09 marzo 2021

COLLABORAZIONE: "LA CITTA' D'ARGENTO" di MARCO ERBA

 SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Lo so che è da tanto tempo che non scrivo più nulla sulle letture che sto facendo ma da Gennaio la mia vita ha subito cambiamenti e il risultato è stato che il tempo per scrivere si è ridotto drasticamente.

Ho un sacco di letture di cui parlarvi, ovviamente nel mucchio ci sono anche quelle degli ultimi mesi del 2020 che per quanto sia stato un anno da dimenticare in realtà dal punto di vista delle letture non mi è andata proprio malissimo.

Come vedete dal titolo del post oggi vi racconto le mie impressioni su un libro che mi è stato omaggiato dalla RIZZOLI  nella persona di Claudia, che ringrazio infinitamente.

E' successo tutto per caso e per delle coincidenze strane che a volte nella vita succedono anche a me. Avevo appena finito la mia maratona sui saggi dedicati alle guerre in Jugoslavia e in una mail delle uscite Rizzoli era inserito questo titolo. Ho provato a mandare la richiesta per la sua lettura ed è stata accettata. Devo dire che ho richiesto anche un altro libro, quindi nei prossimi tempi vedrete anche quello, ma non vi svelo ancora nulla, ci arriveremo poi.

Ma ora voglio raccontarvi meglio di questo romanzo, quindi vi lascio alla lettura del post...



Trama: Greta è un'abilissima nuotatrice, una campioncina milanese che si trova ad affrontare le difficoltà di una qualsiasi adolescente. La rivalità tra compagne nel nuoto come in amore, la felicità di un amore e la delusione dell'illusione. Ma Greta è anche la figlia di un uomo che pur non avendo segreti ha deciso di tacere una parte della sua vita. Un sopravvissuto di Srebrenica, città devastata e popolazione decimata nel 1995, quando le guerre in Jugoslavia iniziavano e finivano con stragi popolari ma anche familiari. Greta vuole sapere, vuole conoscere...

Titolo: La città d'argento
Autore: Marco Erba
Casa Editrice: Rizzoli
Anno: 2020
Pag: 269
Prezzo: 16.00 euro


Cosa Ne penso...


Ho sempre visto la letteratura per ragazzi come un mezzo per evadere da una realtà che a volte agli adulti va stretta. Ho sempre pensato che fosse un genere da apprezzare proprio perché si legge con facilità, nel senso che seppur trattando tematiche non sempre legate al target di riferimento, si utilizza uno stile scorrevole che non rende tutto pedante e noioso, anzi.
Quando ho visto questo romanzo ho subito pensato che avrei voluto conoscere la sua storia non pensando che venisse raccontata come se si rivolgesse anche agli "adulti", devo ammetterlo. Però, la curiosità mi ha spinto ad osare e fare una cosa che mai avrei pensato di fare, richiederlo. Sono stata FELICISSIMA!!!

La storia che Marco Erba ci racconta in questo libro si divide in due filoni narrativi: da una parte conosciamo Greta e le sue vicende adolescenziali, dall'altra conosciamo la storia di Edin, andando a ritroso nel tempo e conoscendo alcuni dei momenti più difficili della sua vita.
Ovviamente le due storie si intrecciano quasi per caso, quando la necessità di un incontro sportivo porta Greta a voler andare a Sarajevo, dove abita sua nonna e dove suo padre ha vissuto fino alla sua adolescenza.

In effetti sono due adolescenze quelle che l'autore ci racconta che pur essendo molto diverse hanno qualcosa in comune, l'amicizia profonda che lega i protagonisti ai rispettivi amici, amicizie che portano a scontri ma sempre finalizzati alla protezione dell'uno o dell'altro.

