una catastrofe che non rimane solo legata alla loro realtà, ma si amplia in una storia che è mondiale. La tematica della caccia alle streghe per quanto sia stata indicata come fondamentale nella storia, a mio avviso è stata messa da parte in favore di un sondare maggiormente i rapporti tra le donne e la storia della relazione di Absalom e Ursa.
E poi mi ha dato un po' fastidio il fatto che tutto andasse a ruotare intorno ad una relazione omosessuale che è palese che sia stata messa lì per riempire, sia perché non ne se ne capisce la necessità, sia perché il tutto ha un'evoluzione fulminea che non si ha neanche il tempo di capire cosa stia succedendo e come ci si è arrivati.

In realtà, devo ammettere che mi è piaciuto anche qualcosa di questo libro, l'autrice è riuscita a creare uno stato di tensione crescente attraverso lo sfogliare delle pagine fino ad arrivare ad un punto di tensione massima con l'intervento di Absalom sulla comunità.
Mi è piaciuto anche il modo in cui vengono ricreati gli ambienti e le descrizioni dei personaggi di cui comunque riusciamo a comprendere le sensazioni e le paure.

Insomma, credo che VARDO DOPO LA TEMPESTA sia una lettura bella da fare nonostante io abbia fatto un post in cui vi parlo solo di alcuni dei suoi difetti, dico alcuni perché ce ne sono molti che avrebbero anticipato troppe cose. Trovo che il libro sia scritto bene e che si faccia leggere velocemente, ma non posso dirvi che sia il libro prefetto perché non lo è, a mio avviso, ovviamente.


VOTAZIONE:



Leggere VARDO DOPO LA TEMPESTA per me ha significato fare molte corse sulle montagne russe, ho trovato tanti difetti, ho apprezzato molto le descrizioni che mi hanno permesso di sentire, a volte, l'odore del grasso di renna e delle pelli mal conciate e dell'olio usato per illuminare le stanze. Ho trovato molte cose di cui non ho capito la logica e molte che invece avrei voluto avere delle spiegazioni maggiori e dei riferimenti più incisivi a  livello narrativo.
Nonostante tutto non posso dire che sia un libro brutto, soprattutto perché quando si trovano degli argomenti su cui discutere credo che sia sempre una buona lettura.

Fatemi sapere se avete letto questo romanzo, se vi è piaciuto. Spero di non avervi fatto arrabbiare troppo nel dire i difetti che c'ho trovato, ma fatemi sapere se condividete il mio pensiero o se invece non ho capito nulla.

Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare delle bellissime letture. A PRESTO!!!

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