05 agosto 2016

RECENSIONE "BATTLE ROYALE" di KOUSHUN TAKAMI

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Come state amici? Spero bene.. Oggi sono qui per farvi sapere le mie opinioni su un libro sanguinario, violento e a tratti splatter, se si può dire così. Un caso letterario nella Giappone del 1999 che la Casa Editrice Mondadori ha deciso di ripubblicare quest'anno con una nuova veste grafica nella copertina... Vi racconto tutto nel post! Buona Lettura!!!







TRAMA: Ogni anno in Giappone viene scelta la classe terza media di una delle scuole dei vari distretti della nazione per partecipare ad un gioco crudele. 21 ragazze e 21 ragazzi sono portati con l'inganno su un'isola che è teatro dello scellerato gioco di sangue a cui i ragazzi sono costretti a partecipare. Da questo gioco, solo uno di loro sarà il vincitore e per farlo il suo compito è uccidere tutti i suoi compagni di classe.



Titolo: Battle Royale
Autore: Koushun Takami
Casa Editrice: Mondadori
Anno: 2016 (Ristampa)
Pag: 613
Prezzo: 15,00 euro






VALUTAZIONE:




Ho saputo dell'esistenza di questo romanzo da mio fratello in occasione dell'uscita del film di Hunger Games ormai nel lontano 2012 e da allora ho sempre voluto leggerlo ma non ho mai trovato il momento o l'ispirazione giusta per comprarlo e farlo.
Finalmente è arrivato il momento grazie anche alla più facile reperibilità della copia cartacea con la nuova ristampa fatta dalla Mondadori poco tempo fa.
Appena ho visto il libro, nella mia solita libreria di fiducia, mi ci sono letteralmente fiondata e ho cominciato a leggerlo due giorni dopo averlo portato con me!
Devo dire che è stata una lettura che, come potete vedere anche dal giudizio che ho dato, mi è piaciuta molto, ma sicuramente non è stata molto lineare sebbene una volta trovato il giusto ritmo l'abbia finita nell'arco di qualche giorno.

Quando si parla di Battle Royale è inevitabile ricollegarsi ad Hunger Games, almeno per chi ha visto prima quello è così, e per me lo è stato!
Sono ovviamente consapevole del fatto che la Collins abbia palesemente ricopiato molti degli elementi che hanno reso Battle Royale un libro raro nel suo genere, ma dicendo questo non sto sminuendo Hunger Games che comunque ho apprezzato moltissimo.

La storia narrata in Battle Royale è quella di un gruppo di 42 studenti che credono di essere portati in gita ma, nella realtà, sono trasferiti su di un'isola dell'arcipelago giapponese precedentemente evacuata, per partecipare ad un gioco crudele che ogni anno il Governo organizza per il proprio divertimento.
Non si sa in che periodo si narrano queste vicende, la cosa certa è che ci troviamo in un Giappone guidato da un dittatore che lascia poco spazio alla cultura straniera, americana o europea, di penetrare nel suo territorio. Ci troviamo in un Giappone in cui molti spariscono improvvisamente perché considerati disertori politici.
In questo quadro, credo non ci si debba quindi stupire più di tanto del gioco perverso che vede protagonisti questi ragazzi di 15 anni.

Come vi ho già detto prima, per me la lettura di questo romanzo è stata una continua altalena, appena ho preso in mano in libro ed ho cominciato a leggerlo sono arrivata subito a un centinaio di pagine senza neanche rendermene conto, ma altre volte non riuscivo a leggere più di venti pagine di seguito perché mi risultava molto lento.
Sicuramente è una cosa studiata dall'autore, forse anche per dare un attimo di respiro e tregua non solo ai ragazzi del "gioco", ma anche a noi lettori che, tra le pagine del libro, veniamo spesso bersagliati da uccisioni e violenza brutale.
Un inevitabile paragone con l'opera della Collins mi porta a considerare il fatto che ci sia stata maggiore attenzione da parte sua per la costruzione dell'arena super tecnologica in cui si svolgono le vicende di Hunger Games rispetto alla natura reale utilizzata da Takami.
Probabilmente il fatto che lo scrittore abbia deciso di dare una ambientazione più realistica alla storia la rende ancora più inquietante.

