18 agosto 2020

LIBERAMENTE LIBRI... FANDANGO LIBRI

 SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Come state? Siete rientrati dalle ferie? Avete ricominciato il vostro tran tran quotidiano o siete ancora in attesa di riposo? 

Quello di oggi è un post dedicato ad una Cassa Editrice che ho scoperto proprio grazie a questo volume comprato alla fiera di Roma. In realtà è una lettura fatta ad inizio anno e mi sono accorta di non avervene ancora parlato pur meritando tantissimo, a mio parere.

Continuate a leggere il post per scoprire di quale libro sto parlando... BUONA LETTURA!!!


IL SENTIMENTO DEL FERRO

di

GIAIME ALONGE




Trama: Negli anni 40 l'Europa, preda della potenza nazista, si fa crogiolo di potenziali cavie da laboratorio per uno dei vari esperimenti scientifici operati dal Nazismo. L'operazione Gardenia porta la ricerca di Lichtblau soprattutto nell'Europa dell'est. Negli anni 80 l'America latina è colpita dalla vendita di droga e traffico d'armi e la CIA ed altri organismi internazionali collaborano per porvi fine.

Titolo: Il sentimento del ferro
Autore: Giaime Alonge
Casa Editrice: Fandango Libri
Anno: 2019
Pag: 462
Prezzo: 20.00 euro


Cosa Ne Penso...


Se mi leggete da un po' saprete ormai che ogni anni nel periodo di Gennaio leggo sempre qualcosa inerente all'Olocausto o comunque al periodo dei rastrellamenti e della Seconda Guerra Mondiale.
Un argomento che mi piace scoprire sempre di più, di cui leggo spesso storie legate anche marginalmente ad esso. Cerco di trovare libri nuovi e sono aperta a suggerimenti perché voglio saperne sempre di più.
Quest'anno, in fiera, mi sono avvicinata per la prima volta alla casa editrice FANDANGO e appena ho visto la copertina di questo romanzo ho subito pensato che lo avrei preso con sicurezza e così ho fatto!

La storia che ci racconta l'autore in questo libro è ambientata in due epoche diverse ma con gli stessi protagonisti. Due momenti che si alternano sempre nel procedere con la narrazione e che ci permettono di conoscere la vicenda in entrambi i momenti in parallelo.

Ci troviamo negli anni 40 nel clima delle epurazioni da parte dei nazisti che nel fare dei rastrellamenti nella zona dell'Europa orientale decidono di avviare delle ricerche scientifiche utilizzando gli ebrei come cavie, ci troviamo quindi a seguire la creazione dei laboratori appositi e del personale che avrebbe aiutato nello svolgimento dell'esperimento.
Parallelamente ci troviamo anche negli anni 80 in America Latina durante uno dei più grandi traffici di droga e armi avvenuti a livello internazionale. Non sono fenomeni rari, allora come ora, e le più importanti organizzazioni internazionali e non decidono di collaborare per sventare l'organizzazione che se ne sta occupando.

I protagonisti di questa storia sono principalmente tre, LICHTBLAU che è il maggiore dell SS a capo del progetto di ricerca, SHLOMO polacco convertitosi al sionismo nel Lager e ANTON EPSTEIN un socialista praghese. Di loro conosciamo tutta la storia dal momento in cui arrivano ad assumere i loro ruoli, Anton e Shlomo, infatti, diventano aiutanti nel laboratorio di Lichtblau.
Grazie proprio alle loro tre figure l'autore riesce a farci conoscere l'evoluzione della vicenda sia dal punto di vista delle vittime che dei carnefici.

Quello che mi ha colpito molto di questo libro è il modo in cui la storia dei singoli personaggi va ad intrecciarsi con la Storia in senso più ampio. Alonge, infatti, riesce si a creare un romanzo storico a tutti gli effetti, ma anche una narrazione quasi d'intrattenimento soprattutto nella parte dedicata agli anni 80 che diventa una sorta di romanzo poliziesco, volendo.
C'è quindi una compresenza di generi la cui differenza è sicuramente percettibile ma non da alcun fastidio perché risulta come naturale conseguenza di ciò che è stato.