La storia di Greta è quella di una ragazza di 15 anni che ha la passione per il nuoto e la voglia di scoprire tipica di quell'età. Mi sono ritrovata a leggere le sue pagine e a riprovare quelle sensazioni della me ragazzina che rimane delusa da un ragazzo o da un'amica che non si dimostra tale. 
L'istintiva ribellione di quando vengono vietate delle cose, o quando non ci si vuole arrendere davanti alle parole che vengono pronunciate.

La storia di Edin è quella di un ragazzino musulmano amico di un serbo in un territorio che in poco tempo diventa una terra di fuoco e fiamme. Un territorio conteso da chi non ha riguardi nei confronti di niente e di nessuno, che alimenta una guerra fratricida per il gusto di diventarne il capo. 
La storia di Edin è sicuramente molto più difficile da digerire, più dura, più cruda, più dolorosa.
E' una storia di grande sofferenza, di un bambino che si vede privato di un amico con delle motivazioni non chiare, è la storia di un ragazzino che vede suo fratello accogliere una causa che lo porta alla morte senza averne il minimo dubbio. E' la storia di una famiglia che lotta contro un sistema sbagliato contro cui non può fare nulla se non scappare e trovare il modo di sopravvivere.

Ma cosa mi ha colpito di questo romanzo?

Marco Erba riesce a coniugare perfettamente tra loro due realtà completamente diverse utilizzando un escamotage che permette al lettore di non trovarsi mai davanti ad uno stacco completo tra i due racconti. Continuità che si ritrova anche quando passando da un capitolo all'altro le due storie si alternano.

Lo stile è sicuramente più leggero di quello di un classico ma vi posso assicurare che nel momento in cui ci vengono raccontate le storie di chi la guerra l'ha vissuta sulla propria pelle non si fanno sconti a nessuno. Le parole diventano sassi, diventano frecce che colpiscono chiunque le legga e il loro peso diventa gradualmente un macigno che trascina sempre più giù in un baratro di rabbia e impotenza.

E' il secondo romanzo che leggo legato a questi temi e nonostante io abbia comunque letto di testimonianze dirette di chi ha subito le violenze che ci vengono descritte anche in questo romanzo, sembra come se attraverso questa forma narrativa l'impatto sia molto più forte.

La città D'argento del titolo è SREBRENICA una delle città simbolo di quello che successe nelle guerre jugoslave, una città fortemente martoriata dalla furia impazzita di chi il giorno prima ti è amico, fratello, zio e nipote e il giorno dopo diventa il nemico assoluto della tua esistenza, diventa la persona che sceglie se farti vivere o morire, come avvenuto nella maggior parte dei casi.
Improvvisamente ci si ritrova catapultati in un incubo dal quale non si esce se non segnati da prove impossibili e dalla necessità di diventare più crudele della crudeltà se si vuole sopravvivere.

Ma c'è anche chi non regge a tutto questo, chi capisce che c'è qualcosa che non va affatto bene e chi compie un ultimo gesto per salvare un amico dimenticato e ritrovato.

Leggere questo libro è stato fare un viaggio inaspettato in un passato un po' offuscato e in una realtà completamente ignota ma conosciuta tramite altre vie. Una storia che ho letteralmente divorato in due giorni senza rendermene conto e di cui ho sentito la mancanza quando non potevo conoscerla.

Non posso fare altro che consigliarla a tutti coloro che vogliono conoscere qualcosa di quello che è stato vivere la Bosnia degli anni 90, di quello che la guerra fa a chi la vive, di quello che comporta ritrovarsi a far parte di un gruppo di persone che da un giorno all'altro diventano preda o cacciatori. Un romanzo profondo e difficile ma che regala contemporaneamente la leggerezza di avere 15 anni e viverli con le insicurezze del suo tempo.

