07 febbraio 2019

RECENSIONE "IL CANTO DI PENELOPE" di MARGARET ATWOOD

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Come stanno procedendo le vostre letture? Io mi sono imbattuta in una voglia di classici e mattoni che mi ha stupito. Non perché non mi piacessero come genere, ma con il lavoro la sera sono stanca e difficilmente riesco a tenere alta la concentrazione per più di una ventina di pagine quindi tendo a preferire, almeno in settimana, delle letture che non siano molto impegnative, invece stranamente la cosa procede di gran passo e ne sono molto contenta.

Quella di oggi sarà una recensione legata ad un libro che comprato e letto è stato un tutt'uno. Mi è piaciuto abbastanza, ci sono state delle cose che proprio non ho capito ma va bene lo stesso, non si può pretendere che i gusti personali accettino qualunque cosa.
Vi lascio al post, buona lettura!


TRAMA: Penelope aspetta da venti lunghi anni l'arrivo di Ulisse, suo sposo e re di Itaca. Una guerra, quella di Troia, lo ha portato via da lei e il suo ritorno ancora è al di là da venire. Ostilità per la straniera venuta da Sparta con la sua inesperienza e la sua tradizione diversa da quella di Itaca. 
E poi i Proci che pretendono la sua mano, una terra da gestire e governare, un figlio da crescere, i pregiudizi e le malelingue da sopportare.
La vita di Penelope e la sua visione del grande mito di Ulisse e della sua avventura.

Titolo: Il canto di Penelope
Autore: Margaret Atwood
Casa Editrice: Ponte Alle Grazie
Anno: 2018
Pag: 156
Prezzo: 13.50 euro


Cosa ne penso...


La mitologia mi è sempre piaciuta molto, conobbi la storia di Ulisse e Penelope alle scuole medie quando la nostra professoressa decise di farci vedere lo sceneggiato che avevano fatto da poco in quegli anni e la lettura di alcuni brani tratti dall'opera. Subito mi affascinò nonostante poi gli anni non mi hanno portato ancora a leggere l'Odissea nella sua interezza.
Con la lettura de IL CANTO DI PENELOPE non solo mi sono riavvicinata a questa storia, ma ho cercato di conoscere una nuova autrice di cui ho sempre sentito parlare ma di cui non ho mai letto nulla.
Nell'unire le due cose ho cominciato a leggere il libro pieno di aspettative che, purtroppo, non sono state pienamente raggiunte. Ma vado con ordine.

La storia che la Atwood ci racconta è quella di Penelope, dalla sua infanzia al momento della partenza e del ritorno di Ulisse. Nata da una naiade e dal re di Sparta, Penelope viene data giovanissima in sposa al re di un'isola lontana e totalmente diversa dalla sua terra Odisseo re di Itaca.

Quello che, però, mi sono chiesta a poco più della metà della lettura è stato: "MA DI QUESTO LIBRO NE AVEVAMO BISOGNO?" 
Non so se si possa sentire la necessità di un libro, ma credo che alle volte ci siano delle storie che non ci portano nulla di nuovo rispetto a quello che, anche una conoscenza superficiale di un argomento, ci può portare.

Sicuramente la mia sarà una opinione impopolare, non so, la Atwood è molto apprezzata per IL RACCONTO DELL'ANCELLA che sembra sia stata una storia rivoluzionaria, ma io di particolarmente straordinario qui non ho trovato nulla.
Con questo non voglio distruggere totalmente questo libro, non è mia intenzione. Ma voglio parlare prima di quello che non mi è piaciuto, altrimenti sarebbe troppo semplice.

Ho trovato che la narrazione, per quanto sia ben fatta, voglia toccare in modo eccessivo e quasi ossessivo il tema della violenza e del maltrattamento delle donne in un'epoca che aveva, in queste pratiche, la sua tradizione ben radicata. Non mi stupisce trovare una serva usata come oggetto sessuale dai suoi padroni, come pure la creazione di matrimoni combinati in tenere età per ottenere i vantaggi migliori, L'abbandono da parte dei mariti che viaggiavano in cerca di avventura o per le guerre che non necessariamente riguardavano il loro territorio.
Con questo non voglio assolutamente dire che quelle erano pratiche da accettare, ma sicuramente spingere continuamente su una cosa che, all'epoca dei fatti, era assolutamente naturale non mi sembra accettabile come critica.
La sensazione che ho avuto nel leggere il libro sotto questa chiave è stata una forzatura continua e abbastanza inutile, il che mi ha portato poi ad avere un giudizio tiepido su tutto il contesto.
Adesso non potrei parlare di troppe cose perché altrimenti vi farei spoiler, ma anche la figura delle ancelle è presentata sotto questo aspetto e nonostante la stessa Penelope stia continuamente a ribadire l'ingiustizia dei comportamenti degli uomini, lei non è da meno, anche se non si tratta di un uso sessuale il suo. Altro non vi dirò.

