18 aprile 2016

RECENSIONE "MOLL FLANDERS" di DANIEL DEFOE

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Eccomi di nuovo qui con voi per proporvi la recensione di un libro che non mi ha entusiasmato più di tanto nonostante sia considerato come il primo romanzo moderno.
Siccome De gustibus non disputandum est... vi beccate un parere che forse esce dalle righe chissà... a me non resta che augurarvi come sempre Buona Lettura!!!


TRAMA: Figlia di una donna condannata prima alla prigione di Newgate e poi all'esilio in America, Moll Flanders si ritrova ad essere cresciuta da una madre adottiva fino a quando non decide di andare a lavorare per una famiglia benestante che la accoglie come fosse un membro di quella stessa famiglia.

Il cambiamento per la sua vita inizia quando tutti e due i fratelli di quella famiglia si innamorano di lei, ma solamente il più piccolo di lui è seriamente innamorato senza, però, essere ricambiato. il più grande, di lui Moll è innamorata, in realtà, la tratta solamente come una donna oggetto.
La sua reazione a tutto ciò è quella di sposare quello che diventerà il primo di una serie di mariti e compagni che la porteranno a prendere decisioni che la porteranno a considerare sempre più la volontà di acquisire la sua libertà.

Titolo: Moll Flanders
Autore: Daniel Defoe
Casa Editrice: Rizzoli
Anno: 2010 (Ristampa)


VALUTAZIONE:




Amici Viaggialettori vi avevo già detto di aver letto un libro di Defoe e non mi era piaciuto, Robinson Crusoe, bene, neanche questa volta ho fatto una lettura piacevole...
Anche in questo caso si tratta di un libro biografico con il quale Defoe ci presenta la vita di una donna, Moll Flander, che cerca di trovare il matrimonio perfetto.
Secondo la critica la novità in Moll Flanders è quella di aver reso protagonista una donna che va contro le regole sociali del tempo, una donna che agisce cercando la propria libertà.
Sicuramente creare un romanzo attorno alla figura di una donna è da considerare come un importante passo avanti nella storia letteraria, ma il fatto che si parla di una donna che cerca la libertà ho trovato che sia un concetto relativo, nel senso che per me è una cosa che si legge in modo soggettivo... Ovviamente tutto ciò che dico è una mia personale visione di ciò che mi è rimasto di questa lettura...ma mi spiego meglio.
La vita di Moll Flanders ci viene raccontata dalla stessa protagonista come se fosse un memoriale le cui vicende possono essere facilmente suddivise in due momenti diversi PRIMA e DOPO l'essere diventata una ladra.
La vita del PRIMA è una continua ricerca, da parte di questa donna, di un marito che possa mantenerla. Tutto parte dal momento in cui sedotta e abbandonata da un uomo di cui era innamorata, finisce, pur di non rimanere sola, con lo sposare il fratello. Da questo momento in poi, Defoe ci presenta una carrellata di uomini che, per un motivo o per un altro diventano suoi mariti.
Moll Flanders, che in realtà acquisisce questo nome solo dopo aver iniziato la sua seconda vita, incontra personaggi particolari che con un solo incontro si innamorano perdutamente di lei e riescono a convincerla con i loro averi, e questo è lei stessa a dirlo nelle sue memorie. Sinceramente questa è una cosa poco credibile in base ad una visione oggettiva e indipendente dal periodo di ambientazione a mio avviso.
"Ma il miraggio scintillante del gran patrimonio e delle belle cose che quella vittima ingannata, divenuta ora il mio ingannatore, continuava a mettermi sotto a ogni modo momento, mi trascinò senza darmi il tempo di pensare a Londra né ad alcuna cosa di laggiù, e tanto meno agli obblighi che avevo con una persona di meriti infinitamente più reali di quella che avevo dinanzi. Ormai la cosa era fatta; ero tra le braccia del mio nuovo sposo, che continuava ad apparire qual era prima: grande fino alla magnificenza e circondato da uno sfoggio che non poteva valere meno di mille sterline l'anno."

In realtà da questo stralcio sembra come se la nostra protagonista sia stata quasi obbligata a sposare questo uomo, quando in realtà è lei stessa ad andare alla ricerca dell'occasione giusta. Ebbene, non so se avete capito, ma a me sta cosa proprio non va giù!!!
Ma è possibile che una donna non possa trovare un lavoro per campare? E' possibile che l'unica soluzione sia cercare il matrimonio più conveniente anche a discapito di figli che nascono ogni volta ed ogni volta lasciati dietro si sé? Non lo so sinceramente, perché alla fine è la stessa Moll a scegliere di fare così. 
Trovo questo lato della storia poco coerente con la visione di una donna che vuole avere la sua libertà, non si può parlare di libertà quando poi alla fine si cerca sempre di dipendere dal'uomo di turno. Ma andiamo avanti... 
Non vorrei sembrare bigotta perché non è questo lo scopo delle mie parole, ma solo quello di mettere in evidenza quello che secondo me è incoerente in questa storia... 
Parliamo del frutto di questi matrimoni... Di cinque che ne fa, ogni volta nascono figli di cui l'autore a malapena ci informa, e la stessa Moll non esita un istante ad abbandonarli per continuare e procedere con il matrimonio successivo. L'unico momento di tentennamento è quando, per il suo ultimo figlio, si paventa la possibilità di abortire e lei non ha il coraggio di farlo, ma, piuttosto, lo da in affido perché nato da una relazione semi-clandestina, diciamo così. 
Quello che mi "stupisce", se proprio vogliamo dire così, è il fatto che anche in questo caso le parole di questa donna sono distaccate dai sentimenti che ci si aspetterebbe di trovare in lei, perché prima si preoccupa del fatto che il bambino possa essere un ostacolo per il suo prossimo matrimonio, poi che l'aborto è un omicidio. In realtà ripensandoci è coerente con lo stile di vita adottato, facendo matrimoni privi d'amore non sarebbe possibile aspettarsi sentimenti in questo caso.. ma forse sbaglio io :-/