"Ma Goran pensò che la guerra non aveva davvero niente di glorioso, che la guerra era una merda. La guerra erano le urla, i pianti, la disperazione, la viltà della violenza praticata in gruppo come passatempo.   La guerra era la tua parte animale che veniva fuori e che, una volta risvegliata, non si fermava più"



VOTAZIONE:

E MEZZA



Cosa posso dirvi ancora che non ho detto di questo libro? I personaggi diventeranno dei vostri compagni di viaggio, vi sentirete le emozioni di Greta sulla pelle quando buttandosi in acqua non pensa ad altro che a vincere, quando sente i brividi per il ragazzo che le piace e quando freme per voler conoscere la storia di suo padre.
LA CITTA' D'ARGENTO è una storia complessa e allo stesso tempo delicata ma fa lo stesso effetto dell'acqua cheta che rompe i ponti, piano piano i tasselli del puzzle si uniscono e vi svelano come sono andate le cose.
Una storia che commuove e allo stesso tempo regala perle di saggezza e consapevolezza.
Insomma leggete e diffondete in verbo, Marco Erba sa raccontare e lo sa fare bene!

Fatemi sapere se conoscevate questo romanzo, se lo avete letto e cosa ne avete pensato.
Spero di avervi convinto ad avvicinarlo o quanto meno a istillare in voi la curiosità di conoscerlo.

Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare bellissimi viaggi tra le pagine dei vostri libri...

A presto!

Michela

27 gennaio 2021

RECENSIONE: "IL MIO DIARIO SEGRETO DELL'OLOCAUSTO" di NONNA BANNISTER

 SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Non mi voglio rassegnare al fatto che ci siano persone che negano ciò che è stato, che pensano che sia stato giusto tutto quello che è successo a migliaia di persone nel mondo, alla creazione di campi di lavoro o di concentramento nei quali le persone venivano annientate e la loro memoria si perda così nel vento.

Io credo che ci debba essere la necessità di conoscere questi grandi dolori per ricevere dei grandi insegnamento per tutti noi, ed è questo che mi porta ogni anno a fare letture che riguardano la tematica dell'olocausto, della deportazione, della sofferenza nei campi di concentramento.

Per questo motivo mi sono ritrovata ad avere la necessità di leggere qualcosa che mi riportasse un po' all'origine di tutto quel male e ho trovato tra i miei scaffali questo libro che credo di aver comprato molto tempo fa lasciandolo per questo momento.

Ma vi lascio al post così da parlarvi un po' di questo volumetto, BUONA LETTURA!




Titolo: Il mio diario segreto dell'Olocausto
Autrice: Nonna Bannister
Casa Editrice: Newton Compton
Anno: 2014
Pag: 306
Prezzo: 5.00 euro



Cosa Ne Penso...


Come sempre, quando si tratta di esperienze personali, è difficile esprimere una opinione su quanto scritto e raccontato dall'autore. In questo caso ci viene spiegato che la Bannister ha fatto un'opera di traduzione e rimaneggiamento di tutto quello che ha scritto nel corso della sua vita per rendere le sue memorie al meglio. Quindi vi troverete davanti ad un libro che ha delle incoerenze che vi vengono spiegate con delle note a margine, ma quello che si deve considerare è cosa sia successo alla nostra autrice, alla sua testimonianza, ecco.

E' stata per me la prima volta, o almeno così ricordo, che ho letto una storia che coinvolgesse la Russia occupata dai nazisti. Ovviamente so che si è trattato di una grande sconfitta per i tedeschi, ma non avevo mai avuto occasione di leggere qualcosa che coinvolgesse la sua popolazione.

Si tratta di una storia familiare, dalla forma romanzata, più che diaristica, nella quale la Bannister ci fa conoscere tutti i membri della sua famiglia materna. 
Appartenente all'aristocrazia russa fin da quando il suo bisnonno materno era un conte e un cosacco, mentre suo nonno era stato molto amico dell'ultimo zar e addirittura coinvolto nella strage dei Romanov come loro alleato. Questo aveva portato velocemente alla perdita di due figure molto importanti ma la nonna non si è persa d'animo e ha fin da subito gestito tutta la sua numerosa famiglia. Anche il padre di Nonna era di nobili origini sebbene di loro sapremo molto poco, di origine polacca, probabilmente finiti molto prima di loro nelle mani dei tedeschi.