Altro elemento che non mi è affatto piaciuto e sinceramente non ne ho visto alcuna utilità è stata la presenza di qualche riferimento alla modernità... Ma daaaaaai...Ma che è!!!!
No, decisamente non mi è andata a genio questa cosa. Non dico che non si debbano fare dei collegamenti tra mito e attualità, Rick Riordan nelle sue saghe ci è riuscito benissimo, ma qui non c'entra nulla.
Quando ho letto la trama nella bandella interna ho letto di una storia che nella notorietà del mio avrebbe dato voce ad una donna che, rimasta sola, ci racconta i suoi dolori e tormenti, il suo stato d'animo e quello che l'assenza del marito e re aveva portato al suo regno e alla sua vita. Sicuramente una parte di questo c'è, ma non ha portato nulla di nuovo alla conoscenza che già avevo di Penelope.

Un libro che nel dare voce alle donne, sia Penelope che le ancelle, si propone di mettersi nel filone di quella narrativa femminista che sta tanto spopolando in questo periodo e che, a volte, come in questo caso, non ha portato molto di nuovo a mio avviso.

Sicuramente è una storia che ha i suoi pregi. Ho apprezzato lo stile che non lascia spazio e ai sottintesi o non detti, mi è piaciuto molto il modo in cui i cori delle ancelle che parlano di Ulisse si intercalano al racconto di Penelope che ci offre comunque una panoramica di quello che è stata la sua vita e soprattutto la sua continua rivalità con la donna che ha rovinato la sua esistenza per venti anni, Elena di Troia, causa della guerra e sua cugina.
Il continuo confronto tra le due, lei, Penelope, bruttina e intelligente, ed Elena bella e frivola come una dea, è sicuramente uno stereotipo che si poteva evitare, come pure l'insistenza  della loro rivalità sulla quale si gioca gran parte della storia.

Credo che la possibilità di raccontare la vita e la storia di Penelope come personaggio femminile importante della mitologia avrebbe potuto essere gestita molto meglio di quanto sia stato fatto con questo libro.
L'ampliamento e la creazione di un contesto più particolareggiato che non andasse necessariamente a ricopiare la realtà trita dell'Odissea avrebbe potuto portare alla creazione di un romanzo vero e proprio e non solamente a qualche racconto e un canto che risulta stonato.
Mi dispiace molto di aver dato un giudizio così duro da una storia che pensavo mi avrebbe regalato nuove emozioni.

Ho apprezzato, nonostante tutto, il fatto che la storia di Penelope abbia riacceso in me la voglia di conoscere di più la vita e le avventure di Odisseo o Uliss, per i più, e questo è un elemento che non si può dare per scontato nella lettura di un libro. 
Voglio sicuramente leggere e conoscere altro di questa autrice, qualcosa che sia nato direttamente dalla sua mente e non una rivisitazione di qualcosa che già si è affermato nel panorama letterario.



VOTAZIONE:



Tre farfalle è la mia votazione, sia per la capacità di aver stimolato la mia curiosità nel recuperare dei grandi classici della letteratura, sia per il coraggio di aver affrontato un storia non così nuova e averne dato un assaggio a chi, magari, ancora non ne conosce nulla.
Un libro che ha trovato nella sua struttura una novità interessante nel rendere anche l'idea di una vecchia rappresentazione teatrale.
Il lungo monologo di Penelope è una storia che affascina anche conoscendola e questo devo riconoscerlo all'autrice che, comunque, è riuscita ad intrigarmi.
Non tutto ha incontrato in mio interesse e gusto e questo può capitare, ma non per questo Il canto di Penelope è un libro che non merita di essere letto, anzi, fatemi sapere se la pensate come me o mi sono totalmente bevuta il cervello.

Spero che la recensione vi sia piaciuta, stavo pensando di leggere L'ALTRA GRACE  dell'autrice, non vorrei arrivare al suo best seller così in fretta, che ne pensate?

Vi mando un abbraccio e vi auguro di fare bellissime letture... A presto!

Nessun commento:

Posta un commento