"Ma qui si presentò la grande e principale difficoltà, ossia il bambino; mi disse che bisognava sbarazzarcene e in modo che non fosse più possibile trovarlo. Sapevo che non v'era possibilità di sposarmi senza celare nel modo più assoluto che avevo avuto un bambino, perché il mio amico avrebbe subito scoperto, dall'età, che era stato concepito dopo i nostri incontri e questo avrebbe mandato a monte tutto. Ma mi si stringeva il cuore all'idea di separarmi per sempre dal bimbo e, per quanto sapevo, di lasciarlo assassinare o morire d'abbandono e di maltrattamenti (che era lo stesso), e non potevo pensare a questo senza inorridire. Vorrei che tutte quelle donne che consentono a sbarazzarsi dei loro bambini, come si dice, per amore delle convenienze, pensassero che questo è solo un genere di omicidio premeditato, o, in altre parole, un mezzo per ammazzare i figli a man salva."
Nella seconda parte del romanzo Moll Flanders ci racconta tutta la sua vita da ladra. Anche in questa sezione non ho trovato molta coerenza. 
La decisione di intraprendere una vita caratterizzata da avventure e disavventure portano il lettore nei sobborghi di Londra e dintorni al seguito di questa nuova versione di Moll Flanders che, a mio parere, porta anche in questa sua esperienza, la capacità di saper scegliere l'affare migliore. 
Le avventure di Moll proseguono con un altro elenco, quello dei numerosi colpi di fortuna che contrassegnano le sue esperienze in questa parte della sua esistenza sostituendole con quello delle precedenti esperienze matrimoniali. 
La cosa che in questa parte non mi va giù è il fatto che l'autore fa di questo personaggio una donna senza scrupoli nel compiere gesti illegali, ma poi nel momento in cui viene incastrata e mandata in prigione diventa l'agnellino di turno, arriva il pentimento profondo e, anche in questo caso i giri della fortuna che sono dalla sua parte. 

"Allora mi pentii sinceramente di tutta la vita passata, ma il pentimento non mi dava soddisfazione né pace, no, neppure un poco, perché. come dissi a me stessa , era un pentimento che veniva quando non avevo più la possibilità di peccare ancora. Mi sembrava di addolorarmi non già per il fatto d'aver commesso quei delitti e perché fossero un'offesa contro Dio e il prossimo, ma solo perché avrei dovuto essere punita. Ero una penitente, pensai, non perché avevo peccato, ma perché dovevo soffrire, e questo mi toglieva dallo spirito ogni conforto e anche la speranza del vero pentimento"   

Adesso arriva la parte più strana di tutto il post e vi spiego il perché. Se notate bene questo ultimo stralcio è moooolto coerente con il mio pensiero in merito ai comportamenti di questa donna.
Per questo motivo non so dirvi di preciso se questo personaggio mi sia piaciuto oppure no, perché in effetti l'incoerenza l'ho trovata nelle scelte narrative e non nelle azioni di questa donna che, secondo me, è stata una calcolatrice raffinata in tutte le decisioni prese. 
Bhé credo che rimarrò nel dubbio senza poter dare anche a voi una risposta in relazione a questo.
Nel parlarvi del libro in generale posso dire che la narrazione è lineare ma troppo veloce, gli eventi raccontati sono risultati una semplice elencazione e non mi è piaciuto per niente. 
Purtroppo ho trovato molte pecche in questo romanzo, nonostante avessi sperato di potermi ricredere sulla precedente lettura di questo autore.
Una mini recensione al vetriolo che non mi ha lasciato molte cose da dire se non che non mi è piaciuto come libro.
Purtroppo questa recensione non è delle migliori e me ne rendo conto ma se parlo troppo vi anticipo tutto e visto che, come vi ho detto è solo un elenco di eventi, per me, non ho molte parole da dire...
Spero che vi piaccia comunque.. Fatemi sapere se avete letto il libro e se avete trovato qualcosa che io non ho visto magari posso ricredermi su questo autore chissà...
Per adesso vi saluto... Alla prossima!!!! E come sempre Buone Letture!!!



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