Altro elemento che mi è piaciuto è come Alonge riesce a dare lo stesso spazio a tutti e tre i protagonisti nel senso che noi conosciamo la storia di ognuno di loro non solo per il ruolo nella vicenda ma anche a livello umano. Infatti svolgendosi nell'arco di circa 40 anni, anche se non in maniera pedissequa, ci troviamo sia a vedere i momenti salienti della disfatta del nazismo, sia cosa ha comportato per alcuni gerarchi l'arrivo dei russi e cosa ne è stato di loro dopo tutti quegli anni.

Giaime Alonge costruisce una perfetta ambientazione anche attraverso l'inserimento di digressioni e paragrafetti nei quali ci racconta di come gli eventi siano stati effettivamente. La narrazione libresca, passatemi il termine, viene completata da quella storica ricca di dettagli ed elementi che non risultano noiosi ma che nel loro complesso cercano di permettere una maggiore immersione del lettore nella storia caratteristica che a me è piaciuta molto perché mi ha permesso di conoscere nuovi elementi e nozioni che non conoscevo e allo stesso tempo la possibilità di intrattenermi leggendo quello che è a tutti gli effetti un romanzo.

La "pesantezza" della narrazione degli anni 40 viene infatti alleggerita un po' proprio da quella degli anni 80 finendo con il seguire le vicende dei nostri protagonisti quasi come se stessimo seguendo una spy story ma senza perdere la mordacità e la curiosità che si genera nella parte storica. 

Insomma  IL SENTIMENTO DEL FERRO è stata una lettura molto bella per me. Solitamente ho dei timori quando presente e passato vengono uniti in una singola storia ma in questo caso credo proprio che l'autore sia riuscito ad equilibrare benissimo le parti creando una narrazione fluida e molto interessante.
L'unica piccola pecca che devo indicare, in tutta onestà, è che se vi avvicinate a questo libro dovete avere almeno un'infarinatura generale di quello che è stato il periodo della seconda guerra mondiale e di cosa è successo altrimenti potreste trovarvi a non capire bene tutti gli elementi della narrazione.
Io non ho avuto questo problema ma mi sono resa conto che a volte alcune cose vengono date per scontato e non ci viene detto nulla nella narrazione, narrazione che per quanto mi riguarda rimane comunque molto apprezzata.


VOTAZIONE:



Avete letto questo romanzo? Conoscete la casa editrice Fandango? Avete qualche bel titolo da consigliarmi?
Come al solito io arrivo sempre dopo trilioni di anni alle cose, però, direi che posso ritenermi comunque soddisfatta perché prima o poi ci arrivo, dai!

Spero che l'articolo vi sia piaciuto, vi ringrazio per essere passati di qui, vi auguro di fare delle bellissime letture e vi aspetto qui al prossimo post. Un abbraccio, A presto!

12 agosto 2020

RECENSIONE "MANSFIELD PARK" di JANE AUSTEN

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Ho appena visto su Instagram che si è scatenata l'ennesima polemica sulle copie omaggio che le case editrici regalano ai bookblogger/bookstagrammer (Sto scrivendo il post 05/08, giusto perché può esserci qualcuno di voi che sa di cosa parlo). Non so cosa sia successo nei dettagli e, a dire la verità, neanche mi interessa. Quello che, però, mi sembra piuttosto ridicolo in tutto questo è che ancora una volta non ci si accontenta mai!
Io capisco che ci sono persone che vivono per i loro spazi digitali, perché parliamoci chiaramente, se per ogni cavolata esce una polemica, quello che si capisce è che campi perennemente di visibilità e di auto celebrazione ma, come ho già spiegato in un post che scrissi qualche tempo fa, mi chiedo dove vada a finire la passione per la lettura che tanto si decanta!

Comunque, visto che mi annoio anche solo al pensare che possa essere successa questa cosa per l'ennesima volta, parliamo di libri che sono qui per questo.

Mi sembra di averlo accennato in qualche post fa che sto cercando di recuperare la lettura di tutte le opere scritte da Jane Austen, questo perché voglio cercare di capire per quale motivo sia una scrittrice così adorata. Li sto leggendo in ordine cronologico ed oggi vi parlerò della sua terza pubblicazione.
Vi lascio al post così vi racconto un po' la mia esperienza con questo romanzo, BUONA LETTURA!