La narrazione della Bannister prende avvio dal momento in cui lei e sua madre vengono portate in un campo di lavoro su uno dei treni della morte. Loro non vennero considerate prigioniere, non essendo ebree non avrebbero subito lo stesso mortale trattamento, ma lavorarono per i tedeschi come operaie, almeno inizialmente.

Non starò qui a raccontarvi tutta la vicenda della Bannister e di sua madre altrimenti vi toglierei la curiosità di conoscere queste donne così forti e impavide.
Quello di cui vi parlerò è quello che questo libro mi ha trasmesso.

Non ci sono mai le parole giuste per esprimere il dolore che si prova nei confronti di queste sofferenze, ogni volta sembra che io mi ritrovi ad essere coinvolta pienamente dalle loro parole pur essendo consapevole di non poter far nulla per loro. Allora penso che anche scrivendo qualcosa posso mantenerne vivo il ricordo, o almeno di provo, ecco.

Devo ammettere che mi aspettavo una storia molto più "sofferta" di quella che ci viene raccontata, nel senso che il titolo mi ha fatto pensare ad una testimonianza diretta di ciò che furono i campi di concentramento, un po' alla Primo Levi per intenderci. Ma non c'è tutto questo.
La Bannister, come ho detto, essendo andata volontariamente a lavorare per i tedeschi (pensando fosse una sorta di lasciapassare per la vita) non verrà mai rinchiusa nei campi di concentramento.
Diventa più una testimone di quelle vicende attraverso quello che vive e che saprà da chi le sta intorno.

C'è una forte sensazione di stupore e una presa di coscienza del pericolo e della tragedia che stava avvenendo fin da quando iniziano i rastrellamenti e Nonna aveva 11 anni. Assiste alla violenza della espropriazione dei beni, alla sparizione improvvisa di persone a lei care, alla violenza esercitata su chi contrastava i tedeschi, su chi si ribellava al rastrellamento, su chi era condannato a morte certa.

Quello che emerge è sicuramente un grande senso del dovere di Nonna che fin da piccolissima ha preso la sua paura per mano ed ha cercato di trasformarla in qualcosa di positivo non solo per lei. A tratti, inizialmente, mi sembrava quasi fosse una persona algida, ma poi leggendo si capisce che ha convissuto con una paura e un dolore enorme.

Non vi troverete davanti ad un diario alla Anna Frank, ma davanti ad una donna adulta che ce l'ha fatta dopo tante difficoltà e che solo da adulta e con età avanzata è riuscita a dare libero sfogo al dolore che ha patito in tutta la sua vita e che ha nascosto alla sua stessa famiglia.

Leggetelo per avere conoscenza di ciò che è stato, delle sofferenze patite da povere persone innocenti, per mantenere vivo il ricordo di chi non è sopravvissuto e di chi lo ha fatto con grande dolore nel cuore.

Vi mando un grande abbraccio e mi auguro che leggiate delle storie bellissime tra le pagine dei vostri libri... A PRESTO!

12 gennaio 2021

RECENSIONE mini: "LA VIA DEL MALE" di ROBERT GALBRAITH

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

La mia soddisfazione più grande del 2020, nonostante sia stato per tutti un anno MOLTO difficile, è stata sicuramente quella di aver fatto dei recuperoni di lettura nei confronti di libri che stavano sui miei scaffali da molto tempo. Il libro di cui vi parlo oggi infatti è da quando è uscito che aspettava di essere letto. Vi lascio al post così, se vi va, leggete cosa ne ho pensato... BUONA LETTURA!