Altro aspetto interessante è l'attenzione alla psicologia dei personaggi, alla loro vulnerabilità, alla loro reale natura che viene messa in evidenza proprio nel momento in cui i ragazzi vengono gettati nel Programma.
E' interessante e fa riflettere il fatto che solamente pochi, dei 42 studenti coinvolti, riescono a mantenere la loro natura e a non farsi realmente coinvolgere nella violenza che viene richiesta.


" "Tra qualche tempo, mutando alcune condizioni, questo paese, anche se non facciamo nulla, cambierà. Non so se avverrà nella forma di una guerra o di una rivoluzione. E non ho la minima idea di quando giungerà quel momento. Forse potrebbe non arrivare mai". Fece un altro tiro e continuò. "In ogni caso, non penso sia possibile adesso. Proprio come ho detto, questo paese è folle, ma è anche ben concepito. Estremamente ben concepito". Indicò i due compagni con la mano in cui teneva la sigaretta. "La nostra è una nazione schifosa. Se non potete sopportarla, allora la cosa più saggia da fare sarebbe abbandonarla e andare da qualche altra parte. Ci sono dei modi per scappare da questo paese. Si può evitarne il fetore. Potreste provare nostalgia, qualche volta, per un attimo, ma la vita fuori sarebbe grandiosa... eppure io non lo farò.". 



Sicuramente è un libro pieno di colpi di scena riguardanti proprio questo aspetto, il continuo cambiamento di opinioni e atteggiamento dei vari ragazzi nel momento della difficoltà estrema.
Per inquadrarli meglio, inoltre, Takumi favorisce al lettore una serie di flashback che riguardano i rapporti che i ragazzi avevano l'uno con l'altro e che ci permette di capire anche molte delle scelte fatte poi nel gioco da ognuno di loro.


" "Ora guarda. Vedi quanto siamo terrorizzate. Tette e due, giusto?"   "Uhm."   "E penso che gli altri siano nello stesso stato. Tutti quanti devono essere terrorizzati. Non pensi che sia così?"   Yukiko sembrò meditare. "Sì, forse. Pensavo solo a me stessa, questo pensiero non mi era ancora venuto in mente."   Yumiko accennò col capo una sola volta e proseguì. "Noi siamo state abbastanza fortunate a rimanere insieme, perché sono sicura che se fossi stata da sola avrei avuto molta più paura."  "Sì, Hai ragione."  "E cosa accadrebbe se incontrassi qualcuno in questo stato, Yukiko?"  "Scapperei via certamente."   "Che accadrebbe se tu non potessi farlo?"  Yukiko sembrò considerare la situazione attentamente. Poi parlò: "I-Io-io forse combatterei. Se avessi qualche arma la userei... o se avessi una pistola potrei... potrei sparare... Ovviamente, proverei a parlare. Ma se accadesse improvvisamente e non avessi altra scelta..." Yumiko fece di sì con la testa. "Esattamente. E' per questo che penso che nessuno voglia veramente uccidere qualcun altro. Penso che sia perché siamo così terrorizzati che pensiamo che chiunque altro stia per ucciderci, e così finiamo per combattere. E in quello stato, anche se nessuno ci aggredisce, potremmo essere proprio noi a finire per attaccare"."   