TRAMA: Fanny a nove anni viene mandata a casa della zia per avere una educazione migliore di quella che i suoi genitori possono permettersi di darle. Educazione finalizzata, ovviamente, all'ingresso in società e alla formazione di una sua famiglia. Una volta lì, Fannì riesce ad instaurare un buon rapporto con lo zio e un cugino ma mai con la zia che l'ha sempre denigrata non considerandola mai all'altezza.


Titolo: Mansfield Park
Autrice: Jane Austen
Casa Editrice: Crescere Edizioni
Anno: 2017
Pag: 445
Prezzo: 11.90 euro




Cosa Ne Penso...


Quando ho cominciato a leggere questo libro ho subito pensato che sarebbe stata un'altra delusione alla Ragione e Sentimento. Purtroppo quel libro non sono proprio riuscita ad apprezzarlo, i personaggi mi sono risultati antipatici e questo non mi ha facilitato nel concludere la lettura in maniera tranquilla, anzi.
Essendo il terzo romanzo dell'autrice e avendo apprezzato molto Orgoglio e Pregiudizio ho notato, nel procedere con la lettura, che ci sono stati dei cambiamenti nell'intera costruzione dell'opera ed ho pensato che avrei potuto darle una nuova possibilità.

MANSFIELD PARK è la tenuta della famiglia Bertram la cui signora, sorella della madre di Fanny, è moglie di un ricco imprenditore. Le sue sorelle, la signora Norris che ha sposato un curato  e la signora Price, madre di Fanny, che ha sposato un marinaio squattrinato, non hanno avuto la sua stessa fortuna ed è proprio per questo motivo che nasce la necessità di aiutare Fanny Price a crescere decentemente e, su suggerimento della Sig. ra Norris, a mandarla a casa dei Bertram avendo loro maggiori possibilità per farlo. Nonostante la zia Norris si sia prodigata per questo trasferimento, non ha mai avuto una parola di conforto per Fanny, così come i cugini Bertram che non la considerano mai se non in maniera marginale. Al contrario del Sig. Bertram, sua moglie e loro figlio Edmund, che fin da subito la prende sotto la sua ala protettrice, che la accolgono come degno membro della loro famiglia
Questo è in generale il quadro che ci si pone davanti fin dalle prime pagine. L'evoluzione della storia prevede l'ingresso di vari personaggi, molti dei quali scomodi, che andranno a turbare l'equilibrio della famiglia Bertram creando delle situazioni particolarmente complicate per la loro posizione sociale.

Devo dire la verità, all'inizio la lettura non  mi stava prendendo per niente, la trovavo noiosa e poco convincente così ho lasciato perdere e l'ho ripreso solamente un mese dopo riuscendo nono solo a terminarlo ma anche ad apprezzarlo meglio.

In questo romanzo ci troviamo davanti ad un ulteriore esempio dell'evoluzione della scrittura della Austen sia nella caratterizzazione dei personaggi che nella costruzione della storia tutta nonostante ritroviamo i suoi elementi più caratteristici: gli arrivisti sociali come pure la corsa alla ricerca del partito migliore per vivere tranquillamente e dignitosamente ma sempre rappresentati con un occhio critico e sarcastico.

La narrazione tende a concentrarsi sempre sulle figure femminili in questo caso Fanny una ragazzina che si ritrova all'interno di una famiglia diversa dalla propria sebbene sempre legata da vincoli parentali con la difficoltà di essere giudicata positivamente da loro e con le perenni critiche della zia Norris.

Spendiamocele due parole su questa donna... Un personaggio che si accolla letteralmente alla famiglia Bertram, che prende decisioni che non le competono, che arriva addirittura ad offuscare il ruolo della sorella, nonché padrona di casa Bertram, nelle decisioni che riguardano i suoi figli e soprattutto i vari accoppiamenti più necessari. Una donna che non fa altro che denigrare una ragazzina a cui ha fatto credere di volerle fare del bene. Insomma una figura che nella sua capacità di arrivismo si è contraddistinta benissimo e che per questo è riuscita a farsi odiare dalla me lettrice.
Non ho sopportato MAI questa donna soprattutto per la sua perenne presenza a casa Bertram. Sarà che io sono una persona che ama poco le intrusioni da parte degli altri nella propria vita e quotidianità che quando ho capito il soggetto non ho potuto non sperare che in qualche modo venisse fatta fuori dalla narrazione (Ringraziamo Mr.Bertram per tutto questo!)

