03 dicembre 2020

LIBRI IN SOFFITTA #5... "COME IL VENTO TRA I MANDORLI" di MICHELLE COHEN CORANSANTI

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E' da un po' di tempo che non pubblico più niente in questa rubrica e dopo una serie di letture che ho fatto in questi mesi ho deciso di raccontarvi la mia opinione su questo libro che credo risponda perfettamente ai suoi criteri, scoprire delle storie rimaste in sordina. Vi lascio al post con le mie opinioni, BUONA LETTURA!



Trama: Siamo nella Palestina della metà degli anni 50. Il conflitto Israelo- Palestinese è nel suo pieno fervore e molte famiglie sono costrette ad abbandonare le loro abitazioni su ordine dell'esercito israeliano che non bada a gentilezze e cortesia. Ichmad ha solo 12 anni quando suo padre viene accusato di terrorismo e arrestato e lui è costretto, per questo, a doversi occupare della sua famiglia.

Titolo: Come il vento tra i mandorli
Autore: Michelle Cohen Corasanti
Casa Editrice: Feltrinelli
Anno: 2017
Pag:377
Prezzo: 12.00 euro


Cosa Ne Penso...


Sicuramente vi capita di comprare dei libri e poi lasciarli da una parte e leggere altro nonostante la trama di quelli acquistati vi attiri moltissimo. A me capita spesso e a volte, quasi sempre, passano anni dall'acquisto alla lettura e le trame dei libri vagano nel mio cervello senza poi trovare una giusta collocazione o la giusta associazione con il libro in questione.
E' capitato così anche stavolta, ovviamente, l'unica cosa che ricordavo è che trattava della guerra israelo- palestinese poi vuoto.

Devo ammettere che sono rimasta completamente avvinta dalle pagine di questo romanzo biografico, perché alla fine ci viene raccontata la storia del protagonista e della sua famiglia, ma partiamo dall'inizio.

Ichmad Hamid è, oggi, un importante professore di matematica e fisica, premio Nobel e ricercatore. Ma il percorso che ha fatto per raggiungere tale traguardo è stato lungo, difficile e pieno di sacrificio e dolore.
La storia ci mostra fin da subito gli effetti del conflitto in Palestina, la famiglia Hamid è costretta a lasciare la casa d'origine per vivere in una sorta di catapecchia costruita su un terreno confinante con una zona piena di mine antiuomo. Un particolare non da poco perché è da qui che parte tutto. Ichmad è il maschio più grande di casa, questo lo ha portato ad doversi assumere la responsabilità della sua famiglia quando il padre, accusato di tradimento, viene portato in prigione. 
La famiglia di Ichmad subisce tantissime ingiustizie, tanti dolori, episodi rabbiosi che hanno comportato conseguenze nefaste per tutti i componenti e, con il passare dei decenni, diversi modi di reagire.

Leggendo il romanzo vi trovate davanti ad una realtà spiazzante sia per la crudeltà dei comportamenti sia per il fatto che nessuno aveva la possibilità di vincere contro un evento dalla portata così forte.
Se inizialmente Ichmad riesce a trovare il modo di portare soldi in casa è solamente con l'ingresso nel mondo accademico che riesce a portare avanti il suo progetto, progetto che durerà tutta la vita e che sarà come una sorta di ricompensa per il dolore subito dalla sua famiglia.

Quello che mi ha colpito molto di questo romanzo è prima di tutto il fatto che pur nella consapevole lettura di una storia difficile l'autrice non lascia spazio a mediazioni in fatto di racconto degli eventi, infatti fin dalle prime pagine ci troviamo davanti alla morte di una delle sorelle di Ichmad e il trascorrere delle pagine le cose non migliorano, anzi. 
Corasanti dà voce ad una guerra che non ha nessuna intenzione di finire, ne è testimone il fatto che sia ancora in essere tutt'oggi. Nel corso della vicenda che ci racconta l'autrice ci fornisce informazioni sul suo andamento nel corso dei decenni e le situazioni di terrore, distruzione della popolazione sono sempre altissime. 

