13 aprile 2018

LIBERAMENTE LIBRI...EDIZIONI E/O

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!


Dopo un bel po' di tempo riprendo in mano la rubrica dedicata alla lettura di libri pubblicati dalla case editrici indipendenti. Una rubrica che ho deciso di inserire qui sul blog, non tanto perché sia una novità, ma per dare spazio anche a quelle case editrici che, pur non avendo una grande diffusione (in alcuni casi), hanno comunque delle storie interessanti da raccontare, per un motivo o l'altro.
Quella di oggi è stata una lettura particolare, ero partita con la convinzione che si parlasse di olocausto e mi sono trovata a leggere di un aspetto poco conosciuto, almeno da me, della guerra.



LA NOTTE DELL'OBLIO 
 LIA LEVI 

TRAMA: Una notte, durante i ritorni in città per cercare di recuperare i guadagni del suo negozio, Giacomo, padre di due figlie e di una moglie lasciate in salvo in una canonica di campagna, viene sequestrato dalla polizia fascista senza fare più ritorno a casa.
Siamo negli anni finali della guerra, gli ebrei non hanno vita facile e la necessità di non palesare la loro identità li porta a vivere nascosti dal mondo, con difficoltà. Dopo l'arresto di Giacomo, per Elsa e le figlie inizia la necessità di riprendere in mano la loro vita, ma tutte lo fanno assumendo atteggiamenti molto diversi tra loro.

Titolo: La notte dell'oblio
Autore: Lia Levi
Casa Editrice: E/O
Anno: 2013 (Ristampa) 
Pag: 193
Prezzo: 9,00 euro 





VALUTAZIONE:



Quando ho comprato questo romanzo pensavo di leggere una storia legata a quello che è successo ad una famiglia vittima della polizia fascista. In un certo senso è così, ma quello che si racconta in queste pagine è qualcosa di diverso. 
Lia Levi parte dalla tragedia di una famiglia che perde un padre ad una storia che è universale, che ha colpito il mondo.

L'arresto di Giacomo rende facile la narrazione delle conseguenze che questo evento ha portato alla sua famiglia. Mentre Elsa, moglie di Giacomo, cerca di trovare il modo per far vivere le sue figlie in modo sereno, nonostante tutto, Milena e Dora, vivono l'adolescenza nelle amicizie, nei primi amori, o nel tentativo di approccio da parte di qualche soldatino del posto. Pur riuscendo nel suo intento, Elsa non può evitare loro un grande dolore: la perdita del padre in circostanze misteriose per loro.
Dal canto sua Elsa sceglie il silenzio, sceglie l'oblio.

Leggendo la storia è facile cadere nel giudizio di chi, dall'esterno, pensa di dover vivere la tragedia con la famiglia facendo luce su tutto. Confesso che anche per me è stato così. Non ho mai pensato che la scelta di non affrontare la cosa sia stata la giusta scelta da fare soprattutto avendo visto che le figlie comunque hanno avuto una loro risposta a quel dolore soffocato.
Se da una parte abbiamo Milena, la più grande delle due, si chiude a riccio  nei confronti del mondo, si attacca in modo quasi morboso alla madre e decide di vivere la sua vita subendola, in un certo sento, dall'altro c'è Dora che si pone continuamente delle domande sulle motivazioni che hanno portato ad una situazione del genere.

E' proprio la curiosità di Dora che l'autrice utilizza come spunto per parlare di una situazione molto più ampia degli ebrei italiani.
Dal libro ne esce fuori un quadro rivoluzionario di chi vede la necessità di creare un nuovo stato ebraico in Palestina, la necessità di tornare in patria per ricostruire le basi di un credo che, con l'olocausto, ha dimostrato il suo fallimento, perché si, gli ebrei palestinesi credono che le vittime dell'olocausto non abbiano dato il giusto peso e la giusta rappresentazione alla loro religione. Il diventare vittime dei fascisti li ha resi deboli e questo non era il principio su cui avrebbero dovuto basare la loro religione..
Ma c'è anche un altro aspetto del libro che mi ha interessato, gli stessi ebrei che sono riusciti a sfuggire alle persecuzioni fasciste non hanno voluto conoscere la verità per lungo tempo. Solamente negli anni sessanta, è stato diffuso Se questo è un uomo, di cui si fa accenno nel romanzo. Si viveva nell'ignoranza, si preferiva non conoscere la verità.

Oltre al tema religioso c'è anche uno scontro ideale, ovviamente, tra i modi di vedere la religione Dora è la versione più moderata di un credo che, nei suoi cugini, diventa carnale, totalitaria, integralista. La religiosità vissuta in modo diverso, più moderna quella di Dora, che è aperta al dialogo con la diversità in questo senso, e quella più tradizionalista di David, suo cugino che seppure inizialmente sembra essere più moderato, finisce per abbracciare una ulteriore versione della religione, quella più acculturata delle scuole per rabbini.

Per quanto riguarda la mia esperienza di lettura devo dire che non è stata particolarmente coinvolgente, non ho empatizzato molto con i personaggi e non ho trovato particolarmente innovativa la narrazione. Ho apprezzato più la parte "saggistica" se mi passate il termine, relativa all'Ebraismo e alla Storia per la possibilità di conoscere qualcosa di poco noto.

Ho trovato la narrazione, in generale lenta e a volte pedante soprattutto per la parte relativa alla vita delle ragazze che, come ho detto, non ha presentato nulla di particolarmente diverso da altre storie. Su tutto il romanzo c'è un senso di occultato, di non detto, di frenato anche nei comportamenti delle sorelle che, a volte, mi è sembrato forzato ed inutile nei confronti di una situazione che poteva essere affrontata, ma è anche vero che altrimenti non si sarebbe fatto il romanzo. Diciamo che le occasioni per farlo ci sono state ma si è scelto palesemente di non farlo. E non parlo solamente della storia del padre. C'è proprio un senso di rinuncia che non mi ha permesso di "accettare" le protagoniste già poco interessanti, per me.
Una lettura che ho fatto spinta dalla curiosità, ma che, purtroppo non mi ha completamente soddisfatto, forse proprio per la diversità nella visione della vita e di come possono essere affrontate le cose che succedono ecco.

Fatemi sapere se avete letto qualcosa di questa autrice, se avete letto questo romanzo e, se si, cosa ne avete pensato.
Vi mando un abbraccio, a preso Viaggialettori!!!

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