Ma parliamo anche di Edmund, altro personaggio che avrei gioiosamente defenestrato! Forse sto esprimendo i miei pareri in modo un po' colorito.. scusatemi!
Edmund sarebbe il cugino che appoggia e sostiene Fanny in questa famiglia di pazzi. Una figura che pur sostenendo la ragazza alla visione di una donna che potrebbe interessarlo la abbandona immediatamente, MA DAIIII!

Ci sono, infine, i fratelli Crawford, che pure loro ve li raccomando. L'elemento di disturbo della serenità Bertramesca, Mary ed Hanry sono i nipoti del nuovo pastore e fanno amicizia con i ragazzi Bertam. Non sto qui a raccontarvi in che modo il destino di questi giovani si evolve in casa Bertram, ma sappiate che sono stati degli abili profittatori e per questo, anche se non sono delle figure positive, vi dico che per me hanno stravinto in questa storia.

Non posso negare che anche il personaggio di Fanny si è palesemente infilato nella rosa dei miei candidati preferiti. 
Una ragazza che, nonostante sia cresciuta in un ambiente di frivole creature, riesce a mantenersi comunque indipendente da loro rimanendo padrona del proprio pensiero e riuscendo ad opporsi a ciò che non trovava coerenza con i suoi principi.
Sono stata in pena per il suo destino fino alla fine e mi sono ritrovata spesso a cercare di convincerla a non cedere in alcuni momenti della storia, anche quando Edmund voleva spingerla ad agire. Questa sua coerenza e il fatto che ad un certo punto sia stata l'unica a mantenere un minimo di lucidità e logica mi hanno permesso di rivalutare completamente la storia e ad apprezzarla nel giusto modo.

Sono sicura del fatto che quando un libro riesce a coinvolgermi anche in maniera negativa provando antipatia per i personaggi o per la storia debba comunque rientrare nelle letture che mi sono piaciute.
Sono una persona che riesce a mantenere la calma quando legge storie, nel senso che anche se mi ritrovo ad arrabbiarmi per qualcosa o a gioire per una particolare evoluzione narrativa riesco poi a trovare una certa obiettività. Quindi anche se la maggior parte dei personaggi di questo romanzo mi sono risultati antipatici non posso negare che la Austen sia riuscita a farmi piacere la storia creando una narrazione molto scorrevole e piacevole nel suo complesso.

Credo che al suo terzo romanzo l'autrice sia riuscita a migliorare molto le sue abilità narrative. Per quanto ci troviamo ancora davanti a molti elementi tipici della sua scrittura quali le descrizioni ambientali, le abitudini sociali e i caratteri dei vari personaggi, tutto mi è sembrato molto più equilibrato nella sua intera costruzione. Questo elemento mi ha permesso sicuramente di rivalutare il romanzo soprattutto dopo un primo approccio rovinoso.


VOTAZIONE:


Anche a voi capita di ritenere un buon romanzo quello in cui odiate i personaggi e vi arrabbiate per l'evoluzione de personaggi o sono io che faccio dei ragionamenti contorti quasi velati di masochismo?
Non so, forse perché quando leggo non sempre mi sento pienamente coinvolta nelle storie, riesco a rimanerne fuori anche se ho curiosità di conoscerle o se mi interessano particolarmente.
Fatemi sapere se avete letto questo romanzo della Austen, se vi è piaciuto e cosa avete fra le mani voi in questo momento.
Voglio scusarmi se ho utilizzato un linguaggio più colorito del solito, ma a volte mi lascio prendere dalla confidenza e mi metto a scrivere come parlo, ecco!

Vi auguro di fare delle bellissime letture, A PRESTO!!!

07 agosto 2020

TBR... AGOSTO 2020... Di serie e saghe da finire... di muffette da smaltire... Incrociamo le dita!

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Dopo tanto tempo stamattina mi sono svegliata con la voglia di fare un programmino delle letture che vorrei affrontare ed ho deciso di rendervi partecipi della cosa nonostante una mezza specie di tbr di Agosto ve l'ho già anticipata nel post di recap che linco qui per vederlo.