E' un libro violento che a volte mi ha fatto allontanare dalle pagine, altre mi ha spinto a continuare a divorarle per sapere che fine avrebbero fatto i personaggi.
Ci sono state delle cose che non mi sono piaciute, nel senso che essendo un libro di seicento pagine magari avrei preferito che fossero riempite meglio in alcuni punti, mi riferisco al fatto che molte volte l'autore si perde in descrizioni minuziose delle azioni che stanno facendo i personaggi, poi nel momento in cui si incontrano due o più di loro che mostrano palesemente di volersi uccidere l'uno con l'altro, a volte la descrizione è rapidissima, due righe e va avanti. Non so in realtà neanche in cosa non mi convince questo ma non mi è piaciuto molto.
In questo gioco al massacro Takami non scorda mai che i protagonisti sono dei ragazzini di 15 anni, alcuni dei quali sicuramente hanno avuto un vissuto che li ha resi più maturi ma, la maggior parte di loro, dimostrano la loro età.
Veniamo quindi ad entrare in un contatto costante tra la vera natura di questi ragazzini che si ritrovano a dover uccidere il loro primo amore, quello che magari consideravano essere il loro migliore amico e, allo stesso tempo, alla reazione di quanti non mostrano alcuno scrupolo nel voler uccidere gli altri approfittando di quella occasione per vendicarsi di qualcosa che è stata fatta loro in passato. 
Il Programma realizza ogni anno un esperimento che permette di conoscere la vulnerabilità dell'uomo davanti ad una situazione di pericolo e questo è sicuramente l'aspetto più terrificante di tutta la storia.

Per quanto mi riguarda è stata una lettura che, tralasciando i momenti di lentezza che ho riscontrato, mi ha portato ad avere un'angoscia allucinante ogni volta che i protagonisti sentivano un rumore, ogni volta che uno stesso ticchettio si avvicinava alla prossima vittima. Tutto ciò è reso possibile da una scrittura che per quanto semplice e lineare ti cattura, ti rapisce e coinvolge facendoti trasferire istantaneamente in quei luoghi. Una scrittura che ti toglie il respiro in alcune scene in cui le uccisioni sembrano arrivare come pioggia battente una dietro l'altra, talmente veloci da sembrare che ogni vittima sia la tessera di un domino. 
E' un libro che fa riflettere molto sul cambiamento del carattere delle persone in situazioni assurde come quella.
Mentre leggevo questo libro mi veniva in mente un film, che ho visto molto tempo fa, in cui un gruppo di persone appartenenti a diverse classi sociali e a diversi ruoli lavorativi, venivano chiusi in un carcere e divisi tra quanti dovevano essere i carcerati e quanti i poliziotti. Mi sembra che uno degli attori fosse Forest Whitaker, e proprio lui fu uno di quelli che mi impressionò maggiormente per la crudeltà a dir poco bestiale, che aveva fatto uscire. da sé, nonostante nella realtà fosse una persona tranquilla e pacata. La stessa cosa mi è successa leggendo questo libro! 
Nelle bandelle del libro si legge che Takami ha scritto solo questo libro, e il mio pensiero è stato subito quello di ipotizzare a cosa sarebbe potuto uscire dalla sua mente dopo aver scritto un romanzo così cruento alla prima pensata letteraria... Mah!!!

Sicuramente è un libro che, nato per impressionare, secondo me, c'è riuscito benissimo ed è per questo che ha ottenuto così successo. Un libro che sicuramente fa riflettere tanto anche sulla fiducia da accordare o meno a chi ci sta intorno e sull'atteggiamento che gli adolescenti possono avere in una situazione di estremo pericolo.
Un libro che nel suo essere thriller affascina e spaventa nella giusta unione di sensazioni.
Insomma una bella lettura tanto sconvolgente quanto coinvolgente e da consigliare soprattutto a chi ama il genere ovviamente.

Spero che la recensione vi sia piaciuta, ho parlato poco della trama perché entrando nei particolari delle situazioni finirei con l'anticiparvi ogni cosa, e invece, è un libro che deve catturare il lettore proprio perché non si dovrebbe conoscere nulla.
Io vi lascio con la promessa di nuovi post con le mie opinioni e voi fatemi sapere che cosa ne pensate del libro se lo avete letto se vi è piaciuto o se, catturati dalla trama avrete intenzione di leggerlo... Vi auguro una buona giornata e come sempre BUONE LETTURE!!!

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