Trama: Una scatola contenente una gamba umana viene recapitata tra le braccia di Robin, cui era destinata, ma una serie successiva di omicidi e pezzi umani vengono ancora recapitati presso l'ufficio di Cormoran Strike. Ci sono molti riferimenti al suo passato in questi recapiti, è quindi giunto per lui il momento di fare i conti con la sua vita, passata e futura.

Titolo: La via del Male
Autore: Robert Galbraith
Casa Editrice: Salani
Anno: 2018
Pag: 603
Prezzo: 12.90 euro


Cosa Ne penso...

E' solo quando mi metto a scegliere le letture da affrontare per il mese in questione che mi rendo conto di quanto effettivamente io sia riuscita a smaltire "la pila" dell'accumulo. Dico "pila" ma sapete già che per me il discorso è moooolto più ampio, avendo due librerie piene di cose da leggere. Quello che, però, mi colpisce sempre tanto, è il fatto che di tutti i libri che ho ancora da leggere sono davvero pochissimi quelli di cui, almeno ad oggi, non sento la curiosità. Sono soprattutto i libri di vampiri e creature sovrannaturali che, seppure rimane un argomento che mi affascina, non è più da tempo la mia scelta principale. 
Inoltre ho cominciato a vedere degli spazi vuoti nella libreria e questo significa che ho si letto, ma non ho neanche comprato così tanto da rimanerne sommersa, di nuovo... Ovviamente con questo non voglio dire che non ho fatto acquisti.. sarebbe un miracolo.

Ma adesso voglio raccontarvi la mia esperienza con LA VIA DEL MALE che, credo, sia stato quello che mi è piaciuto di più tra i primi tre. La lettura di questo romanzo mi ha permesso di portare avanti uno dei miei progetti smaltimento, quello legato alle serie da finire, adesso mi manca solo BIANCO LETALE che l'ho in ebook e può aspettare.

Ne LA VIA DEL MALE ci viene raccontata sia una storia piuttosto macabra e oscura, sia un approfondimento ulteriore sulla vita dei nostri due campioni, Cormoran Strike e Robin Ellacott.
Caratteristica di questa serie di romanzi è che di protagonisti ne abbiamo sempre due, ovviamente Robin e Cormoran, ai quali vengono dati gli stessi spazi cosi da permetterci una conoscenza che va di pari passo sia dell'uno che dell'altra.
In questo caso se Robin diventa la mira di un perverso serial Killer, Cormoran diventa l'"eroe" di un viaggio che lo porterà alla riscoperta del suo passato dovuto al ritrovamento, nel pacco recapitatogli, di un biglietto con su scritti dei versi di un gruppo musicale che ha segnato la sua vita e quella di sua madre. Ci troviamo così a leggere di una doppia indagine, quella che la polizia inizia per il killer e quella che Cormoran e Robin svolgono sulla vita di Cormoran e sui soggetti che potrebbero avercela con lui per il suo successo.

Se da una parte, quindi scopriamo il rapporto di Cormoran con la madre e i compagni della madre, il suo passato da militare pre-incidente, i suoi primi casi da poliziotto, dall'altra entriamo a conoscenza di un mondo di Robin che, paragonato alla vita di Cormoran può sembrare molto più frivolo, ma ci permette comunque di avere una maggiore concretezza anche nei suoi confronti. Robin, infatti, in questo terzo libro deve fare i conti con l'andamento della sua relazione con Mattew, con il loro passato comune e con le correlazione tra l'indagine e il coinvolgimento psicologico che ne è scaturito. 

Accanto alle vicende dei protagonisti c'è una tematica molto inquietante la presenza di siti web che riuniscono persone che vorrebbero farsi amputare o menomare perché così facendo sentirebbero un appagamento totale con se stessi. Se ci penso ancora mi vengono i brividi perché comunque credo che ci siano veramente persone che hanno queste manie e la cosa mi inqueta abbastanza.
Quella della disabilità è una tematica molto presente nella serie proprio perché comunque l'autrice crea il suo protagonista su tale caratteristica e forse proprio il fatto che in questo romanzo venga trattata apertamente credo che avrebbe potuto farne anche un volume conclusivo che poi ha prolungato in itinere.