Non avevo più fatto dei post del genere perché avevo bisogno di libertà nella scelta di libri da leggere e poi perché di libri ne stavo leggendo davvero pochi e non mi sentivo di obbligarmi in qualche modo.
Ma oggi, visto che il mese precedente ho fatto un tentativo ed è andato molto bene, ho deciso di rifarlo in maniera ufficiale facendovi conoscere quali saranno i post che troverete presto sul blog con le mie opinioni in merito. Bando alle ciance e BUONA LETTURA!!!


TBR DEL MESE DI AGOSTO 2020




E' un anno che sto aspettando il momento giusto per portare a termine la duologia di LARRY MCMURTRY e ho deciso è arrivato il momento di leggere LE STRADE DI LAREDO
Una storia che mi è piaciuta tantissimo, quella di LONESOME DOVE letta un anno fa. Ho amato tutto, i paesaggi aridi e ventosi, i personaggi così sfaccettati e diversi, le avventure e le storie che i nostri hanno incontrato sul loro cammino. Ricordo che dopo averlo finito avrei voluto ricominciare d'accapo e stiamo parlando di un libro di più di mille pagine. Insomma, credo sia proprio arrivato il suo momento, quindi questo sarà il primo libro della lista!




Come già vi avevo detto nel post di recap uno degli scrittori che vorrei conoscere il questo periodo è JOEL DICKER ma, come faccio solitamente, non vorrei leggere i suoi più famosi e partire da qualcosa di un po' più sconosciuto quindi GLI ULTIMI GIORNI DEI NOSTRI PADRI sarà presto tra le mie mani.
So che è ambientato nel periodo della Prima guerra mondiale, ma non so se questa sia una componente aggiunta ad una storia contemporanea o meno. Vi saprò dire appena lo leggerò!




Altro libro che voglio leggere quanto prima è BENEDIZIONE di KENT HARUF così da procedere con un Haruf al mese e conoscere le storie bellissime che ha da raccontarci. Visto che le sto leggendo in ebook mi sono ripromessa di comprare i cartacei un po' alla volta e di rileggerli, sono impazzita, lo so!




Gli ultimi due volumi che vi faccio vedere sono due fantasy che ho da un bel pò di tempo e voglio smaltire, BOOK JUMPERS di MECHTHILD GLASER perchè è uno stand alone e quindi leggerlo e smaltire una muffetta in più fa sempre bene, l'altro 




LA SCUOLA DEI MAGHI di TRUDI CANAVAN è il secondo volume della trilogia del MAGO NERO che ho cominciato nel mese di luglio e che voglio portare a termine leggendo un libro al mese così da non perdermi troppi dettagli nel tempo. Pensate che La Corporazione dei Maghi lo avevo letto tantissimi anni fa e non ricordavo nulla, nel frattempo ho comprato gli altri due volumi ma non li ho letti e quindi adesso prendiamo la palla al balzo e affrontiamo la storia, anche perché mi sta piacendo molto e voglio sapere come va a finire.

Bhé direi che ho messo molta carne al fuoco per il mese di Agosto. Sono tutti dei volumi corposi che non so in quanto tempo riuscirò a leggere. Può anche succedere che io aggiunga qualche altro titolo nel tempo, ma sicuramente queste sono delle letture che voglio affrontare nel breve periodo.
Fatemi sapere se avete programmato qualche storia da leggere o se avete intenzione di conoscere qualche autore nuovo di cui avete tanto sentito parlare e che non avete ancora affrontato.
Ovviamente se conoscete i titoli che vi ho mostrato fatemi sapere la vostra opinione, mi raccomando NO SPOILER!!!

Vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare tante belle letture! A Presto!

04 agosto 2020

Liberamente Libri... SELLERIO EDITORE

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Come state amici? Come stanno procedendo le vostre letture?
Ultimamente ne sto facendo molte ma l'apprezzamento è molto altalenante, mi sono ritrovata ad essere completamente rapita dal tema della guerra Bosniaca e sto leggendo sia saggi che romanzi a riguardo. Ho letto dei libri che volevo leggere da molto tempo e che nonostante non siano stati tutti apprezzati a pieno sono comunque state delle letture che mi ha fatto piacere fare. Insomma credo che la mia vita di lettrice stia ricominciando a dare dei segnali positivi, o almeno io voglio vederla così, ecco.

