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Lo so che è da tanto tempo che non scrivo più nulla sulle letture che sto facendo ma da Gennaio la mia vita ha subito cambiamenti e il risultato è stato che il tempo per scrivere si è ridotto drasticamente.
Ho un sacco di letture di cui parlarvi, ovviamente nel mucchio ci sono anche quelle degli ultimi mesi del 2020 che per quanto sia stato un anno da dimenticare in realtà dal punto di vista delle letture non mi è andata proprio malissimo.
Come vedete dal titolo del post oggi vi racconto le mie impressioni su un libro che mi è stato omaggiato dalla RIZZOLI nella persona di Claudia, che ringrazio infinitamente.
E' successo tutto per caso e per delle coincidenze strane che a volte nella vita succedono anche a me. Avevo appena finito la mia maratona sui saggi dedicati alle guerre in Jugoslavia e in una mail delle uscite Rizzoli era inserito questo titolo. Ho provato a mandare la richiesta per la sua lettura ed è stata accettata. Devo dire che ho richiesto anche un altro libro, quindi nei prossimi tempi vedrete anche quello, ma non vi svelo ancora nulla, ci arriveremo poi.
Ma ora voglio raccontarvi meglio di questo romanzo, quindi vi lascio alla lettura del post...
Trama: Greta è un'abilissima nuotatrice, una campioncina milanese che si trova ad affrontare le difficoltà di una qualsiasi adolescente. La rivalità tra compagne nel nuoto come in amore, la felicità di un amore e la delusione dell'illusione. Ma Greta è anche la figlia di un uomo che pur non avendo segreti ha deciso di tacere una parte della sua vita. Un sopravvissuto di Srebrenica, città devastata e popolazione decimata nel 1995, quando le guerre in Jugoslavia iniziavano e finivano con stragi popolari ma anche familiari. Greta vuole sapere, vuole conoscere...
Titolo: La città d'argento
Autore: Marco Erba
Casa Editrice: Rizzoli
Anno: 2020
Pag: 269
Prezzo: 16.00 euro
Cosa Ne penso...
Ho sempre visto la letteratura per ragazzi come un mezzo per evadere da una realtà che a volte agli adulti va stretta. Ho sempre pensato che fosse un genere da apprezzare proprio perché si legge con facilità, nel senso che seppur trattando tematiche non sempre legate al target di riferimento, si utilizza uno stile scorrevole che non rende tutto pedante e noioso, anzi.
Quando ho visto questo romanzo ho subito pensato che avrei voluto conoscere la sua storia non pensando che venisse raccontata come se si rivolgesse anche agli "adulti", devo ammetterlo. Però, la curiosità mi ha spinto ad osare e fare una cosa che mai avrei pensato di fare, richiederlo. Sono stata FELICISSIMA!!!
La storia che Marco Erba ci racconta in questo libro si divide in due filoni narrativi: da una parte conosciamo Greta e le sue vicende adolescenziali, dall'altra conosciamo la storia di Edin, andando a ritroso nel tempo e conoscendo alcuni dei momenti più difficili della sua vita.
Ovviamente le due storie si intrecciano quasi per caso, quando la necessità di un incontro sportivo porta Greta a voler andare a Sarajevo, dove abita sua nonna e dove suo padre ha vissuto fino alla sua adolescenza.
In effetti sono due adolescenze quelle che l'autore ci racconta che pur essendo molto diverse hanno qualcosa in comune, l'amicizia profonda che lega i protagonisti ai rispettivi amici, amicizie che portano a scontri ma sempre finalizzati alla protezione dell'uno o dell'altro.
La storia di Greta è quella di una ragazza di 15 anni che ha la passione per il nuoto e la voglia di scoprire tipica di quell'età. Mi sono ritrovata a leggere le sue pagine e a riprovare quelle sensazioni della me ragazzina che rimane delusa da un ragazzo o da un'amica che non si dimostra tale.
L'istintiva ribellione di quando vengono vietate delle cose, o quando non ci si vuole arrendere davanti alle parole che vengono pronunciate.
La storia di Edin è quella di un ragazzino musulmano amico di un serbo in un territorio che in poco tempo diventa una terra di fuoco e fiamme. Un territorio conteso da chi non ha riguardi nei confronti di niente e di nessuno, che alimenta una guerra fratricida per il gusto di diventarne il capo.
La storia di Edin è sicuramente molto più difficile da digerire, più dura, più cruda, più dolorosa.