Leggere questo romanzo per me è stato un po' come ritrovare la mia coperta di Linus, sapevo perfettamente che mi sarebbe piaciuto anche se non fino a che punto, ecco. La scrittura della Rowling, perché è inutile parlarne come se fosse Galbraith, è sempre molto corposa ma allo stesso tempo ti avvolge così tanto da farti assumere un ruolo nella storia che racconta, anche se si tratta di un ruolo da osservatore.
Anche in questo libro i personaggi vengono raccontati come se fossero delle persone reali e la loro fragilità e paura viene messa molte volte in campo. Mi è piaciuto molto vedere l'evoluzione del rapporto tra Robin e Cormoran che da rispettoso si trasforma piano piano in fiduciario e benevolo.
Mattew rimane un personaggio da prendere a schiaffi ogni volta che parla, ma mi rendo conto che non si possa fare e quindi mi regolo definendolo OTTUSO!

VOTAZIONE:

E MEZZA


Come vedete dalla votazione che ho dato a questo terzo romanzo della serie capite bene che sia una storia che mi ha coinvolta e che mi è piaciuta tantissimo. L'autrice è riuscita a farmi uscire da un momento di sconforto di lettura che veramente mi stava portando ad abbandonarla, ma ritrovare alcuni dei personaggi più umani che caratterizzano questo genere letterario mi ha davvero aiutato.
Inutile dirvi che vi consiglio di leggere questo romanzo e di cominciare la IL RICHIAMO DEL CUCULO se non lo avete ancora letto e proseguire con IL BACO DA SETA così vi godrete meglio il rapporto dei due protagonisti.

Non mi resta che salutarvi augurandovi di fare tante e bellissime letture, A PRESTO!!!

08 gennaio 2021

TBR GENNAIO 2021... Incrociamo le dita per questo nuovo inizio... Dai che ce la si fa!!!

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Siamo giunti al primo mese di quello che sarà un anno dalle grandissime responsabilità e non vorrei affatto essere al suo posto!
Con il post di oggi voglio raccontarvi quali sono le scelte librose che ho fatto per questo primo mese e le motivazioni che mi hanno portato a sceglierli. 
Ho pensato che, per evitare troppe ripetizioni nei vari post (tbr mensili, recap, tbr trimestrali) vi metterò in questo post solo tre libri che SICURAMENTE leggerò nel mese lasciando al sentimento la scelta per gli altri, sempre se avrò tempo di leggere altre cose.
La doverosa e solita premessa è che pur indicando i tre libri selezionati nulla mi vieta di accantonarli in favore di altre cose, in quel caso a fine mese saprete cosa ho combinato.

Ho intenzione di fare un post a parte con la prima tbr trimestrale includendo i buoni propositi, perché si, nonostante i fallimenti voglio ancora illudermi che ce la posso fare a raggiungerli!
Quindi adesso BANDO ALLE CIANCE e guardate cosa ho scelto, BUONA LETTURA!



TBR GENNAIO 2021



Il primo libro che mi sta accompagnando in questi primi giorni dell'anno è IL SILMARILLION di J. R. R. TOLKIEN che, manco a dirlo, è un capolavoro (almeno per me). La storia di come tutto ebbe inizio, la creazione della Terra di Mezzo e le origini di Sauron. Una storia corposa, non facile da leggere per lo stile che è molto vicino a quello "biblico" nella presentazione delle famiglie. Ma, nonostante questo dettaglio che va a "rallentare" la lettura (nel caso siate lettori che vogliono finire subito un libro) è tutto pieno di avventura e storie familiari. Bellissimo!