Con il post di oggi voglio raccontarvi di un romanzo molto breve che ho letto proprio in relazione alla guerra in Bosnia, un libro che ho comprato l'anno scorso alla fiera Più Libri Più Liberi di Roma e sono molto contenta di averlo letto perché, rispetto ai libri acquistati negli altri anni, questi li sto smaltendo molto velocemente.
Ma senza ulteriori ciarle vi lascio al post e alle mie impressioni sul romanzo di oggi, BUONA LETTURA!


HOTEL TITO

di

IVANA BODROZIC




Trama: Tutto inizia nel 1991 donne e bambini croati devono lasciare Vukovar prima che la città venga occupata. La nostra protagonista con suo fratello vengono mandati prima in un campo estivo poi, raggiunti dalla madre, alloggiati all'Hotel Tito vicino Zagabria.

Titolo: Hotel Tito
Autrice: Ivana Bodrovic
Casa Editrice: Sellerio Editore
Anno: 2019
Pag: 177
Prezzo: 15.00 euro



Cosa Ne Penso...


Ammetto di non aver saputo mai molto della guerra in Bosnia a parte qualche informazione ricevuta a posteriori da romanzi, servizi in tv o dai telegiornali quando si fanno i ricordi di quegli eventi. Ero piccola quando sono successi quindi la mia percezione dell'immane tragedia che è stata l'ho compresa in modo relativo.
Mi sono lasciata erroneamente trasportare, negli anni, principalmente dalle miriadi di voci  relative alle guerre mondiali e all'olocausto, temi che mi piacciono molto, senza dare spazio a queste guerre che seppur di minore "rilevanza" sono state comunque portatrici di devastazioni ed eccidi indicibili.

Casualmente, nel primo anno di partecipazione alla fiera a Roma, parliamo del 2017, ho comprato un volume dedicato alla Bosnia di adesso, delle conseguenze che la guerra ha portato in quelle terre e da lì sono rimasta completamente rapita da quella storia. Ho comprato molti libri che parlano di quegli anni trovando in tutti un elemento comune: la mancanza di una reale motivazione logica a tutto quello che è stato fatto. Inutile dirvi la rabbia che mi porta ogni volta leggere di quegli eventi, una rabbia che, però, è anche motore e linfa per spingermi a conoscere e a saperne sempre di più.

Con la storia di oggi ho fatto un po' di fatica a collocarla in un mondo in cui mi sono abituata a leggere di morti ammazzati, torture, attacchi aerei, mitragliate e fughe nei boschi, ma è stata comunque una lettura piacevole. 

Protagonista di HOTEL TITO è una famiglia di tre persone, una ragazzina di nove anni, suo fratello di sedici e la loro mamma, una donna giovane privata della compagnia di suo marito inizialmente fuggito e poi ricoverato ma di cui, da lì, si perdono le tracce.
Non sappiamo i loro nomi, li conosciamo per sigla ma non è possibile collocarli in maniera definitiva in tal senso, questo mi ha permesso di leggere questa storia non tanto come del singolo ma di una intera comunità di persone.

Tutto inizia con il tentativo di sminuire gli eventi per i due ragazzi che sono dovuti crescere in fretta indipendentemente dalla loro volontà. La realtà dei fatti, però, si palesa in modo improvviso e imponente davanti a loro. I croati di Vukovar devono essere portati nei centri di raccolta per rifugiati e qui entra in gioco l'altro protagonista, l'unico a poter essere indicato, l'Hotel Tito.

Una struttura che ospita molte famiglie all'interno di stanze adattate a zone di ricreazione, case vere e proprie, ricoveri ludici. Intorno all'Hotel c'è una città che sembra vivere in un'altra epoca e in un'altra situazione. Non c'è guerra, non ci sono dispersi, non ci sono morti ammazzati, di questi ultimi si conoscono le storie per informazioni ricevute da chi ha continuato a scappare o da chi ha ancora parenti dall'altra parte del mondo.

