30 gennaio 2019

BIG or small... QUESTA VOLTA COSA HO LETTO?

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Oggi sono qui per raccontarvi la mia esperienza con una lettura che mi ha portato a spuntare una piccola casellina nei propositi di quest'anno, concludere la maggior parte delle mille mila serie che ho iniziato e abbandonato negli anni.
In questo caso vi parlo della Trilogia Millennium che ho letto nell'arco di tre anni. 
Va da sé che, dopo avervi svelato di cosa parlerò nel post, abbiate già capito della categoria di appartenenza del volume di oggi... Decisamente un BIG BOOK!!! Buona Lettura!



LA REGINA DEI CASTELLI DI CARTA 

STIEG LARSSON




Titolo: La regina dei castelli di carta 
Autore: Stieg Larsson
Casa Editrice: Marsilio
Anno: 2010
Pag: 857
Prezzo: 14,00 euro

TRAMA: Millennium si trova a fare i conti con l'ultimo atto di una storia che coinvolge Lisbeth Salander in un affare di intrigo internazionale. La RPS/SAK, che gestisce il controllo sulla costituzionalità giudiziaria, diventa oggetto della nuova inchiesta della rivista Millennium nell'ambito di una questione ben più profonda che va a toccare il mancato rispetto dei diritti umani.


VALUTAZIONE:




Non avrei potuto non confermare la votazione che ho dato al volume precedente perché questa trilogia è stata davvero sensazionale.
E' vero, ho letto i tre volumi con molto tempo, ma posso assicurarvi che la lontananza l'uno dall'altro non è stata minimamente percepita.
Atto finale di una storia che unisce alla storia personale della nostra protagonista quella di una società malata che vede nelle donne l'oggetto dei loro soprusi.
Da questo punto di vista è DECISAMENTE una trilogia femminista e il fatto che sia stata scritta da un uomo è ancora più da apprezzare.

La regina dei castelli di carta pone fine ad una storia di persecuzione giudiziaria e personale che Lisbeth vive sulla sua pelle fin dall'infanzia, attraverso la spiegazione di tutta una serie di eventi e circostanze che l'hanno portata ad agire in un modo che i più definiscono violento, socialmente pericoloso e psicologicamente favorevole alla detenzione psichiatrica.
Di tutto questo è accusata, attraverso i vari volumi della Trilogia, Lisbeth Salander che, ricordiamo, è una donna minuta, sola, scostante verso il mondo intero e poco incline ai rapporti sociali di qualsivoglia natura. A questo si associa la sua abiltà nel hackeraggio e nella sua capacità di ricordare fotograficamente tutto ciò che trova sul suo cammino.
Il suo opposto è Mikael Blomkvist reporter e giornalista d'assalto, legato a Millennium da una serie di inchieste shock riguardanti importanti uomini d'affari smascherati nelle loro azioni scellerate e illegali. Ma è anche un uomo dedito alle donne, alle relazioni sociali che lo possono aiutare nello svolgimento delle sue inchieste, un uomo scaltro, pronto a tutto pur di svelare la verità e grande amico di Lisbeth nel particolare modo che la stessa gli concede.
In questo volume, però, prende il suo spazio anche un altro personaggio che, per quanto presente fin dall'inizio in queste vicende, diventa, per l'autore, il perno su cui far girare una nuova tematica quella dello stalking di cui Erika Berger, caporedattrice di Millennium e amante occasionale di Mikael diventa vittima.

Come si può ben capire solo dalla presentazione di questi tre personaggi, le relazioni sociali in questa storia sono tutto tranne che convenzionali, ed è anche questo uno degli elementi che rendono ancor più accattivante questa vicenda, oltre alle vicende personali di Lisbeth che sono il fil rouge di tutta la trilogia.
Non posso parlarvi della evoluzione di quest'ultimo elemento perché essendo l'ultimo atto rischierei di farvi delle anticipazioni su quanto accaduto nei volumi precedenti.
Cercherò di parlarvi in generale di quelle che sono state le mie sensazioni leggendo nuovamente di Lisbeth e Mikael.