" "Per dodici anni ho osservato i soldati entrare nel nostro villaggio", spiegò Baba (il padre, n.d.r) "I loro cuori non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altro,  proprio come i nostri. Sono cattivi, buoni, spaventati, avidi, morali, immorali, gentili, meschini, sono esseri umani anche loro. Chissà che cosa sarebbero se non fossero soldati? E' solo politica".[...] " Ci avevano portato via gran parte della nostra terra, lasciandoci mezzo chilometro quadrato per più di seimila palestinesi. "La gente non tratta gli altri esseri cumani come loro trattano noi." replicai. " Ichmad ha ragione" , aggiunse Abbas. "E' proprio questo che mi rattrista." Baba scosse la testa. "Nella storia i conquistatori si sono sempre comportati allo stesso modo con i conquistati. Hanno bisogno di crederci inferiori per giustificare il modo in cui ci trattano: se solo si rendessero conto che siamo tutti uguali..." "

Il fatto che Ichmad sia riuscito ad andarsene dalla Palestina ha comportato molte difficoltà per lui anche a livello familiare, con il fratello Abbas soprattutto.
Infatti se da un parte ritroviamo la figura di Ichmad, che è comunque un esempio di come ci si possa riscattare anche da una realtà così difficile, dall'altra abbiamo Abbas la persona che, nella sua famiglia, ha subito maggiormente l'odio razziale del popolo. Un odio che poi ha trasposto sul fratello e che ha travolto completamente anche la sua intera vita.
E' difficile comprendere le ragioni che hanno portato Abbas a prendere determinate decisioni, nonostante la scrittrice provi a renderci le cose chiare, ma non si può arrivare fino in fondo alla conoscenza dell'animo di chi ha vissuto quegli eventi.

La scrittura della Corasanti è molto fluida, ipnotica, e allo stesso tempo tagliente e cruda, ma rispecchia benissimo i vari episodi che racconta. 
Indubbiamente una storia non facile da digerire, non facile da comprendere e non facile da lasciare andare per questo, anche se si tratta di una storia dolorosa e struggente, credo che sia necessario conoscere queste realtà proprio perché ci sono e non possono essere ignorate.

I personaggi di questo romanzo sono indimenticabili, a partire dal padre di Ichmad e Abbas, un uomo mite che cerca il bello in ogni situazione e che proprio per quello riesce a sopravvivere al carcere. E' indimenticabile Ichmad e la sua tenacia nel fare della sua passione lo strumento di riscatto per sé e per la sua famiglia. E poi Abbas, il bastian contrario della famiglia Hamid, il più impavido, il coraggioso o talmente sprezzante del pericolo ed orgoglioso da non capire per molto tempo di dover fare un passo indietro.
Ma sono indimenticabili anche tutti gli altri personaggi che ruotano attorno ad Ichmad e che saranno fondamentali per la sua sopravvivenza soprattutto emotiva: il professore e sua moglie, la prima e soprattutto la seconda moglie che rappresentano per lui pilastri importanti della sua vita, la voglia di allontanarsi da un paese retrogrado rispetto alla velocità dell'America e il ritorno alle origini e alla consapevolezza di non poter essere diverso da quello che si è.


VOTAZIONE:



La storia di Ichmad è talmente piena di eventi che sarete risucchiati nella sua vita al punto da non poterlo lasciare andare, riuscirete a sentire il suo dolore per le perdite, a tirare un sospiro di sollievo quando riesce a raggiungere un traguardo, a provare ansia e preoccupazione nel momento in cui apprende notizie della sua terra.
Un romanzo che, come ho detto, è sicuramente doloroso ma necessario.

Fatemi sapere se conoscevate già questa storia, se avete letto questo romanzo. Spero di avervi incuriosito per la sua lettura, come sempre vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare delle bellissime letture e perdervi nelle pagine dei vostri libri. A PRESTO!!!

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