La narrazione si concentra principalmente sulla vita di questa ragazzina che cresce fino ad arrivare ai 15 anni, questo ci viene rappresentato attraverso episodi che lei stessa ci racconta e capiamo che il tempo passa attraverso accorgimenti che l'autrice inserisce primo fra tutti delle lettere che vengono scritte nel tempo. 
Ci troviamo quindi a leggere di come una bambina si trovi a dover vivere una situazione di disagio dovuta non solo all'improvvisa perdita di notizie del padre ma anche di come questa situazione di precarietà ai limiti della povertà le abbia condizionato il carattere e l'atteggiamento nei confronti dei suoi familiari.

Non ci troviamo davanti ad un romanzo di guerra, non lo definirei propriamente così, ci troviamo davanti ad una storia che rappresenta un pezzo di questa guerra. Una guerra che pur rimanendo sullo sfondo produce delle conseguenze sulla vita delle persone.

Sicuramente l'adolescenza è il tema cardine di questo romanzo, un periodo che di per sé è fatto di ribellioni, di opposizioni, di voglia di sentirsi grandi e di fare cose da grandi come per far riconoscere la propria incapacità di giudizio. La nostra protagonista non si sottrae a questo classico comportamento.
Quello che si aggiunge, però, è il vivere perennemente sotto il giudizio di chi ti reputa un profugo, che nonostante sia la reale condizione da lei vissuta, è comunque un elemento denigratorio in quella realtà soprattutto perché essere profugo significa quasi avere delle menomazioni, dei difetti rispetto agli altri anche a livello comportamentale o delle mancanze oltre alla povertà ovvia che si crea in concomitanza.

Anche se ho trovato questo aspetto un po' scontato, quello che l'autrice vuole raccontarci è anche il modo in cui la guerra ti mette davanti a delle difficoltà pratiche come la ricerca di un alloggio adeguato che ha effettivamente condizionato la vita già provata di questi personaggi.
La loro vita dipende tutta dalla ricerca di una casa adeguata e che diventa la ricerca di una tranquillità che l'assenza perenne della figura paterna non permette.

Se da una parte ci troviamo a seguire le vicende adolescenziali di questa ragazzina leggiamo anche di un ragazzo che deve assumere il ruolo di uomo di casa a fronte di una madre che pur cercando di mantenere il suo ruolo genitoriale è comunque in balia di una mancanza enorme, della paura di non poter ritrovare suo marito e di quella di non potercela fare.

Devo dire che la prima impressione che ho avuto di questo breve racconto non è stata positiva, nel senso che lo avevo caricato di aspettative inerenti a qualcosa che in effetti non ho trovato, ma è stato un mio errore. In un momento successivo mi sono trovata qui a scrivere di questa storia scoprendo, mano a mano che vado avanti, quale sia stato il tema di questa lettura, sicuramente la volontà di rappresentare il modo in cui una ragazzina affronta un evento grande e imponente nella sua vita, ma anche come la ricerca di normalità sia estremamente difficile in una realtà in cui la guerra, anche se lontana, condiziona la vita di tutti.

L'autrice, molto giovane, di questo libro non racconta della sua esperienza, i personaggi sono inventati, ma credo che ci siano comunque degli elementi reali in tutto quello che ha raccontato.
Mi è piaciuto molto lo stile della narrazione, molto semplice, lineare, quasi soggetto ad una limatura che punta a dare staffilate. Una scrittura che ha la necessità di raccontare ma di farlo in modo rapido, chiaro ed efficace. La rappresentazione dei luoghi e delle situazioni che la ragazzina ci racconta prendono forma davanti ai nostri occhi e questo rende tutto molto più veritiero.
E' sicuramente una lettura che si può fare senza considerarla come una lettura di guerra, a mio avviso. La guerra rimane sullo sfondo, è più un racconto parallelo ad essa ma non per questo meno efficace.


VOTAZIONE: 



Una lettura che mi ha catturato nonostante la sua brevità, una storia che consiglio a chi vuole conoscere qualcosa delle guerre in Bosnia ma senza trovarsi nel pieno della sua violenza.
Posso assicurarvi che si tratta di un volume molto veloce da leggere e che sicuramente vi incuriosirà nei confronti di quanto successo.

Fatemi sapere se lo avete letto, se conoscete dei romanzi legati a questi eventi, se li avete letti e se vi sono piaciuti.
Vi mando un abbraccio e vi auguro di fare bei viaggi tra le pagine dei vostri libri! A presto!!!