04 luglio 2016

RECENSIONE "LA STRAORDINARIA INVENZIONE DI HUGO CABRET" di BRIAN SELZNICK

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Come stanno andando questi giorni d'inizio estate?? Io sinceramente non li sto ancora vedendo, solo qualche sprazzo di caldo e di sole ogni tanto ci viene concesso dalle mie parti, spero solo che non ci farà morire e squagliare in un solo momento, ma d'altronde l'estate è sole, mare, e caldo!!
Oggi vi parlo di un libro molto particolare che ho trovato nascosto tra gli scaffali della libreria in cui l'ho comprato e anche un pochino rovinato. Stava lì che mi guardava (e la cosa non è detta a caso, sulla costa infatti c'è un lato del viso del nostro protagonista con uno sguardo che sembra proprio volerti guardare dritto negli occhi) e sapendo che era uscito fuori catalogo l'ho portato a casa con me... Nel post vi racconto un po' le mie impressioni, quindi bando alle ciance e inizio subito... Buona lettura!



TRAMA: Hugo Cabret è un bambino rimasto orfano che vive in una stanza della stazione centrale di Parigi. Dovrebbe vivere con lo zio che regola gli orologi della stazione, ma essendo improvvisamente scomparso, Hugo ha deciso di mandare avanti lui stesso quell'attività.
Hugo ha una "missione" da compiere, aggiustare l'automa che il padre gli ha lasciato prima di morire. Per farlo ha bisogno di alcuni meccanismi che riesce a trovare solamente in un negozio di giocattoli presente nella stazione. Il problema è che Hugo non ha soldi e per averli li ruba, fino a quando scoperto dal padrone del negozio...

Titolo: La straordinaria invenzione di Hugo Cabret
Autore: Brian Selznick
Casa Editrice: Mondadori
Anno: 2007
Pag: 544
Prezzo: 16,00 euro




VALUTAZIONE:




Devo dire la verità, ho sempre un po' snobbato i manga, fumetti, graphic novel insomma tutto ciò che fosse basato sul disegno, non perché non mi piacessero o non mi attirassero, ma perché sento di non essere capace a leggerli. Mi spiego meglio, Ho sempre letto libri, di qualunque genere, mi sono abituata a scorrere le pagine piene di scrittura che mi spiegavano tutto quello che succedeva in quel momento, la descrizione di un luogo o di un determinato personaggio.  
Lo scorrere della storia, per me, era garantito dalle parole e non dalle immagini. Poi, alla fine dell'anno scorso, la mia dolce metà mi ha chiesto di accompagnarlo in una fumetteria, l'unica che sta dalle mie parti e neanche molto vicina in effetti, e lì mi si è aperto un mondo... Oddio non è che chissà quante cose mi sia letta, ma ho cominciato a leggere qualche storia anche se ancora devo abituarmi all'idea che non bisogna leggere solo le vignette ma guardare e osservare bene anche le immagini ;-)  Piano piano ce la farò a imparare, non ho fretta... Piuttosto se avete qualche bella storia da consigliarmi scrivetemelo pure nei commenti...


Tornando alla recensione, vi ho fatto questo discorso per dire che il libro di cui vi parlo oggi è stato un primo passo verso il mondo del disegno, perché ?? Brian Selznick è riuscito, in un solo volume, a realizzare una storia che non è solo romanzata, ma è a metà tra un romanzo e una graphic novel.

L'intero volume è infatti corredato di immagini bellissime fatte a matita e carboncino (credo) che non vanno, però, a completare la parte scritta del libro, ma la portano avanti come se fossero loro stesse una pagina piena di parole. 

Sicuramente parliamo di un libro per ragazzi, ma la storia non è così banale come ci si potrebbe aspettare. 
Selznick suddivide la storia in due micro-storie concatenate l'una all'altra, dove i personaggi sono sempre gli stessi anche se può capitare che nell'una o nell'altra storia facciano solo una breve apparizione.
Il protagonista di entrambe è Hugo Cabret, un ragazzino intraprendente e determinato che vuole a tutti i costi far funzionare l'ultimo oggetto lasciatogli dal padre, un automa che sembra avere un messaggio da scrivere e comunicare. Hugo sa che manca qualcosa per farlo funzionare grazie anche ad un taccuino pieno di disegni che il padre aveva creato proprio per portare avanti la stessa missione del figlio.


E' a causa dell'automa e del taccuino che Hugo incontra un vecchio costruttore di giocattoli scorbutico e antipatico, e una ragazzina saccente e ancora più testarda di Hugo che lo "accompagnano" per tutta la storia.