E' una storia di grande sofferenza, di un bambino che si vede privato di un amico con delle motivazioni non chiare, è la storia di un ragazzino che vede suo fratello accogliere una causa che lo porta alla morte senza averne il minimo dubbio. E' la storia di una famiglia che lotta contro un sistema sbagliato contro cui non può fare nulla se non scappare e trovare il modo di sopravvivere.
Ma cosa mi ha colpito di questo romanzo?
Marco Erba riesce a coniugare perfettamente tra loro due realtà completamente diverse utilizzando un escamotage che permette al lettore di non trovarsi mai davanti ad uno stacco completo tra i due racconti. Continuità che si ritrova anche quando passando da un capitolo all'altro le due storie si alternano.
Lo stile è sicuramente più leggero di quello di un classico ma vi posso assicurare che nel momento in cui ci vengono raccontate le storie di chi la guerra l'ha vissuta sulla propria pelle non si fanno sconti a nessuno. Le parole diventano sassi, diventano frecce che colpiscono chiunque le legga e il loro peso diventa gradualmente un macigno che trascina sempre più giù in un baratro di rabbia e impotenza.
E' il secondo romanzo che leggo legato a questi temi e nonostante io abbia comunque letto di testimonianze dirette di chi ha subito le violenze che ci vengono descritte anche in questo romanzo, sembra come se attraverso questa forma narrativa l'impatto sia molto più forte.
La città D'argento del titolo è SREBRENICA una delle città simbolo di quello che successe nelle guerre jugoslave, una città fortemente martoriata dalla furia impazzita di chi il giorno prima ti è amico, fratello, zio e nipote e il giorno dopo diventa il nemico assoluto della tua esistenza, diventa la persona che sceglie se farti vivere o morire, come avvenuto nella maggior parte dei casi.
Improvvisamente ci si ritrova catapultati in un incubo dal quale non si esce se non segnati da prove impossibili e dalla necessità di diventare più crudele della crudeltà se si vuole sopravvivere.
Ma c'è anche chi non regge a tutto questo, chi capisce che c'è qualcosa che non va affatto bene e chi compie un ultimo gesto per salvare un amico dimenticato e ritrovato.
Leggere questo libro è stato fare un viaggio inaspettato in un passato un po' offuscato e in una realtà completamente ignota ma conosciuta tramite altre vie. Una storia che ho letteralmente divorato in due giorni senza rendermene conto e di cui ho sentito la mancanza quando non potevo conoscerla.
Non posso fare altro che consigliarla a tutti coloro che vogliono conoscere qualcosa di quello che è stato vivere la Bosnia degli anni 90, di quello che la guerra fa a chi la vive, di quello che comporta ritrovarsi a far parte di un gruppo di persone che da un giorno all'altro diventano preda o cacciatori. Un romanzo profondo e difficile ma che regala contemporaneamente la leggerezza di avere 15 anni e viverli con le insicurezze del suo tempo.
"Ma Goran pensò che la guerra non aveva davvero niente di glorioso, che la guerra era una merda. La guerra erano le urla, i pianti, la disperazione, la viltà della violenza praticata in gruppo come passatempo. La guerra era la tua parte animale che veniva fuori e che, una volta risvegliata, non si fermava più"
VOTAZIONE:
E MEZZA
Cosa posso dirvi ancora che non ho detto di questo libro? I personaggi diventeranno dei vostri compagni di viaggio, vi sentirete le emozioni di Greta sulla pelle quando buttandosi in acqua non pensa ad altro che a vincere, quando sente i brividi per il ragazzo che le piace e quando freme per voler conoscere la storia di suo padre.
LA CITTA' D'ARGENTO è una storia complessa e allo stesso tempo delicata ma fa lo stesso effetto dell'acqua cheta che rompe i ponti, piano piano i tasselli del puzzle si uniscono e vi svelano come sono andate le cose.
Una storia che commuove e allo stesso tempo regala perle di saggezza e consapevolezza.
Insomma leggete e diffondete in verbo, Marco Erba sa raccontare e lo sa fare bene!
Fatemi sapere se conoscevate questo romanzo, se lo avete letto e cosa ne avete pensato.
Spero di avervi convinto ad avvicinarlo o quanto meno a istillare in voi la curiosità di conoscerlo.
Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare bellissimi viaggi tra le pagine dei vostri libri...
A presto!
Michela