Altro libro che ho intenzione di leggere in questo Gennaio è IL LABIRINTO DEGLI SPIRITI di CARLOS RUIZ ZAFON che con questo romanzo mi permette di portare a termine la tetralogia de Il Cimitero Dei Libri Dimenticati che è ormai tanto tempo che mi sto portando dietro. Sono molto curiosa di leggere questo romanzo soprattutto perché ne ho sentito parlare o bene bene o male male. Io devo dire che il Terzo, Il prigioniero del Cielo, non mi ha convinto molto, mi ha dato l'impressione di essere stato solo un modo per allungare il brodo. Vedremo con questo cosa succederà!




Terzo e ultimo volume di questa tbr è un romanzo che ho scovato per caso tra i suggerimenti di Libraccio e mi ha subito colpito. Ovviamente se osservate bene la copertina si capisce il perché mi abbia colpito... Comunque, IL GIARDINO DELLE BESTIE di ERIK LARSON è uno di quei libri che chiamano e diventano quasi ossessione fino a che non ci si mettono le mani sopra. Non so per quale motivo ma mi sta succedendo questa cosa, quindi credo proprio che sarà il secondo libro letto del 2021, ma vedremo se sarà così.


Queste le mie scelte per questo Gennaio, ho selezionato tre bei mattoni, manco dovessi fare una gara da pagine lette. Più che altro bisogna vedere se riuscirò a mantenere costante la lettura essendo comunque tre libri impegnativi. Credo che quest'anno mi concentrerò molto a leggere romanzi storici e classici, non so perché ma anche guardando le altre cose che ho selezionato e di cui non sono sicura della lettura in questo mese, ho comunque scelto romanzi di questi generi, chissà a me va bene!
Fatemi sapere se avete letto qualcuno di questi libri, se li conoscete e cosa ne pensate... 

Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare delle bellissime letture... A presto!!!

05 gennaio 2021

LIBERAMENTE LIBRI... MINIMUM FAX

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Siamo ormai giunti al 2021 un anno che abbiamo caricato di enormi aspettative e chissà se riuscirà a raggiungerle tutte o ci lascerà qualche strascico. Per molti sarà un anno di grandi cambiamenti, o almeno si cerca di recuperarne qualcuno di quelli che si sarebbero dovuti fare nel 2020. Vi auguro che questo sia davvero l'anno della svolta per tutti coloro che hanno riposto tanta fiducia in lui, compresa me stessa!

Ma torniamo all'argomento del blog, i libri, oggi voglio raccontarvi la mia esperienza di lettura con Minimum Fax, una casa editrice di cui, per adesso, ho letto solamente un altro libro oltre a quello di cui vi parlerò oggi. Chiaramente ancora non ho ben capito se le sue pubblicazioni possano essere nelle mie corde, ma cercherò di leggere ancora qualcosa per capirlo.

Bene adesso vi lascio al post e alla scoperta del libro di oggi... BUONA LETTURA!!!


COUNTRY DARK

di 

CHRIS OFFUTT



Trama: Tucker torna dalla guerra di Corea profondamente segnato. Una guerra piena di violenza, di orrori, una guerra nella quale si è combattuto brutalmente per tornare vivi. Tucker è tornato e per allontanarsi da quei ricordi cerca di crearsi un futuro stabile e tranquillo nel Kentucky, sua terra d'origine. Pur riuscendoci, dopo un po' di tempo qualcosa va storto...

Titolo: Country Dark
Autore: Chris Offutt
Casa Editrice: Minimum Fax
Anno: 2018
Pag: 235
Prezzo: 18.00 euro


Cosa Ne Penso...


Vi è mai capitato di aver visto un libro e senza saperne nulla vi convincete, in un certo qual modo, che quello scrittore fa al caso vostro? Bhé è successo così con Chris Offutt e questo romanzo.
Devo ammettere che, però, le grandi aspettative che avevo hanno finito con il rendermi un po' fredda la lettura, al punto da apprezzarlo solamente adesso, che è passato un bel po' di tempo.