" "I bambini come te non valgono nemmeno gli stracci che portano, ma la maggior parte dei bambini come te sarebbe scomparsa dopo essere stata beccata. E la maggior parte dei bambini come te non è così brava con gli oggetti meccanici. Forse mi dimostrerai di non essere solo un ladro. Forse puoi riguadagnare il tuo taccuino. Ma ricorda che lo fai a tuo rischio: potresti lavorare per me mesi e mesi soltanto per scoprire che ti sbagliavi, su quel taccuino. C'è la possibilità che non esista più. E' un rischio che devi correre. Verrai tutti i giorni al mio chiosco. Sarò io a decidere per quanto tempo dovrai lavorare per ripagare ogni cosa che hai rubato e quando ti sarai guadagnato il tuo taccuino, sempre che esista." " 

Ovviamente non sto qui a dirvi come mai vi ho solo accennato alla presenza di un taccuino, altrimenti vi anticipo tutto, a meno che voi non abbiate visto il film realizzato da Martin Scorsese qualche anno fa e sapete già di cosa parlo :-)


Nel libro vengono affrontate diverse tematiche, l'amicizia, il ricordo, il cinema e l'illusionismo, vi dico solo che uno dei personaggi della storia è Georges Méliès che, per chi non lo sapesse è stato un grande illusionista e realizzatore di uno dei primi film della storia del cinema, Viaggio nella Luna del 1902.
Per questo motivo credo che il libro potrà essere apprezzato da chi ha la passione del cinema e della sua storia, anche se, ripeto, stiamo parlando di una storia semplice.

" "Hai mai pensato che tutti i meccanismi vengono costruiti per uno scopo?" chiese a Isabelle. "Vengono costruiti per divertirti, come questo topolino, o per sbalordirti, come l'automa. Forse è per questo che un meccanismo rotto mi rende sempre un po' triste, perché non può fare ciò per cui è stato creato." [...] "Forse è lo stesso anche per le persone - continuò Hugo.- Se perdi il tuo scopo... è come se fossi rotto." "

Sicuramente il punto forte della narrazione sono proprio le illustrazioni che occupano circa il 60 % del volume, immagini che l'autore realizza in modo così realistico e dettagliato che più che stare a guardare un'immagine, che di per sé è statica, in alcuni punti sembra di essere all'interno di un fotogramma cinematografico. E' questo, infatti, che l'autore ci mostra in apertura e chiusura del libro, il graduale schiarimento e oscuramento della prima e dell'ultima scena del romanzo, come se fossimo in una sala cinematografica dei primi anni del Novecento, anni in cui, chiaramente, si svolge la vicenda.


La figura di Hugo, come quella di Isabelle o del vecchio giocattolaio sono così realistiche e ben dettagliate da sembrare fotografie più che disegni e sicuramente questo è l'elemento più affascinante del volume. 
Il plauso che deve andare a questo abile autore, infatti, secondo me, è proprio quello di aver realizzato un nuovo modo di utilizzare l'immagine all'interno di un testo, e non solo in un testo per ragazzi, parlo proprio in generale, utilizzare l'illustrazione come elemento costruttore della storia che si vuole narrare, e non solamente come un corredo. L'immagine diventa protagonista della vicenda allo stesso livello di Hugo o Isabelle, e questo secondo me è un elemento da tenere bene a mente nel momento in cui si affronta questa lettura.


Per quanto mi riguarda è stata una lettura davvero gradevole da fare, è stato un po' strano girare le pagine, fin dall'inizio, ed essere introdotti all'interno di un film dallo stesso autore che ci avverte di quello che sta per accadere nelle pagine seguenti.
E' sicuramente una lettura molto particolare che punta a stupire il lettore più per la sua composizione che per la storia, che vi ripeto, seppure semplice non è così banale come sembra. Ci troviamo a dover fronteggiare un colpo di scena che non ci si aspetta e questo ha contribuito sicuramente a farmelo apprezzare. 
E' anche un libro che ti lascia una conoscenza in più, proprio perché grazie alle immagini è possibile avere una testimonianza visiva dell'ambiente in cui si svolgono le vicende.
Sono presenti anche delle nozioni storiche sul cinema che ho trovato interessanti, soprattutto se, come me, avete una conoscenza molto superficiale della storia del cinema, appunto.

Sicuramente consiglio la lettura di questo libro anche a chi, come me, ha superato l'infanzia perché è comunque una lettura che fa compagnia ed è diversa da ciò che ci si aspetterebbe da un libro.

Con questo vi saluto, voi avete letto questo libro o visto il film? Vi è piaciuto? Spero che con la mia recensione sia riuscita a farvi avvicinare a questo volume molto particolare, se vi è piaciuta condividetela sulle vostre pagine facebook, mettete un "Mi piace" lasciate un commento, insomma lasciate un segno del vostro passaggio, sarò felicissima di rispondervi... Spero che il post vi sia piaciuto... Un abbraccio a voi Viaggialettori e come sempre vi auguro tante belle letture!!!


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