Pur sapendo che avrei incontrato una storia molto forte e ben scritta, sono rimasta comunque affascinata dal modo in cui tutti gli elementi, vecchi e nuovi, vengono intrecciati tra loro nella risoluzione della storia.
Lisbeth, a differenza di quanto succede nel secondo volume, è una presenza attiva in ogni parte della storia anche se aiutata da Mikael e dallo staff di Millennium.
Mi è piaciuto ritrovare tutti gli elementi stilistici e narrativi che mi avevano affascinata fin dal primo volume. 
Larssson riesce a tratteggiare ogni personaggio in modo così realistico che sembra di ritrovare dei vecchi amici perduti negli anni.
Le sue descrizioni sono legate alla città che sembra ergersi dalle pagine e trasformarsi davanti ai nostri occhi nei suoi locali, negli appartamenti che diventano base operativa di ricerca e indagine, dei paesaggi di mare e montagna che i protagonisti vivono e soprattutto dei personaggi, tutti, dai più importanti a quelli di contorno. 
Per tutti Larsson crea una vita reale che permette loro di non essere mero elemento di contorno ma parte attiva di un gioco di incastri perfetto.

Larsson rende coprotagonista di questo volume la storia delle organizzazioni segrete dell'Europa del Nord attraverso una fitta rete di complicate relazioni e sotterfugi che vengono a scontrarsi con la costituzionalità del paese stesso. Di conseguenza un boccone succulento per i giornalisti di Millennium.

Ho letto questo volume in 15 giorni e devo dire che nel girare l'ultima pagina ho sentito la mancanza dei suoi protagonisti, come ho detto le parole di Larsson fanno di Mikael e Lisbeth delle  presenze reali nella vita di un lettore che ne legge le vicende. 
Completamente diversi l'uno dall'altra ma perfettamente complementari nel loro modo di agire e comportarsi. La giustizia diventa lo scopo che li porta a mettere a rischio la loro vita e questo diventa il motore che li porta a mettere luce su avvenimenti che non avrebbero avuto altra voce.

In una trilogia che punta sostanzialmente a porsi dalla parte delle donne maltrattate, abusate, violentate la presenza di Annika Giannini in questo ultimo volume si fa coronamento di una strategia perfetta ed equilibrata nella quale un avvocato di tutto rispetto riesce a tenere testa ad un gruppo di uomini saccenti, spocchiosi e particolarmente sicuri di essere senza macchia e senza paura.

Nel riconfermare la bravura di questo autore nella costruzione di una vicenda che viene spiegata in ogni suo minimo particolare non si può non notare una vena di mentalità da carnefice, giudice e vittima che gli ha permesso di scrivere una storia del genere e, soprattutto, di aver saputo gestire magistralmente tutti questi punti di vista.
Larsson realizza un'opera imponente che risulta attuale anche se letta dieci anni dopo la sua realizzazione e questa cosa è decisamente poco rassicurante. 
Certamente è una storia che fa riflettere molto sul modo di agire delle istituzioni, sul modo in cui le donne vengono trattate, sul pregiudizio, sulla scelta di rimanere obnubilati da qualcosa che si ha paura di gestire senza esserne diventati burattini.
Ma è anche una storia che nella personificazione di Lisbeth Salander dà speranza di rinascita e di riuscita nella denuncia di tali comportamenti.
Una trilogia che sicuramente consiglio agli amanti del thriller e di strategia politica e giornalistica ma anche a tutti coloro che vogliono addentrarsi in realtà difficili da digerire dalle quali possono trarne un messaggio e un insegnamento profondo.

Credo di aver elogiato abbastanza questo volume e la trilogia tutta per lasciarvi andare e invitarvi alla lettura di questa storia, nel caso in cui foste dei ritardatari come me :-)
Vi mando una grande abbraccio, vi ringrazio per le visite che fate in questo mio angolino e vi ricordo che potrete avere le mie impressioni a caldo sulle letture che faccio sul mio profilo GOODREADS e Instagram.

Buon viaggio tra le pagine dei vostri libri...

Nessun commento:

Posta un commento