COUNTRY DARK è la storia di un ragazzo di 19 anni che dopo aver combattuto la guerra di Corea torna nella sua America per cercare di farsi una vita normale e priva di tutto l'orrore che ha caratterizzato quell'evento.
Siamo nel 1954 e Tucker cammina, senza meta, il solo obiettivo è trovare una vita che possa andargli bene. E' durante il suo cammino che incontra Rhonda, quella che diventerà sua moglie.
E' tra la tenerezza di questi due adolescenti e la necessità di sopravvivere che si articola tutto il romanzo.
Tucker ha la necessità di trovare un lavoro e finisce con il fare il contrabbandiere di alcolici, un lavoro che gli garantisce una stabilità economica e la possibilità di crearsi una famiglia più numerosa.
Quando tutto sembra andare nella norma la vita mette i coniugi alle prese con delle avversità di cui, però, non mi sembra il caso di parlarvi altrimenti queste 200 pagine di romanzo ve le racconto tutte.

La storia che ci racconta Offutt è molto particolare, più per il modo in cui ce la racconta che per quello che succede. E' sicuramente una realtà difficile e piena di difficoltà con le quali noi lettori dobbiamo fare i conti per digerirle e continuare la lettura.
Ci troviamo davanti a due protagonisti che nonostante giochino a fare gli adulti sono ancora giovanissimi e questo, conoscendo quello che gli succede, porta inevitabilmente a guardarli con affetto e commozione.

Rhonda è una donna che si pone come scopo quello di rendere suo marito e i suoi figli felici, ma ci sono dei momenti in cui non ha le forze per farlo, ritorna ad essere una bambina che fa tenerezza soprattutto per la sua impotenza. Tucker dal canto suo fa di tutto pur di non far mancare nulla ai suoi familiari e veramente arriva a fare di tutto.

Country Dark è una storia triste, devo avvertirvi, non c'è una pagina in cui non mi sono ritrovata a pensare di voler aiutare Rhonda e i bambini, non c'è stato momento in cui non mi sia domandata perché Tucker non abbia cercato altro per migliorare la loro vita. 

Offutt ha una scrittura asciuttissima, quasi asettica, ma nonostante questo la storia finisce con il coinvolgere proprio per questa sua caratteristica. Leggiamo i fatti nudi e crudi che vanno a scontrarsi con dei momenti di incredibile tenerezza.

Pur non dimostrando palesemente gli effetti che la guerra ha provocato in lui, Tucker ne è segnato e il suo ritrovarsi a parlare con un figlio che non può rispondergli diventa il suo sfogatoio, diventa la sua "cura" in un certo senso. Così come le gravidanze diventano per Rhonda un modo di mantenere a sé quel marito che non c'e molto spesso.
La storia di Rhonda e Tucker è dolcissima nonostante sia costellata di profondi dolori ed è chiaro come Rhonda e i bambini siano per lui l'unico elemento in grado di fargli reggere ogni tipo di prova.


VOTAZIONE:



Leggere la storia di questi due ragazzi è stato davvero commovente, vederli lottare per mantenere la famiglia unita, vedere Tucker trovare il modo per non cadere in un baratro inevitabile, accompagnare i bambini in un mondo che già da così piccolo sono costretti a dover combattere.
E' un romanzo che lascia un grande senso di malinconia ma allo stesso tempo è uno spaccato di vita che seppure non mi è risultato il capolavoro assoluto, ha comunque lasciato qualcosa di positivo al suo ricordo. Un romanzo che consiglio se, chiaramente, vi piacciono le storie che non sono affatto tutte rose e fiori, se vi piacciono le storie drammatiche.

Fatemi sapere se lo avete letto, se conoscete l'autore e se avete letto qualche altra cosa di suo.
Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare delle bellissime letture! A PRESTO!!!